Fuori, un casale tradizionale

Una villa nei dintorni di Roma dove la natura è ancora intatta.

La modernità dell’intervento sta nel concepire gli spazi interni in modo libero e creativo

A modern project because interiors are designed in a free and creative manner

Progetto di Massimiliano Vinci, architetto
Servizio di Luisa Carrara
Testi di Walter Pagliero
Foto di Athos Lecce

In questa casa extraurbana ristrutturata dall’architetto Massimiliano Vinci c’è una chiave interpretativa con cui leggere il progetto, un segno forte nel suo modo di operare che è visibile in tutto l’intervento. Si tratta di un fatto concettuale: la voluta mancanza di gerarchie tra i singoli volumi, la volontà di porre ogni spazio come protagonista individuale in un insieme dove ogni stanza è una primadonna e canta fuori dal coro. Malgrado vi sia una continuità nei colori e nei materiali che tende a leggere in modo unitario tutti gli spazi.

This suburban house renovated by architect Massimiliano Vinci has an interpretive key with which to read the plan, a hallmark of his that is visible throughout. It is conceptual: the deliberate lack of hierarchy between individual volumes, and the desire to personalise every space so that each one sings like a prima donna above the choir.

Verso la salita la casa originale aveva un solo piano, poi si è scavato e si sono aperte le finestre al piano terra. Fuori si è potuto organizzare una zona pranzo all’aperto con un barbecue in cemento a vista di linea molto moderna.

Un soggiorno moderno scandito dalle linee di fuga
La continuità tra interno ed esterno è garantita da grandi finestre
che collegano visivamente i divani col prato e le altalene per i bambini

Uno scivolo, coperto da vetrate come una veranda, conduce alla parte della casa adibita a esposizione di quadri. Il salotto principale è caratterizzato da forme semplici, i due divani di Le Corbusier riediti da Cassina, e da materiali
molto espressivi come la pelle bianca e il cotto molto colorito. I due lampadari con cristalli sostenuti da cavetti sono di Flos.

A ramp covered by a glazed porch leads to the part of the house used as a display for paintings. The living room is characterized by simple shapes, two sofas designed by Le Corbusier and refashioned by Cassina, and by very expressive materials like white leather and the colour of terracotta.
The two chandeliers with cable-supported crystals are by Flos.

È l’estetica della sorpresa di derivazione barocca, ma anche un modo di vedere la casa più permissivo, meno autoritario e programmato. Qui non vince l’omogeneità, ma la difformità; non c’è un filo conduttore, anzi, il filo conduttore è proprio la mancanza di una logica ferrea, come è successo nell’arte dei giardini quando a quello formale tipico degli stati assolutisti si è sostituito il parco all’inglese naturale e “spontaneo”. Entrando dall’ingresso principale troviamo il salone corredato dalla minimale presenza dei due divani bianchi storici di Le Corbusier, dagli importanti quadri alle pareti e dalle grandi vetrate, in parte scorrevoli, che danno una percezione del giardino in continuità con l’interno. A un altro livello troviamo il “pensatoio”, un ambiente che fa da filtro tra il salone, la zona notte e la scala che porta alla mansarda.

Nevertheless, there is continuity in the colours and materials that brings all the spaces together. The idea comes from the Baroque aesthetic of surprise, but it is also a way to see the house as more permissive, less authoritarian and schematic. Here homogeneity takes a back seat; instead it is the differences that create an underlying theme. The main theme is the lack of any iron logic. In fact, the same happened in landscape gardening art when the formal gardens of absolutist states were been replaced with the English-style natural and ‘spontaneous’ park. Entering the main salon one finds the minimal presence of two classic white Le Corbusier sofas, impressive paintings on the walls and large windows, some sliding, that provide a view of the garglass walls that delineate the space without disrupting the continuity, creating, through the alternation of different heights, the pleasurable effect of being able to see new perspectives. The lower floor is in visual communication with the central hall. 

CONTROLLO SOLARE

Una delle caratteristiche principali delle vetrate isolanti è quella di bloccare dal 96 al 99% dei raggi infrarossi invisibili, quelli che conducono il calore, garantendo così il benessere interno. Questi vetri riescono infatti a filtrare il calore senza causare la perdita di luce naturale.

