Progetto di Maria Rita Lombardo e Bruno Marcotti, architetti
L’intervento di ristrutturazione è stato molto complesso, sempre in equilibrio tra conservazione e invenzione: spazi e materiali del passato sono stati infatti ricollocati in una griglia di grande chiarezza progettuale, con nuove inserzioni che si pongono come delicate sottolineature dei passaggi più significativi.
L’edificio, del XVIII secolo, era costruito secondo la tradizione locale, con i primi due piani in pietra, il terzo in legno, appoggiato sui caratteristici “funghi” utili per proteggere le riserve dall’assalto dei roditori, e i tetti in lose di pietra dal tipico colore grigio-verde. Una tipologia, questa, propria della popolazione Walser che, attraverso il passo del Teodulo (sotto il Cervino, tra la val d’Ayas e la Valtournanche) giunsero a occupare questo territorio. Al piano terra, nell’ambiente una volta destinato alla stalla, è stato ricavato un grande soggiorno caratterizzato da un grande arco ribassato con pietra a vista conservato senza alcun altro intervento di copertura o consolidamento in modo da rispettare l’aspetto rustico originario.
Una parte della stanza è zona pranzo e l’altra soggiorno: il camino, attraverso delle canne di ventilazione, integra il riscaldamento delle stanze superiori. Accanto è stata inserita la “Carlotta”, rivisitazione delle vecchie stufe economiche. Per limitare ulteriori dispersioni di calore i muri perimetrali, larghi anche fino a un metro, sono stati coibentati con pannelli in sughero rasati poi a gesso. Per la cucina si è optato per una soluzione a vista sfruttando, in quella che era la zona della mangiatoia, lo spazio compreso sotto la nuova scala di collegamento al piano superiore. Realizzata in legno di larice, questa scala chiusa a “C”, si accorda con il resto degli arredi e conferisce grande calore a tutto l’ambiente. Uno specchio aumenta la luminosità e la profondità di questo spazio piccolo ma estremamente funzionale. E’ quasi un appartamento autonomo lo spazio ricavato invece dal rascard vero e proprio dove, anche all’interno, si vede la tipica disposizione dei tronchi incastrati tutti a secco. Da notare l’originale soluzione data a quello che spesso costituisce un problema nella ristrutturazione dei rascard ovvero l’intercapedine tra il soffitto del livello inferiore e il pavimento del piano superiore. Quasi sempre si decide di tamponare con vari materiali (pietra, legno ecc.) ma, in questo caso, verso la parte a valle, con un’intuizione quasi poetica, si è optato per la trasparenza del vetro che restituisce una visione del paesaggio di grande fascino. Per la coibentazione si è proceduto realizzando una controparete interna di pannelli “sandwich” composti di lamiera e poliuretano, invisibili perchè rivestiti internamente in cartongesso.
Nelle pareti divisorie interne si può leggere ancora l’originaria distribuzione funzionale, modificata sono dai tagli indispensabili per permettere i passaggi da una stanza all’altra. Le camere per la famiglia sono più comodamente alloggiate nel primo piano della parte in pietra. L’estrema semplicità delle pareti valorizza alcuni dettagli funzionali originari come l’armadio a muro, la mangiatoia reimpiegata come testata del letto o l’angolo dello scrittoio ricavato sotto la finestra. Anche in questi locali è presente il tema della trasparenza questa volta giocato sul piano orizzontale con i tagli in vetro nei pavimenti in prossimità delle porte/finestre: con questo stratagemma si riesce a dirottare la luce zenitale verso il piano terra che, per quanto esposto a sud, è meno soleggiato a causa dell’ombra proiettata dal ballatoio del piano superiore. La soluzione funzionale ha però un risvolto di grande suggestione quando, acceso il camino, le fiamme sembrano salire fino alle stanze superiori, visibili da un punto di osservazione decisamente inusuale. |