DINAMISMO DELLE STRUTTURE


Le due torri di Rho – Pero.

Nuove soluzioni ingegneristiche, che uniscono il getto in opera tradizionale con i sistemi di prefabbricazione, consentono di realizzare a tempo di record architetture avveniristiche.

Testo di Leonardo Servadio

La rigida stereometria ortogonale, che caratterizza la visione di oggetti e architetture in tutto il corso della storia, è stata progressivamente superata nel XX secolo per arrivare a proposte che cercano dinamiche nuove nei piani inclinati, nelle torsioni, negli aggetti. Nelle torri alberghiere (una di 70 metri di altezza, l’altra di 66 metri) del polo fieristico di Rho – Pero (Milano), l’architetto francese Dominique Perrault, raccogliendo la sfida del decostruttivismo, ha disegnato due volumi a base quadrata con inclinazioni, in direzioni differenti, di circa 5°, e con finestre disassate che accentuano la differenza con l’immagine tradizionalmente impressa sugli edifici dalla statica.

Lo strutturista (Ing. D. Insigna &C. Srl) ha risolto il problema ponendo un nucleo centrale in calcestruzzo dove sono alloggiati vani scala, ascensori e cavedi degli impianti, mentre le zone laterali sono destinate alle camere e corridoi. La struttura è stata interamente gettata in opera, con i solai dei vari piani in predalles solidarizzati alle strutture con armature portanti e getti integrativi.

Le pareti esterne, anch’esse in calcestruzzo, contribuiscono alla rigidità strutturale. L’intera costruzione è stata compiuta in 12 mesi (un piano a settimana) unendo il tradizionale getto in opera col sistema di casseforme componibili.

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