VETRATE ISOLANTI
Una vetrata isolante è formata da pannelli costituiti da almeno due lastre di vetro separate da distanziatori e sigillate sui bordi. La creazione tra loro di una
camera contenente aria deumidificata o gas inerti produce come risultato diversi livelli di isolamento termico e acustico, con caratteristiche energetico-luminose in relazione alle tipologie dei vetri impiegati. Alcuni di questi riescono a bloccare fino al 99,5% dei raggi infrarossi, neutralizzando l’apporto calorico del sole.

L’estetica dei piani sfalsati

Dal soggiorno si vede, come in un acquario, la zona pranzo
leggermente sopraelevata e l’ingresso in un piano inferiore

Come il pavimento, anche la parete è in quadrotti colore cotto. Una decorazione minimalista: lo scheletro di un albero eroso dall’acqua. Le due poltroncine sono di Le Corbusier per Cassina.

Like the floor, the wall uses terracotta coloured squares.
A minimalist decor: the skeleton of a tree eroded by water.
The two seats are by Le Corbusier for Cassina.

Il salotto ha un tappeto di pelli quadrate di cavallino. Le sedute sono pezzi classici progettati da architetti razionalisti intorno al 1930, riediti da Cassina. Il tavolino rotondo in primo piano è di Eileen Green.
The living room has a chequered pony-skin rug. Chairs are classic pieces designed by rationalist architects of the Thirties, refashioned by Cassina. The round table in the foreground is by Eileen Green.

PANNELLI IMBOTTITI FONOASSORBENTI

Molto in voga negli anni Trenta per ragioni sia funzionali che stilistiche, i pannelli imbottiti sono per l’occhio una presenza morbida e per l’udito un’attenuazione del rimbombo che le pareti ripulite di tutto fatalmente producono. Il loro utilizzo di elezione sta nel rendere ovattata la biblioteca. I meravigliosi soffitti a gradoni ripresi dal Post modern 

Il soffitto a gradoni, unito alle luci cilindriche attaccate al soffitto,

richiama alla memoria il lusso protomoderno della Vienna inizio secolo

La zona cucina e snack è dominata dal caldo colore aranciato

dei legni e del dipinto

Sgabelli in acciaio Stuart. Le luci cilindriche sono della Limburg.
I mobili della cucina sono di Ferretti. Pareti ricoperte con lastre di pietra dorata a opus incertum.
Stools in Stuart steel. The cylindrical lights are by Limburg. Kitchen furniture by Ferretti. Walls covered with slabs of gilded stone in crazy-paving fashion.

Gli sgabelli in primo piano in acciaio e cuoio sono di Stuart. La cucina di base è di Ferretti integrata da mobili disegnati dall’arch. Massimiliano Vinci.
The steel and leather stools in the foreground are by Stuart. The kitchen is by Ferretti integrated with furniture designed by arch. Massimiliano Vinci.

La continuità al piano inferiore è sottolineata dall’utilizzo dello stesso tipo di pavimento in doghe di legno di castagno al naturale, pavimento che ritroveremo anche nella zona notte, mentre il salone e il pensatoio sono le uniche parti della casa in cotto per sottolineare la centralità delle loro funzioni. Il camino, la cui fiamma nella grande bocca arde direttamente da terra a un’altezza più bassa rispetto al livello del pavimento in legno, è composto di materiali tradizionali quali le travi di castagno e la pietra, due presenze volutamente forti.

The large fireplace, the kitchen-dining area and, at a different height, the television, music, and toilet areas are located in the central portion. Continuity with the lower floor is highlighted by the use of the same type of floor staves in chestnut wood that are also found in the sleeping area, while the lounge and ‘pensatoio’ are the only parts of the house in brick, helping to emphasize the centrality of their functions.
The fireplace, the flame of which blazes in the large opening directly from the ground at a height lower than the level of the wooden floor, is made of traditional materials such as chestnut beams and stone, two deliberately strong presences. Passing through a trilith in gilded stone we enter the kitchen-dining area, again an open space with a kitchen island, framed between two walls lined with stone, that communicates with the dining area through two screens of transparent glass. Also in this case the glass panels, to give a feeling of complete fluidity, never touch the walls. Adjacent to the kitchen there is an area dedicated to works of art

QUALITÀ DELL’INTERVENTO
Centralità del progetto: una disposizione dei volumi non gerarchica, ma libera di collocarsi nello spazio a vari livelli in modo da creare prospettive imprevedibili e mutevoli.
Innova
zione:
compenetrazione degli spazi attraverso un uso continuo di cristalli trasparenti come elementi separatori.
Uso dei materiali: contrasti tra materie calde come il cotto o il legno e superfici fredde come l’intonaco bianco o l’acciaio.
Nuove tecnologie: il controllo in un unico quadro della climatizzazione e delle luci.

