Due santi in rilievo


Le due gigantesche statue richiamano i modi architettonici e scultorici di Roma. L’intervento conservativo, curato dallo studio Cavina-Terra, ne ha ripristinato superfici e solidità.

L’occasione per il restauro della facciata della Cattedrale di San Pietro a Bologna è stato il Congresso Eucaristico Diocesano del 2007, a ridosso del duecentocinquantesimo anniversario della morte di papa Benedetto XIV Lambertini
(1758). Già arcivescovo di Bologna, egli promosse il completamento della facciata e, dopo l’elezione al soglio pontificio, continuò a seguirne i lavori. Alle ricorrenze celebrative, si aggiunse la necessità dovuta allo stato di degrado della facciata, che lasciava supporre anche rischi di carattere strutturale soprattutto per le grandi statue (alte 6 metri) di San Pietro e San Paolo, poste sulle volute di raccordo. Come avvenne per quasi tutte le grandi basiliche, la cattedrale bolognese fu costruita in un lasso di tempo molto lungo. Eletto vescovo nel 1731, Prospero Lambertini pose ben presto mano al completamento della quarta campata della basilica e quindi alla facciata e ne affidò i lavori a Alfonso Torreggiani, a completamento dell’impianto progettato nel 1613 da Ambrogio Mazenta e Nicolò Donati. Le particolarità
più evidenti e caratteristiche dell’opera sono le gigantesche statue commissionate in Roma ad Agostino Corsini (San Pietro) e Pietro Verschaffelt e realizzate in travertino, a testimonianza dello stretto raccordo tra la Chiesa bolognese e la sede apostolica.

Antonio A. Scarselli, Fronte della Cattedrale di Bologna come appariva, incompiuta, nell’agosto 1743, si nota il portico rinascimentale, presente prima della costruzione della facciata definitiva (miniatura, Bologna, Archivio di Stato, Insignia). In alto, una miniatura del 1754 ritrae Benedetto XIV che mostra il progetto della nuova facciata al cardinale Vincenzo Malvezzi, suo successore sulla cattedra arcivescovile (Bologna, Archivio
di Stato, Insignia). Pagina a lato, gli interventi di restauro compiuti nel periodo 2006- 2007.

Tale raccordo è evidente anche sul piano formale: a Roma diverse basiliche presentano analoghi, giganteschi apparati statuari. A Bologna le due statue sono poste in dialogo grazie alla posa chiastica delle gambe (entrambi in movimento, Pietro poggia sulla gamba sinistra, Paolo sulla destra). Entrambi i santi sono ritratti con la mano destra sollevata (Pietro compie un gesto benedicente, Paolo con energia indica il cielo) mentre con l’altra reggono i propri simboli: l’uno le chiavi, l’altro la spada.
Il restauro ha comportato la collocazione di un ponteggio a tutta altezza, che ha consentito un’accurata indagine conoscitiva e in particolare un rilievo tridimensionale tramite laser scanner, a opera del SiLab (laboratorio del Dipartimento di Architettura dell’Università felsinea) che ha generato un’immagine tridimensionale al computer di entrambe le statue nello stato precedente il restauro. Questo potrà eventualmente consentire la realizzazione di copie perfette. Le opere sono composte ciascuna da sei conci di pietra, sono alte circa 6 metri e collocate a un’altezza di 30 metri.
La statua di San Paolo, dalle indagini svolte col georadar è risultata priva di struttura metallica, tranne che per un perno di giunzione tra i due conci superiori.
Mentre all’esterno erano presenti grappe di ferro tra i conci e sciarpature e cerchiature a sostegno del braccio alzato. Il travertino presentava lesioni, fratture e distacchi dovuti all’ossidazione degli elementi metallici e all’infiltrazione
di acqua. Delle statue, come di tutta la facciata, sono state ripulite le superfici e le grappe di ferro sostituite con elementi di acciaio inox.
Per la statua di San Paolo è stata operata una ricostruzione della mano sinistra, che era lesionata, mentre la spada è stata sostituita con una copia in resina epossidica.

(F.F.)

La statua di San Paolo, prima del restauro. Si nota che la ruggine ha corroso e dilatato tutti gli elementi in ferro, sulle superfici compaiono macchie scure, depositi di polveri, efflorescenze, fessure. La statua è esposta alle intemperie. (Immagini tratte dal volume Benedetto XIV e la facciata della Cattedrale di Bologna Storia, documentazione e restauro a cura di Roberto Terra e Guido Cavina, edito da Edisai, Ferrara)

INDAGINI CONOSCITIVE: GEORADAR

I rilievi con la tecnologia georadar hanno permesso di evidenziare alcune caratteristiche morfologiche del manufatto, ad esempio la possibile presenza di un perno in corrispondenza della spalla sinistra, le variazioni di spessore in corrispondenza dell’attacco del braccio destro, la conformazione del basamento in blocchi lapidei a rivestimento di un nucleo centrale probabilmente in muratura.

INTERVENTI DI RESTAURO

 

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