Editoriale

Si parte sempre dalla “qualità” del calore. La stufa distribuisce il caldo in maniera dolce e uniforme perché lo fa in modo
indiretto: il fuoco della legna scalda le sue pareti che, dopo aver accumulato calore, lo disperdono poco alla volta
nell’ambiente. È questa sua ‘moderazione e continuità’ che la rende il diffusore più gradevole e salutare; inoltre, come
effetto collaterale, la stufa non secca l’aria, perché cede all’ambiente parte dell’umidità sempre presente nella legna, per
quanto stagionata. Già duemila anni fa questo modo di riscaldare le stanze ‘per irraggiamento’ veniva utilizzato nelle terme pubbliche come nelle ville private di tutto l’impero romano. A quel tempo gli elementi diffusori erano dei tubi in cotto
posti dentro le pareti, che convogliavano l’aria calda immessa sotto il pavimento e rendevano la distribuzione del calore
perfettamente uniforme. Dopo la caduta dell’impero romano tutto decadde e da tale sistema efficace ma costoso si
passò alla stufa in muratura, che in origine era solo un forno per il pane messo all’interno di un ambiente. Per ragioni di economia l’impiego della stufa portò a concentrare la vita della famiglia in una sola stanza dove si pranzava e si soggiornava.

Hans Sontheimer, Paura te cësadafuëch (Contadina in cucina), 1942. (50 x 40 cm)
L’immagine è tratta dal libro Hans Sontheimer. 1906 – 1981 di Paulina Moroder e Rudolf
Moroder-Rudolfine edito da Museum de Gherdëina di Ortisei.

Nelle zone alpine per isolarla termicamente dal gelo veniva foderata di legno, come ancora oggi si usa essendo il modo più confortevole di passarci l’inverno (in tedesco viene chiamata ‘stube’). Il calore anche umano di questa stanza è passato nella coscienza collettiva e, nonostante siano prevalsi altri sistemi di riscaldamento, la stufa e il camino sono rimasti sinonimo di calore familiare. La modernità ha solo portato a perfezionare il funzionamento e ad automatizzare la gestione. È di questi ultimi anni la progettazione di stufe a pellet (pastiglie) di legno che permettono l’accensione, l’autoregolazione della quantità, le modalità di combustione e lo spegnimento, tutto in modo automatico anche dando il comando per telefono. Ma poi, quando si arriva nella casa calda con quel tepore che solo la stufa a legna può dare, lo spirito ritorna a quella percezione di calore familiare che ci è stato tramandato nel DNA.
Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

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