È stato indimenticabile il giorno 28 maggio, quando il Vescovo di Milano, S. Em. Card. Angelo Scola ha distribuito le formelle commemorative del 1700mo anniversario dell’Editto di Milano ai parroci della Diocesi, perché questi la incastonino nelle loro chiese, a memoria dell’evento. A volte ci si dimentica delle origini, e questa è una grave perdita per l’identità delle persone e delle istituzioni. L’Editto di Milano, come mette bene in luce il testo di S.E. Mons. Erminio De Scalzi, Vescovo ausiliare di Milano, è il fondamento della libertà: non solo di quella religiosa, ma della libertà tout court.
CHIESA OGGI architettura e comunicazione ha voluto partecipare a questo 1700mo anniversario, proponendo la formella da incastonare sulle pareti delle chiese.
Sappiamo bene che molti criticano le chiese nuove: a volte sembrano essere carenti di collegamenti col passato, per via delle forme consone alla progettualità odierna. Anche per ovviare a questo problema, la formella commemorativa dell’Editto di Milano diviene momento qualificante: è un simbolo che anche alle chiese più recenti ioffre un collegamento esplicito alla storia più antica. Alle origini.
Ma, come ricorda S.E. Mons. Erminio De Scalzi: “ricordare il passato non vuol dire rinchiudervisi e dimenticarsi del futuro. Anzi, vuol dire porre le basi per quanto verrà.”
Di qui l’iniziativa che proponiamo su questo numero di CHIESA OGGI architettura e comunicazione per rilanciare gli oratori, quali luogo di ritrovo, di pratica sportiva, di elevazione spirituale, di crescita. Perché negli oratori si preparano i testimoni della Chiesa di domani. Non solo, lì si realizza l’incontro tra culture diverse e i figli degli immigrati possono conoscere i nostri figli; e nel gioco, nello svago, nella preghiera, trovare un momento comune al di là delle differenze.
Per tutto questo li vorremmo ben individuati nella città. Don Samuele Marelli, Direttore della Fondazione Oratori Milanesi, Coordinatore Oratori Diocesi Lombarde e Membro della segreteria nazionale del Forum Oratori Italiani, afferma: “Il volto che l’oratorio vuole assumere è comunicato esplicitamente anzitutto da alcune scelte in riferimento alle strutture…. Siamo consapevoli che una riflessione sulle strutture e sui luoghi dell’oratorio, non debba essere relegata a occasioni particolari quali la costruzione di un nuovo oratorio o la ristrutturazione, ma chieda invece di essere tenuta costantemente presente… Ne va del volto di oratorio che vogliamo trasmettere. Esso va certamente oltre i luoghi ma, almeno in qualche misura, non ne può prescindere”. Uno degli aspetti fondamentali degli oratori italiani è costituito dalla libera pratica dello sport: momento eccellente di affratellamento tra ragazzi di ogni provenienza. Massimo Achini, Presidente del CSI, spiega: “Il Centro Sportivo Italiano, da tutti conosciuto come CSI, nasce nel 1944 da una geniale intuizione di Luigi Gedda, in seno all’Azione Cattolica Italiana… con un compito importantissimo: ‘dare un’anima allo sport’, cosciente e convinto che ‘non vi è uno sport cattolico, ma vi è un modo cattolico di animare e giudicare anche gli sport’; una missione decisamente significativa nel primo dopoguerra, ma altrettanto stimolante e impegnativa oggi, in cui gli effetti della crisi di identità, di valori e di opportunità rischiano di creare danni irreparabili alla coesione sociale e umana.”
Per favorire oggi questa missione, ecco sorgere nel CSI, l’Ufficio Impiantistica con funzione di consulenza per Comitati territoriali, Associazioni sportive affiliate, Oratori e Parrocchie. “In questo contesto – continua Iachini – si inserisce la collaborazione che abbiamo attivato con Di Baio Editore e la rivista CHIESA OGGI architettura e comunicazione, il cui Presidente, Arch. Giuseppe M. Jonghi Lavarini, ringrazio per la stima, l’amicizia e il sostegno con cui da subito ha voluto promuovere il nostro progetto
sull’impiantistica sportiva”. Diamo notizia di tale nuova sinergia, rallegrandocene: CHIESA OGGI è una rivista di proposta. E il nostro obiettivo è coinvolgere l’energia progettuale, creativa e tecnicamente preparata degli architetti capaci, sensibili sensori e professionalmente motivati su tutto il territorio nazionale. L’architettura dei complessi ecclesiastici è volta a preparare un futuro migliore: coerente e attenta alle esigenze della nostra società. Una missione propositiva che intendiamo continuare.”«Lombardia cuore della fede d’Europa », così S.S. Benedetto XVI ha definito la nostra terra. L’Editto di Milano del 313 d.C. è uno dei punti di partenza di questa affermazione, e la celebrazione del suo XVII centenario ne è una conferma. Molti i momenti che accompagnano la memoria di questo evento.
Innanzitutto l’apertura ufficiale col Discorso di S.Em. Card. Angelo Scola alla Città nel giorno di Sant’Ambrogio (7 dicembre 2012), quando annunciò l’anno costantiniano dicendone il senso: una celebrazione della libertà religiosa, come fondamento indispensabile per la libertà integrale dell’uomo. Un secondo momento di grande spessore culturale è stata la Mostra a Palazzo Reale “Costantino 313 d.C.”. Il terzo momento è stato il Convegno internazionale su “Costantino a Milano: l’editto e la sua storia”. Quarto momento e cuore dell’anno è stata la visita dell’Arcivescovo di Costantinopoli, il patriarca Bartolomeo. Altri momenti importanti saranno, sul versante civile, un Convegno che in ottobre vedrà l’incontro delle sette città cointeressate a Costantino (Milano, Roma, Istanbul, Gerusalemme, Nis, York, Treviri); sul versante religioso, una serie di celebrazioni volte ad aiutare le comunità cristiane della Diocesi a risalire con gratitudine alla loro origine “patristica”, prendendo contatto coi siti e le grandi basiliche milanesi del IV secolo. La Chiesa di Milano da anni lavora per approfondire il dialogo ecumenico e questo evento ne è un coronamento. La formella commemorativa, ideata da Chiesa Oggi e donata dall’Arcivescovo alle comunità cristiane della Diocesi, deve essere un monito perché ogni credente sia rispettoso della libertà religiosa e la sappia riconoscere anche per gli altri. Se essa è riconosciuta, la dignità della persona è rispettata; ma laddove è negata si offende la dignità umana e insieme si minacciano la giustizia e la pace, le quali si fondano su quel retto ordine sociale costruito alla luce del Sommo Vero e del Sommo Bene. Questa libertà la esigiamo per tutti. Per riscoprire così il compito di Milano in Europa, preparando nel modo migliore la Città per il prossimo grande evento che l’attende: l’Expo 2015.
S.E. Mons. Erminio De Scalzi