Dove s. Francesco ammansì il lupo

Fu edificata nell’anno 853 per celebrare la vittoria degli Eugubini sui Saraceni: di qui l’appellativo. Restaurata grazie al contributo di Air Liquide: un esempio di come i privati possono intervenire per conservare il patrimonio architettonico.

La sua importanza, prima ancora che di carattere architettonico o artistico, è di carattere storico: san Francesco la ottenne in uso nel 1213. Notevole è la decisione del gruppo Air Liquide, leader mondiale nel settore dei gas industriali e medicinali, di sponsorizzarne il recupero: decisione dettata “dalla convinzione aziendale di integrare realtà industriale e tessuto socio-culturale” e dalla volontà di contribuire al recupero anche del patrimonio architettonico e artistico considerato minore. Si tratta di un esempio di intervento che, se seguito da altre realtà industriali, potrebbe rappresentare una soluzione per la salvaguardia dell’immenso patrimonio artistico e architettonico italiano, talvolta abbandonato proprio nelle sue parti considerate di secondaria importanza. Da questa chiesa s. Francesco operò fino al 1240 e qui si dice che nel 1220 compì il famoso miracolo del lupo ammansito. Dal 1300 la chiesa divenne convento delle clarisse. Sua peculiarità sono i cicli pittorici della vita di s. Francesco e della Madonna, nonché i molteplici affreschi stratificati per la consuetudine medievale di riaffrescare su superfici già pitturate. I muri della chiesa sono in pietra, con numerosi inserti di elementi in cotto. La struttura architettonica, semplice e compatta, accorpa in un unico volume lo spazio di culto e gli ambienti un tempo preposti all’accoglienza dei pellegrini o all’abitazione per i religiosi. All’interno la navata è a pianta rettangolare con volta a ogiva; a ovest dell’ingresso si trovano la sagrestia e i locali sino a qualche tempo fa occupati dal custode. La sacrestia è affrescata su tre lati, con una fascia continua che corre a 2 metri di altezza: vi sono illustrati diversi aneddoti sulla vita di san Francesco. Le scosse sismiche degli anni Ottanta e quelle più recenti del settembre 1997 e dell’aprile 1998 hanno causato alcune lesioni nei punti di massima sollecitazione. Un’altra fonte di degrado è stata l’umidità di risalita. L’intervento ha portato al consolidamento delle strutture, alla pulizia e al ripristino delle superfici esterne e di alcune superfici interne. Sono state messe in primo piano tutte le opere di consolidamento statico e di rifunzionalizzazione dei locali che nel corso del tempo avevano subito modifiche. Tre grandi travi di legno a sostegno del locale accanto alla sacrestia presentavano una spessa stratificazione di tempera, diventata irreversibilmente marmorizzata: la loro pulitura si è rivelata lunga ed elaborata. Nelle travi sono state inserite barre di rinforzo. Sono stati ripristinati i pavimenti in cotto nei locali annessi; sono state sostituite le tre vecchie catene ottocentesche che non garantivano più la corretta tensione. La copertura è stata sollevata per consentire la posatura di un manto bituminoso isolante e quindi ripristinata, previa pulitura dei coppi, ricollocati a vista sopra i coppi nuovi. Le superfici esterne sono state tutte ripulite. Gli affreschi, stratificati e sovrapposti, di epoca quattrocentesca e cinquecentesca, apparivano confusi a seguito delle tassellature irregolari eseguite nel passato. Si è reso necessario ricondurre tutta la fascia inferiore a una certa unitarietà tentando di riproporre una visione più fruibile e di più facile interpretazione. La pellicola pittorica riportata alla luce è stata fissata talvolta con resina acrilica applicata in bassissima percentuale. Interessante si è rivelato il recupero di alcuni frammenti, celati sotto le stratificazioni di calce, che hanno permesso di ampliare la conoscenza sull’evoluzione storica della chiesa.

La facciata della chiesa medievale San Francesco e il lupo La fascia affrescata della sacristia

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