Duplice piscina lineare


Sulle colline di Los Angeles, due vasche-canali a margine del terrazzamento superiore del giardino

Testi: Leonardo Servadio

Gli allineamenti si adagiano sulle isoipse aggiungendovi la loro realtà di artifizio dal sapore vagamente meccanico. L’edificio in fondo nasce da una mano che ha imparato a progettare seguendo lo stato dell’arte definito dal razionalismo lecorbusieriano, in cui vige il canto dei volumi e il respiro delle finestre a nastro entro la stereometria essenziale di cornici dal biancore astratto nella sua purezza.
La piscina, duplice in tale contesto, diventa momento di prolungamento del costruito nella natura organizzata.
Siamo sui rilievi prossimi a quella zona di Los Angeles che è tra i brani di città più noti nel mondo: Hollywood. La
città dello spettacolo, dove il confine tra fantasia e realtà diventa labile e il sogno si concreta attraverso la più
poderosa macchina per la produzione di immagini che mai l’uomo abbia generato. Ma qui non siamo di fronte
a immagini pure: l’architettura si rivela sempre fautrice di idee che diventano concretezza, generatrice di ambienti
che offrono opportunità nuove al piacere del vivere. E se Le Corbusier inventò la “finestra a nastro”, qui l’architettura
inventa una nuovo concetto: quello di “piscina a nastro”. Perché l’obiettivo è anzitutto di favorire il dispiegarsi
del nuoto in una lunga corsia.

La scenografia notturna pone in evidenza la “trasparenza” dell’edificio sullo sfondo della città che si stende più in
basso. Notevole è la parete-schermo ben visibile dalla piscina che diventa una platea acquatica privilegiata.
A destra: la seconda piscina segue il lato dell’edificio.

Vista dalla pedana del loggiato che definisce il fondale del giardino. Il bordo vasca è in doghe lignee e lo sfioro a cascata lungo tutto il margine verso valle. Una pedana in pietra circonda il focolare aperto. Sia questa vasca, sia
quella accanto alla villa, hanno la forma di canali.

Ed ecco dunque l’acqua come opportunità di esercitarsi con libertà nelle bracciate, ma anche come confine tra pendio e giardino pianeggiante: l’aspetto funzionale-sportivo unito a quello estetico grazie a una variazione dimensionale. La duplice piscina lineare non ingombra il giardino, ma ne accompagna la planimetria e offre l’occasione per evidenziarvi luoghi nuovi e originali: il braciere, anch’esso lineare coi suoi bagliori scenografici nella notte, o il pergolato che completa il bordo vasca al margine del lotto.

 

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