Editoriale

Frank Lloyd Wright come testimonial del Camino

Avere il Camino in casa è trovare, capire, possedere il piacere di avere qualcosa che rappresenta la forza della natura.

"La legna che arde non è solo luce , calore, musicalità, è energia controllata dall’uomo e posseduta fra le mura domestiche.

Frank Lloyd Wright (1867-1959) racconta nella sua ponderosa autobiografia, quando a undici anni impara a “lavorare sul serio” in una fattoria del Wisconsin: Wright assume un atteggiamento empirico nei confronti dei fenomeni della natura, sente la natura, sente l’energia che la natura gli trasmette, energia che influenzerà tutta la sua vita e la professione di grande dell’Architettura.

La madre gli regala i Cubi di Frebel, volumi di legno con i quali impara la composizione. I primi progetti sono legati all’Ecole de Beaux Arts, con elemento fondativo basato sulla simmetria della composizione.

A Chicago dagli anni Ottanta, lavora 5 anni nello studio di Sullivan, dove apprende i caratteri artigianali dell’architettura e il ragionamento sull’organicismo, cioè che l’architettura è parte della società che si trasforma insieme al territorio e alla natura.

Architettura organica: sensibilità e confronto con la natura e traduzione di queste emozioni nel progetto e nel costruito.
All’inizio del Novecento scrive vari articoli che trattano della casa: appaiono chiari i caratteri della sua architettura, che presento volentieri e trascrivo a servizio dei nostri lettori.

…… si possono riassumere in alcuni punti:

il camino al centro, è il fulcro espressivo delle abitazioni e simboleggia le forze e l’ordine della natura, (“Provavo conforto a vedere il fuoco ardere nel profondo delle mura solide della casa” scrive Wright); ricerca di pluridirezionalità, con incrocio di assi, spazi interni collegati, senza divisioni, pareti o porte; attenzione ai materiali, privilegiando quelli naturali, legati al luogo; attenzione ai colori della natura, senza usare i colori primari.

A Wright si deve anche la "distruzione della scatola" tradizionale della casa, intesa come rifugio dell’individuo e della famiglia: egli crea un nuovo tipo di interazione tra interno ed esterno, facendo uso di muri continui, che dirigono e unificano lo spazio.

Ben vengano allora quelle abitazioni in cui il camino è protagonista, tanto più quando le abitazioni già nella loro pelle esterna denunciano la presenza del focolare… nel bel libro che abbiamo pubblicato, “I CAMINI DI VENEZIA” a cura di Gjlla Giani ,in copertina abbiamo riprodotto una splendida tavola del Canaletto dove la fantasia dei comignoli veneziani racconta la fantasia e l’euforia decorativa della più bella città del mondo.

Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

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