Dal fienile alla casa


Recuperato così come avrebbe dovuto essere

Progetto e foto di Vittorio Fava, architetto
Servizio e testi Leonardo Servadio

È un volume di discrete dimensioni, in cotto, con copertura a doppio spiovente. Sorge nella campagna del Modenese, presenza solitaria nella pianura. Era usato come fienile e all’origine aveva un ampio porticato sul fronte che in epoca più recente è stato chiuso con pareti in mattoni per aumentare lo spazio chiuso disponibile per il ricovero.
Lo stato di abbandono in cui si trovava era in certo modo esemplare dell’evoluzione subita dalle campagne negli ultimi decenni, ma la struttura in mattoni sostanzialmente sana permetteva di pensare a una ristrutturazione.
Il tetto, in parte crollato, è stato completamente rifatto con una nuova struttura in legno, tavelle e coppi recuperati
dal fabbricato esistente, mentre le murature portanti sono state consolidate.
Sono state totalmente eliminate le tamponature che erano state poste nella zona del porticato originale, per liberare quello spazio e restituirlo alla sua funzione primaria.

Allo scopo di aggiungere un elemento di raffinatezza pur nella coerenza del disegno e nel rispetto della tradizione, si è deciso di ricavare due archi alle imboccature laterali del portico e, coerentemente con questi, quattro aperture ad arco sono state praticate nella parete nord dell’edificio, quella opposta al lato col porticato.
Inserendosi nell’ordine dettato dalla presenza di cinque paraste in evidenza sul muro verso nord, alle quattro aperture ad arco del livello basso sono state fatte coincidere altre quattro finestre al livello superiore.
Così, alla parete cieca nella parte alta del fienile, ha fatto seguito una facciata scandita da aperture ordinate e allineate, che rendono varia la presentazione dell’edificio e lo mostrano nella sua nuova destinazione di casa.
L’elaborazione del porticato sulla fronte sud ha definito uno spazio domestico, un’area di mediazione con la campagna che, grazie anche alla presenza di alcuni alberi vicini, risulta gradevole abitare: per il gioco dei bimbi, per il relax, per consumare i pasti all’aria aperta.
Allo scopo, gli elementi della cucina sono stati disposti al piano terra, proprio a fianco dell’accesso laterale dal portico.
Le dimensioni del volume agricolo hanno consentito di ricavare una casa dagli spazi ampi e ariosi.

L’antico edificio (foto in basso a sinistra) mostrava una muratura sana. Operando su questa è stato possibile recuperare il cotto adatto alla realizzazione di un nuovo edificio con materiali antichi.
È notevole il fatto che il fienile fosse “orientato”: col lato dell’originario porticato verso sud.
Recuperato questo ambiente alla sua funzione propria, esso serve anche per il controllo ambientale interno, offrendo un
filtro d’ombra per i mesi estivi mentre permette al basso sole invernale di battere sulla facciata.
Nella pianta a destra si evidenzia la cantina umida che separa cucina e pranzo.

Le scale interne e i soppalchi

Lo spazio interno del “fienile” riabitato è diviso su due livelli da un solaio retto da una struttura mista con travi a vista
e pioli connettori e travi in acciaio nello spessore della muratura, che è pavimentata in listoni lignei.
L’uso del legno all’interno dell’edificio è diffuso, e lo si apprezza anche nei gradini delle scale. I materiali primari della fabbricazione sono quelli più consueti e storicamente radicati: cotto (usato anche per la pavimentazione del livello basso), legno, intonaco (per le pareti interne) e ferro (la struttura delle scale e la ringhiera, che protegge il livello superiore verso lo spazio a doppia altezza lasciato in coincidenza con l’accesso dal portico al salone che si apre al livello basso).
In pratica il salone, che è lo spazio mediano dell’edificio e si estende per 60 mq, gode di uno sfondato (foto in basso a sinistra) presso la controfacciata sud, ove si inerpica la scala che conduce allo spazio aperto al livello superiore, che risulta pertanto un raddoppio in altezza del soggiorno (foto in basso).
Il duplice soggiorno resta così come il luogo baricentrico della casa, ma nello stesso tempo uno spazio aperto nelle
diverse dimensioni: consente infatti di abbracciare con la vista l’intera dimensione dell’altezza dell’edificio, così come il suo sviluppo in profondità.
Accanto al soggiorno si apre, al piano terra, da un lato il duplice ambiente cucina-sala da pranzo e, dall’altro lato,
un tinello e una lavanderia. Al livello superiore, dall’ambiente centrale si accede da un lato a un locale studio e,
dall’altro, alla camera da letto padronale.
Da questa si eleva la seconda scala (foto a sinistra) che conduce a un soppalco.

La copertura

Le tavelle a vista sono quelle recuperate dal fienile preesistente, ripulite e sabbiate. La struttura portante del tetto è stata realizzata con legno massello nuovo e poggia sulle pareti laterali (si tratta di muri a “tre teste”, il cui spessore cioè è quello di tre mattoni accostati) e sui due muri divisori interni, realizzati nuovi con blocchi Poroton.
Il pacchetto coibente del tetto è composto con fibra di legno e con uno spessore libero per la ventilazione sotto i coppi, che sono anch’essi di recupero dal tetto preesistente.
L’altezza totale dell’edificio è di circa 9 metri al colmo, quindi la prospettiva interna dal piano terra è impressionante
e dà un senso di ampiezza notevole: lo spazio è più che sufficiente per ospitare i tre livelli in cui si divide il volume col soppalco sopra la camera da letto padronale.
La luce filtra, oltre che dalle finestre, da due lucernai.
È interessante notare che alcune delle tavelle di recupero sono state utilizzate per la pavimentazione della cucina,
dopo essere state ripulite e oliate, ottenendo così una tinta morbida ed elegante, consona al disegno e all’età dell’edificio.

La facciata settentrionale. I muri perimetrali sono tutti a tre teste. Gli archi delle aperture al piano terra sono stati
montati con i mattoni recuperati nel realizzare le aperture nel muro stesso: si tratta di mattoni pieni fatti a mano.
Gli intonaci interni sono tutti traspiranti.

Le murature: mattoni di recupero

I muri sono stati mantenuti: non vi sono problemi di umidità di risalita essendo la falda acquifera molto bassa; pertanto le strutture si sono mantenute sane ed è stato sufficiente ripulire le pareti, spesse a sufficienza per garantire un adeguato isolamento termico.
Le opere nuove (apertura di archi e finestre) sono state realizzate con mattoni di recupero: i mattoni della muratura
esistente sono stati tolti ove necessario e ricollocati per definire i nuovi prospetti dell’edificio.
I mattoni così recuperati sono stati usati anche per le pavimentazioni esterne del portico e dei marciapiedi perimetrali.
Si nota che per le finestre superiori non è stata realizzata la cornice in mattoni verticali, allo scopo di mantenere,
per motivi di pulizia del disegno architettonico, i corsi dei mattoni esistenti.
La differenza di colore dei mattoni è dovuta alle differenti condizioni di cottura degli stessi.
Le fondazioni sono state rinforzate e per sicurezza è stato collocato un vespaio in ciottoli di circa 40 cm sotto il massetto.

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