Editoriale

BELLEZZA E QUOTIDIANITA’
artigianato e Italian Style

Se l’attenzione verso la salubrità dell’ambiente nasce in epoca recente, la sensibilità verso le manifestazioni dell’ar te e dell’architettura e dunque verso il bello ha radici molto più antiche. che confermano come l’uomo, nel corso dei secoli abbia sempre cercato di appagare il proprio senso estetico. Spesso considerata secondaria, rispetto alla cultura artistica “alta”, intesa come colta disciplina del momento creativo, la produzione delle arti applicate e degli oggetti artistici ha in realtà dato sempre contibuti determinanti per la definizione dei caratteri specifici di popoli e culture. E, non di rado, anche il rapporto fra “arti minori” e “arti maggiori” ha registrato interessanti fenomeni di osmosi. Così come molte arti decorative (ricordiamo l’intaglio ligneo e lapideo, l’intarsio ligneo, il mosaico vitreo ecc.) il ferro battuto si è fatto interprete nel corso dei secoli di una corale esigenza di bellezza nella quotidianità manifestandosi nella complessità della “Serrurie monumentale” o nella semplicità di utensili e complementi d’arredo. Strettamente legato alla figura mitica dell’Homo Faber, al costruttore di oggetti – e il quadro qui a fianco lo testimonia “Vulcano fabbrica le frecce ad Amore” di Alessandro Tiarini (1577 -1668) – il ferro battuto rappresenta più di ogni altro, e in modo esplicito, la capacità dell’uomo di “piegare” la materia e con essa la natura, alle proprie esigenze. Esigenze a cui il processo di industrializzazione ha tolto fascino e consapevolezza riducendolo a prodotto di serie. Il nostro tentativo è dunque quello di riportare l’attenzione sul manufatto e prima ancora sul progetto evidenziandone la carica innovativa. Se l’arte applicata, come abbiamo scritto poc’anzi evidenzia il carattere di un popolo, nel futuro, sempre di più, la globalizzazione proporrà nuovi approcci a questo materiale facendosi espressione (così come sta avvenendo nel design, nel cibo, e nella moda) di una fusion che mutua le sue caratteristiche da diverse culture. La sfida, a nostro avviso, sarà acquisire nuovi stimoli senza perdere la propria identità geografico-storica dando corpo dunque a uno Italian Style anche per questa nicchia di imprese, spesso ancora a carattere squisitamente artigianale. La nostra rivista, Il Ferro battuto, vuole dunque farsi autentico “mezzo” di comunicazione dando immagine e voce non solo ai protagonisti di questo comparto ma anche a coloro che per vocazione culturale o per nascita ne potranno indicare i futuri sviluppi. Un’evoluzione che non può prescindere da un’approfondita indagine sul passato e da un dibattito storico – critico che ne evidenzi l’importanza all’interno del linguaggio architettonico europeo e italiano in particolare.
Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

 

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