Distinguere senza separare

Chiesa di S.Antonio a Fulgenzio (Lecce)
Progetto e d.l.: Dr. Arch. Rosario Scrimieri per Centro per l’Arte Signum, Roma
Sculture e arredi liturgici: Armando Marrocco
Consulenza artistica: Dr.Toti Carpentieri
Imprese esecutrici: Antonio Lezzi e Leo costruzioni, Lecce
Coordinatore imprese: Nicola Montinari
Arredi lignei, vetrate e restauro baldacchino: Faro Arredamenti di A. Rossetti, Galatina (LE)
Foto: Oronzo Fari, Lecce
Restauro affreschi: Adriana Falco

La chiesa è stata edificata in stile gotico pugliese con reminiscenze romaniche tra il 1901 e il 1910 accanto al Convento dei Francescani a Fulgenzio; la sua aula liturgica è stata adeguata nel 2001 sotto il coordinamento del Centro per l’Arte Signum.

L’edificio in “stile gotico pugliese con reminiscenze romaniche”, come scrive P. Leonardo Putignani nel libro “I frati minori a Fulgenzio” del 1956, ma quanto mai severo ed essenziale, si caratterizza per i suoi rapporti volumetrici chiari ed unitari e presenta dietro una facciata romanica affiancata da due torri campanarie un interno declinato nei ritmi dei pilastri a fascio e delle volte a crociera, su una pianta di matrice gotica con le ricchissime figurazioni cromatiche opera del padre Raffaello Pantaloni. Dal 1910, come in una sorta di novella “fabbrica”, molteplici e costanti interventi si succederanno nel tempio, vuoi nella direzione del nuovo che in quella del restauro e del recupero.

Armando Marrocco ha inventato un altare formato da due elementi monolitici: un blocco di base su cui sono presenti ad altorilievo tralci di vite e spighe di grano. La lastra della mensa è scolpita a mo’ di tovaglia. L’ambone è un monolito scolpito come un grande panneggio; sull’altare di sinistra, il tabernacolo è strutturato secondo forme sferoidali.

La ristrutturazione e l’adeguamento del presbiterio, ultimati nel novembre del 2001 in una con il restauro parziale degli affreschi ad opera di Adriana Falco, identificano gli aspetti più recenti di tale filosofia. La constatazione, avvenuta nei primi mesi del 1996, essendo superiore del Convento padre Rosario De Paolis e parroco padre Domenico Pulimeno, della necessità del rifacimento della pavimentazione in battuto di cemento dell’area presbiteriale e le inquietanti lesioni delle colonne del baldacchino ivi esistente, avevano riproposto la complessità del problema e l’urgenza della sua risoluzione. Nell’imminenza del centenario dalla posa della prima pietra i frati, dopo un’attenta e prolungata verifica, avvalendosi anche di alcuni apporti esterni non ultimo quello di chi scrive, conferirono, nell’ottobre del 1996, al Centro per l’Arte SIGNUM di Roma l’incarico di elaborare un “progetto complessivo” per la sistemazione dell’area presbiteriale e della penitenzieria. L’architetto Rosario Scrimieri e lo scultore Armando Marrocco e il gruppo di esperti del Centro per l’Arte SIGNUM, avvalendosi dei contributi della committenza, ma anche di liturgisti, di critici e di storici dell’arte, ciascuno nell’ambito della specificità delle proprie competenze, hanno elaborato una sorta di progetto complessivo articolato in quattro punti/obiettivo: la rilettura unitaria dello spazio presbiteriale; la centralità dell’altare disponendo su quote diverse gli altri elementi a forte connotazione liturgica come l’ambone e la sede del presidente; la funzionalità dello svolgersi delle celebrazioni e delle concelebrazioni all’interno della realtà comunitaria; l’essenzialità delle scelte formali ed iconografiche tenuto conto delle complesse forme architettoniche e delle ricchissime figurazioni pittoriche esistenti. Il progetto si è concretizzato nel distinguere, senza alcuna separazione, lo spazio della sacra celebrazione da quello dell’ascolto, nella sostituzione del pavimento in battuto di cemento ed inerti colorati con un altro in marmo rosa aurora del Portogallo articolato su più livelli funzionali nel rispetto delle esigenze che caratterizzano i poli celebrativi della liturgia (l’area presbiteriale conferma la sua quota sul piano dell’assemblea e modifica anche la forma avanzando verso l’aula e incurvandosi verso la zona centrale), nella rimozione della balaustra in marmo, nel trasferimento del baldacchino al piano superiore nel coro dei frati per un ben definito e totale utilizzo del presbiterio , nella realizzazione dell’altare e degli arredi sacri con il nuovo tabernacolo posizionato sull’altare di sinistra dedicato all’Immacolata.
Toti Carpentieri

Il Vescovo: La ristrutturazione del presbiterio dell’insigne chiesa di Sant’Antonio a Fulgenzio di Lecce rappresenta quanto di meglio si poteva sperare dopo il Vaticano II. Si tratta, infatti, di un’opera che risponde appieno alle istanze liturgiche e, salvando il gran pregio delle pitture di P. Pantaloni, consente ai fedeli di poter fruire di celebrazioni serene che mettono in luce il fulgore della S. Liturgia, che ha bisogno di segni e di ambientazione idonea. Il trasferimento del baldacchino, peraltro di scarso pregio, in altra sede, e ancor più la collocazione della Cattedra, dell’ambone e dell’altare, tutta opera pregevolissima di uno degli artisti sacri più noti tra quelli viventi, con il trasferimento dell’Eucaristia in apposito altare laterale, han consentito di evidenziare uno spazio liturgico di grande respiro, in cui si possono tenere celebrazioni e concelebrazioni senza l’ammassarsi delle persone e con specifiche collocazioni dei loro ruoli. Le prime timide osservazioni si sono improvv
isamente dissolte di fronte ai risultati e va reso un elogio particolare allo scultore Marrocco, all’arch. Scrimieri e a tutti coloro che vi hanno lavorato, ma ancor più ai cari Frati Francescani che, prendendo il coraggio a due mani, assumendosi in proprio il grave onere dell’opera, hanno consegnato alla Città di Lecce e alla Chiesa un’opera che non esito a definire esemplare per chiunque si appresta a realizzare analoghe ristrutturazioni di chiese e presbiteri. Comporre insieme arte e liturgia è stata sempre impresa difficile e delicata, ma, in questo caso, il risultato è così felice che merita elogio, ammirazione e gratitudine. S.E.R. Mons. Cosmo Francesco Ruppi Arcivescovo Metropolita di Lecce

 

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