Uno stiloso tavolo da pranzo tra pareti di pietre irregolari

Un piano interrato diventa bello e prestigioso grazie alle luminose

coperture da serra o da veranda e alla porta vetrata che permette

di vedere la scala d’ingresso 

Anche il lavamani per ospiti è ricoperto con lastre

di pietra bionda con varie tonalità

Presenze che coinvolgono tutta la parete con un effetto di caduta frenata dall’alto amplificato dalla luce indiretta. Attraversando poi un trilite in pietra dorata si entra nella zona cucina-pranzo, uno spazio ancora una volta aperto dove la cucina a isola, inquadrata tra due pareti foderate di pietra, comunica con la zona pranzo attraverso due quinte di cristallo trasparente. Anche in questo caso i cristalli, per dare una sensazione di completa fluidità, non toccano mai le pareti. Adiacente alla cucina abbiamo un’ala dedicata alle opere d’arte.

Passing through a trilith in gilded stone we enter the kitchen-dining area, again an open space with a kitchen island, framed between two walls lined with stone, that communicates with the dining area through two screens of transparent glass. Also in this case the glass panels, to give a feeling of complete fluidity, never touch the walls. Adjacent to the kitchen there is an area dedicated to works of art.

Alte sedie laccate di nero disegnate da Rennie Mackintosh e ora riedite da Cassina. Davanti al camino un divano e una chaise longue in pelle nera di Le Corbusier riediti da Cassina.
Tall black lacquered chairs designed by Rennie Mackintosh and refas hioned by Cassina.
In front of the fireplace a sofa and a chaise longue in black leather by Le Corbusier, refashioned by Cassina.

Letto con grande testiera in pelle capitonnè della Knoll International.
Poltroncina pieghevole in pelle di cavallino degli anni Trenta. Pozza cilindrica e lavandino in acciaio su disegno dell’arch. Massimiliano Vinci. Lampada cilindrica della Limburg. Pavimento in doghe di castagno al naturale.
Bed with large leather capitonné headboard by Knoll International. Folding chair in pony skin from the 1930s.
Cylindrical column and steel sink designed by architect Massimiliano Vinci.
Cylindrical Limburg lamp. Floor in natural chestnut wood staves.Wall covered in crazy-paving style stones.
www.dibaio.com
Pareti rivestite con pietre a opus incertum.

OPUS INCERTUM
L’opus incertum è un modo di disporre le pietre irregolari le une vicine alle altre senza formare allineamenti. L’opus incertum è probabilmente nato nel golfo di Napoli intorno alla metà del III sec. a.C. quando si scoprì per la prima volta l’uso rivoluzionario della malta cementizia. Il suo impiego è documentato in alcuni edifici privati di quel periodo a Paestum, e a Roma nel grande magazzino del Portico d’Emilia costruito nel 193 a.C. È stato l’uso della malta cementizia a rendere possibile, con brillanti risultati di stabilità, l’uso di pietre irregolari nella costruzione degli edifici; prima era il peso delle pietre squadrate a tenere coesi i muri. Essendo questo insieme casuale di pietre irregolari decisamente più economico, fu molto impiegato nelle costruzioni utilitarie e nell’edilizia sacra fino a quando, a partire dalla metà del I sec. a.C., venne sostituito dall’opus reticulatum più standardizzato e rapido da eseguire. Nell’ultima sua fase l’opus reticulatum fu molto curato nel suo aspetto estetico, con pietre più piccole, più regolari e disposte con più cura, come si può vedere in notevoli opere giunte fino a noi come il Tempio della Fortuna Primigenia a Palestrina o il Tempio di Giove Axur a Terracina. È da lì che gli architetti moderni hanno preso ispirazione per le loro pareti foderate di lastre di pietra irregolari.

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