Design d’autore


Quando chi arreda la propria casa è un artista o un professionista delle arti visive, spesso eccede, per divertimento, nel creare uno spazio artificiale supercomunicativo. I risultati sono quasi sempre intriganti, per cui entrare in questo tipo di case può essere un’esperienza stimolante, arricchente, quasi mai rilassante.

In un palazzo d’inizio ‘900 a Milano un giovane regista di teatro ha voluto ricreare un ambiente anni ‘60 lasciando inalterata la struttura originaria, a cominciare dalle pareti e dai pavimenti fino alle porte interne tipiche di cent’anni fa. Accanito collezionista d’opere d’arte e di design italiano degli anni ‘60 e ‘70, per la sua abitazione ha realizzato con competenza degli ambienti veramente unici. Nel suo studio (foto grande) è notevole la strana discrepanza che si produce tra la struttura della stanza d’inizio ‘900 e alcuni pezzi di “design radicale” come la poltrona “Throw-away” di
Willie Landels del ‘65 e la sedia “Selene” di Magistretti del ‘69, contraddetti dalla presenza di una scrivania dello stesso periodo della casa. E’ una forma di eclettismo esasperato tra epoche incompatibili che raggiunge un effetto quasi metafisico.

Nelle foto: Poltrona “Throw-away” di Willie Landels, Zanotta sedia “Selene” e lampada da terra in vetro opalino “Chimera” di Vico Magistretti, Artemide.
Seduta circolare, “Osorom” di K. Grcic, Moroso.
Poltrona “Cocca” di Carlo Colombo, Arflex.

La casa di Venezia di una nota designer e performer è quanto di più lontano si possa immaginare dagli interni tutti stucchi e seminato della tradizione veneziana. Giunta alla ribalta all’inizio degli anni ‘80 con la sua azione di protesta per il degrado della città invasa dai topi (ha disceso il Canal Grande a bordo di una barca trasformata in un enorme topo) ha continuato a scandalizzare con le sue collezioni fuori misura, come quella istoriata da santi e da cuori sanguinanti tra le spine e i perizomi in pelliccia e lamé d’oro per turisti iperdecadenti. Questa casa è il suo luogo di riflessione, la fucina dei suoi nuovi progetti, e ha dei punti fermi come la scultura di Ludovico de Luigi appesa al soffitto “Il colombo che divora il turista” o il divano “Tramonto a New York” di Gaetano Pesce.

A Venezia, vicino al Ponte dell’Accademia, una designer d’avanguardia
ha riempito lo spazio della sua piccola casa con tanti oggetti surreali.

Divani: in primo piano “Tramonto a New York“, di Gaetano Pesce, Cassina; a destra “La cova” di Gianni Ruffi.
Elemento specchiante decorativo “Uno più Uno”, design Laudani & Romanelli, Glas
Poltrona “La smorfia” di Gaetano Pesce, Meritalia.

È la casa-atelier di un’artista, quella che con i suoi colori caldi e plasticosi cattura l’attenzione qui a sinistra.
Sopra c’è lo studio, sotto la zona di ricevimento e conversazione: sembra di entrare in uno dei quadri del pittore tanto la realtà viene stravolta e trasfigurata dalla forma e dal colore. L’emozione di sedersi in una di queste poltrone gonfiabili di plastica arancione vuole essere un momento d’iniziazione alla sua pittura, fatta di colori magmatici che
metaforicamente tentano di avvolgerti. Un artista è giusto che abbia qualcosa di più e di personale da comunicarti: qui lo fa attraverso l’arredamento.

I toni caldi dell’arancione avvolgono in doppia altezza il soggiorno del pittore
Romano Notari suddiviso in zona studio (in alto) e in area conversazione in basso.

Tre poltrone gonfiabili “Blow” disegnate da De Pas, D’Urbino e Lomazzi, Zanotta.
Sedute in policarborato “Bella rifatta” di William Sawaya disponibile in sei colori, Sawaya&Moroni.
Lampada da terra in plexigas termoformato “Floob” di Karim Rashid, Kundalini.

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