ALTARE, UNICO FUOCO DELL’ELLISSE

Il tamburo ellittico entro un romboide plasma un esterno e un interno tra loro congruenti: l’edificio si rivolge all’intorno e si raccoglie su un chiaro centro, mentre i percorsi di accesso segnano linee che preparano l’impulso verticale nel lucernario. La forma studiata da Silvia Lensi è densa di simbologia.

C’è qualcosa che ricorda S. Sofia di Costantinopoli, in questa nuova chiesa di San Miniato: il tamburo che si eleva su una costruzione le cui pareti esterne si dilatano protettive tutto attorno. E in alto, lungo il perimetro, tante finestre allineate come una corona di stelle che sembra far levitare la copertura. Qui sono 53, a Costantinopoli 40 e l’effetto, pur nella disparità volumetrica, è simile. Tutta la chiesa appare come un vortice incentrato sull’altare.
“Ho invitato l’architetto Silvia Lensi a pensare la chiesa come lo spazio che sta attorno all’altare”.

Vedi il video della consacrazione
pro.dibaio.com/sanminiato-video“Qui si dispongono i fedeli – scrive il parroco e liturgista, Mons. Luciano Niccolai – Lo scopo è stato raggiunto. La forma ellittica ci fa sentire accolti, quasi abbracciati da Dio”.
La stretta collaborazione tra committente e progettista ha consentito di tradurre gli aspetti simbolici in soluzioni geometriche semplici. I simboli sono di importanza fondante per l’architettura delle chiese. Il problema è trovare il modo di porgerli in modo che siano significativi per l’oggi: e questo, qui avviene.
“L’ellisse – spiega Niccolai – richiama la conchiglia e l’altare è pensato come la perla”: richiama il senso della vita, della sepoltura e della resurrezione.
L’altare ha la forma di un ceppo d’albero e, a ulteriore pregnanza simbolica, la sua base è stata fusa a Velehrad, in Cechia, dove è sepolto Metodio, compatrono d’Europa. Pur di piccole dimensioni è ben evidente: il lucernario lo illumina dall’alto e la sua centralità è sottolineata dalla pedana sopraelevata e dal fatto che tutto gli ruota attorno.
Veramente inconsueto è che non sia “disturbato” da altri elementi che spesso trasformano il presbiterio in un palcoscenico. A corona stanno tabernacolo, croce e ambone. Il tutto entro uno spazio di eterea luminosità, scandito al perimetro da dodici colonne, come dodici sono le luci sul lampadario circolare…VETRATE E PORTALE PRINCIPALE
Il portale d’ingresso in bronzo titolato, realizzato con l’antica tecnica della fusione a cera persa, è inserito in una “cornice” di vetri soffiati policromi bianchi e gialli che richiamano e introducono la luce della trasfigurazione su uno sfondo infinito di azzurri.

AREA BATTISTERO E PENITENZIERIA
Nella vetrata della zona battistero si è rappresentato l’elemento acqua, non è un’acqua ferma, stagnante, ma un’acqua viva “che zampilla per la vita eterna” come dice Gesù alla Samaritana. Ma è anche acqua di purificazione, elemento vitale esistente sin dai primordi della creazione. La luce che filtra si nutre degli azzurri luminosi della vetrata e per un effetto naturale “bagna” il fonte battesimale ad evocare lo Spirito Santo che feconda l’acqua.
Nella vetrata della zona penitenzieria è stato rappresentato l’elemento fuoco, che trasforma e purifica gli uomini, che li redime dai peccati e li conduce sulla giusta via ma anche fuoco come simbolo della presenza di Dio, del roveto ardente, fuoco della Pentecoste.
”Tu sei fuoco che arde sempre e non consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell’anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza e illumini la mente con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la Tua verità” (S. Caterina da Siena, Dialogo della Divina Provvidenza).

LA VETRATA DELLA ZONA EUCARISTICA
“Io sono il pane di vita” (Gv.6,50). Il pane spezzato, gesto che fa riconoscere Gesù e richiama all’ultima cena quando è stata istituita l’Eucarestia.
La sua forma circolare ricorda il disco luminoso del sole: dopo la morte, la resurrezione. Il Suo sacrificio è rappresentato attraverso il vibrare delle diverse tonalità del rosso, che richiamano al sangue sparso, una fascia luminosa unisce il cielo alla terra; l’umanità è redenta. Lateralmente si può intravedere la forma di una fiamma, il roveto ardente, simbolo della presenza di Dio.

VETRATA NELLA CAPPELLA DELLAMADONNA
La parete si apre con una vetrata dedicata alla rappresentazione della Madonna. Una fascia di cielo blu è illuminata da una stella e dalla luna, ambedue legate da un nastro azzurro: “È il più immateriale dei colori che attira l’uomo verso l’infinito e risveglia in lui il desiderio della purezza e una sete di soprannaturale” (Vassili Kandinsky). Stella del mattino, guida e luce nelle tenebre notturne. Per questo bozzetto si è fatto riferimento ad alcuni brani di padre Davide Maria Turoldo: “Già all’origine eri presente, nella Promessa da cui si muove la storia del mondo, verrà una donna…”. Luce dell’universo, piccolo punto luminoso che diventa come cometa nel cosmo.

