LA FORMELLA COMMEMORATIVA

In hoc signo vinces: con questo segno vincerai. Lo scontro avvenuto il 28 ottobre 312 tra le truppe di Costantino e quelle di Massenzio in prossimità del Ponte Milvio a Roma resta nella storia per questa frase, riferita da Eusebio, che spiega di aver avuto la notizia direttamente dall’imperatore. Costantino avrebbe sognato, la notte precedente la battaglia, che avrebbe sconfitto Massenzio, il dominatore di Roma accusato di essersi ribellato al tetrarcato che governava l’impero, se le proprie truppe avessero esposto lo staurogramma, ovvero il segno della croce composto dalle lettere greche “chi” e “ro”, a loro volta espressione della parola “Cristo”.
Al di là dell’evento, circonfuso delle imprecisioni dovute alla distanza cronologica e ai tanti racconti fioriti al riguardo, resta il fatto che in quel momento trionfa la croce nell’impero che aveva praticato la persecuzione proprio contro coloro che ne erano i seguaci, i cristiani.
Con la vittoria di Costantino si afferma la supremazia del cristianesimo. Ma, a dispetto del fatto che questo si compia in Roma nel 312 per via militare, la verità vera si afferma l’anno successivo a Milano, con la proclamazione dell’Editto di Costantino e Licinio, in cui si stabilisce per la prima volta nella storia la libertà di culto.
Qui sta la vera vittoria: la libertà di esercitare la fede è conferita ai sudditi da un imperatore che è figlio di una donna del popolo, Elena, la quale è colei che si adopera per portarlo sulla strada della conversione: senza dubbio alcuno, al di fuori di qualsiasi enfasi retorica, anzi, malgrado la forza del pregiudizio verso le donne e solo in virtù dell’onestà intellettuale e dell’integrità morale di Sant’Ambrogio, uomo probo che fu eletto a furor di popolo vescovo di Milano. Ambrogio fu il primo a riferire sul ruolo cruciale della madre dell’imperatore.
Con l’Editto di Milano il cristianesimo può dispiegare apertamente la sua vera forza, che si fonda non sulle armi ma sulla verità, sul rispetto per l’altro, sull’amore gratuito. L’impero restituisce alle comunità cristiane le sue chiese, oltre a consentire che altri, nuovi luoghi di culto siano eretti. Così, è con questo gesto che nasce la città europea: quella che si raccoglie attorno alla propria cattedrale, e che nel luogo di culto riconosce la sede e l’espressione della propria identità. Dal 313 in poi sorgeranno le chiese: a Roma, a Gerusalemme, a Bisanzio, ovunque.
Capolavori di architettura, espressioni di fede. Le chiese che diventeranno il segno distintivo di tutte le città e i paesi e i borghi del continente.
Nelle metropoli oggi ci sono case, palazzi, uffici, grattacieli, officine, tanti edifici privati e tanti edifici pubblici. Ma ci sono, ancora e sempre, anzitutto le chiese: nel centro dei luoghi storici, così come nei centri delle periferie senza altri segni di identità.
Nel 2013, DI BAIO EDITORE – CHIESA OGGI architettura e comunicazione, in occasione del 1.700mo anniversario dell´Editto di Milano, ha ideato il progetto La Formella costantiniana, che si pone quale “testimonianza materica” di questo storico evento. In questo anno, CHIESA OGGI architettura e comunicazione, rivista volta a diffondere le espressioni architettoniche dell’edificio di culto cristiano, raggiunge un significativo traguardo: il n. 100 della rivista, nata nella Diocesi ambrosiana. Il progetto ha visto l’avallo della Arcidiocesi di Milano e per questo ringraziamo Sua Eccellenza Monsignor Erminio De Scalzi.
DI BAIO EDITORE – CHIESA OGGI architettura e comunicazione ha riconosciuto nella GAMMA DUE di Sassuolo un’azienda italiana dotata di sensibilità artistica e validità realizzativa di primissimo livello, per qualità prodotto ed efficienza logistica, capace di tradurre la nostra idea in una formella commemorativa, che potrà essere incastonata a memoria storica in ogni chiesa.
La formella riproduce il Cristogramma e le due date A.D. 313 – A.D. 2013 a ricordo del 1700mo anniversario delll’Editto di Costantino e Licinio.

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