VETRATA DELLA SACRESTIA
Su un trasparente cristallo prende forma un albero verde azzurro le cui fronde si espandono lungo tutta la vetrata: è l’Albero della Vita, che si immette su un grande giardino, quasi un richiamo al giardino dell’Eden.
La trasparenza del cristallo accostato con il vetro soffiato policromo permette di dare l’illusione di un interno/esterno.

VETRATE OVEST E EST
In queste due vetrate, rispettivamente a destra e a sinistra dell’altare, sono state rappresentate in modo completamente astratto la Passione e la Resurrezione di Cristo. La caratteristica propria delle due vetrate è il colore con cui si idealizza il momento liturgico: il viola e il rosso della Passione con pochi tagli duri e netti, e il giallo e il bianco della Resurrezione, trapassati dalla luce dello Spirito Santo.Progetto architettonico e d.l.: Arch. Silvia Lensi, San Miniato
Progetto strutturale e d.l. : Ing. Sergio Gronchi, S. Croce sull’Arno
Liturgista: Mons. Luciano Niccolai
Copertura in legno lamellare: Holzbau, Bressanone (Bolzano)
Banchi e arredi: C.B.M., Asolo (Treviso)
Organo: Puccini Organi, Migliarino Pisano (Pisa)
Opere artistiche: vetrate e portone in bronzo M° Albano Poli, Progetto Arte Poli, Verona altare, ambone, custodia eucaristica (in bronzo) Otmar Oliva icona della Madonna: Alexander Stal’nov
Foto: Arch. Silvia Lensiè presente a Roma nella sua nuova Galleria D’arte
pro.dibaio.com/progetto-arte-poliQuando molti imboccavano strade alternative per il futuro
pro.dibaio.com/holzbauLa forma ellittica dell’aula, raccolta attorno all’altare, ha richiesto la disposizione di banchi coerenti con questa spazialità che non solo esalta il fulcro della celebrazione, ma favorisce anche la socialità tra le persone. Di qui la scelta di banchi curvi, realizzati dalla C.B.M. di Asolo (Treviso) che, seguendo la curvatura dell’ambiente, abbracciano la pedana su cui si trova l’altare. Trattandosi di un nuovo edificio, è stato preferito per i banchi un modello dalla linea semplice, con seduta anatomica, in essenza di frassino sbiancato. Si è pensato che una colorazione chiara del legno potesse meglio caratterizzare questa chiesa dedicata alla Trasfigurazione di Gesù, momento di intensa luminosità. Oltre alla luce naturale proveniente dalle grandi aperture, per favorire questo effetto di luminosità, èstato scelto di utilizzare all’interno dell’ambiente colori chiari, a partire dalla copertura in legno di larice sbiancato, calando con le pareti tinte di bianco fino al pavimento di pietra rosata chiara di Gerusalemme e, a completamento, le porte interne in legno sbiancato e i banchi in frassino sbiancato.La chiesa della Trasfigurazione del Signore a San Miniato Basso (Pisa) si sviluppa con forma ellittica attorno al punto focale rappresentato dall’altare, che è posto al di sotto del grande lucernario, ricreando l’idea di un abbraccio di Dio verso i fedeli.
Tutti gli elementi strutturali e architettonici contribuiscono a generare questo effetto: dai banchi (400 posti a sedere) disposti a semicerchio, alla copertura con travi in legno lamellare realizzata da HOLZBAU di Bressanone (Bolzano) (Project Manager: Ing. G. Brentari; progetto statico/ costruttivo: Ing. G. Brentari/ H. Verginer). Le travi in legno lamellare sono disposte a raggiera e convergono internamente sull’ampio lucernario costituito da un anello in acciaio coperto a sua volta da una struttura in vetro che sporge all’esterno del tetto stesso, mentre perimetralmente le travi scaricano il proprio peso sui setti curvi in cemento armato rivestiti in facciata con pietre provenienti da Betlemme.

DISEGNO GEOMETRICO E MONTAGGIO
La geometria della copertura è molto complessa poiché non si tratta di un ellisse regolare con punti focali centrali, ma di una forma assolutamente eccentrica e asimmetrica. Questo aspetto ha richiesto molta attenzione nella progettazione esecutiva della struttura in legno lamellare, sia nel calcolo statico, sia nell’elaborazione grafica. In entrambe queste fasi si è modellata la struttura nel tridimensionale, per definire al meglio problematiche e criticità legate alla spazialità asimmetrica che caratterizza il progetto architettonico. Anche nel montaggio della copertura si sono considerati questi aspetti, trattandosi di struttura spingente che funziona staticamente in maniera corretta nella sua globalità solo quando tutti gli elementi sono posizionati.
In tal senso si è dapprima messo in quota il grande lucernario metallico sorretto da un ponteggio provvisorio, poi sono state posate tutte le travi principali a raggiera in legno lamellare e le altre orditure secondarie trasversali. Solo a questo punto si è tolto il ponteggio di appoggio provvisorio e la copertura spingente ha potuto sviluppare le forze nello spazio come da progetto. Per quanto riguarda l’architettura degli interni, è da sottolineare come gli arredi di tonalità chiara, insieme con l’orditura della copertura in legno lamellare scelta con finitura di colore bianco, si fondono con la luce proveniente dal lucernario della copertura stessa e dalle vetrate di facciata dando luogo ad un’atmosfera interna calda e luminosa.pro.dibaio.com/holzbau-trasfigurazione

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