In un vecchio magazzino della Milano paleoindustriale. Un esempio di come conservare lo spirito e lo spazio di un laboratorio industriale adattandolo alle esigenze della vita domestica e professionale, e nello stesso tempo trasformandolo, secondo il proprio Progetto: Giorgio Martino archetto Siamo in quella che una volta era una delle zone industriali più attive di Milano, ora oggetto di profonde trasformazioni. I nuovi poli universitari e le riconversioni d’uso di questi ultimi dieci anni l’hanno profondamente modificata attirando nuove categorie di abitanti: designer, artisti, architetti. È il caso di questo loft ricavato da un vecchio magazzino con affaccio su strada. Una collezione di bonghi africani funzionanti QUALITA’ DELL’INTERVENTO L’interno è costituito semplicemente da un grande invaso spaziale che è stato rispettato nella sua unità, limitando il progetto a ritagliare ai margini spazi più piccoli destinati alle camere da letto. Il designer e architetto Giorgio Martino ha fatto rivivere gli ambienti con le attitudini proprie della sua personalità, basandosi sul riciclo degli oggetti, l’invenzione con materiali poveri, i viaggi. Frigoriferi per la Coca Cola accendono di colore rosso la zona dove si accede al magazzino attraverso una porta scorrevole composta da riquadri black and white che richiamano la forma delle vicine vetrate. Le lampade da terra e da tavolo sono progettate e realizzate in rame, in cotto e con imbuti sempre in rame. Il tavolo pieghevole, realizzato con struttura d’acciaio e ripiano in multistrato di betulla, è abbinato a una sedia in zinco della Dilmos. Il gioco di specchi amplifica e costruisce scenografie illusorie, dove anche il serpentone a soffitto delle condutture di riscaldamento svolge un ruolo quasi ludico. In un gioco di spazi e di rimandi. Non mancano scelte e dettagli che ammorbidiscono la naturale durezza dell’ex magazzino: il pavimento in parquet è sicuramente una notazione di interior estremamente confortevole, e molto raffinata è la zoccolatura in mosaico che anticipa la pavimentazione del bagno, mentre quella in alluminio mandorlato segnala il passaggio di quota in corrispondenza delle camere da letto che, come decorazione, hanno la porta segnata dalla fascia luminosa di uno stipite trasparente. Il bateau-lit di famiglia è accostato a un vecchio baule recuperato in uno degli innumerevoli viaggi, e provengono dall’Iran e dall’Africa i tamburi raccolti in una piccola collezione, di cui quello a pelle maculata suona sia a percussione sia a rotazione, in quanto i sassolini posti al suo interno si muovono riproducendo il rumore della risacca su una spiaggia ghiaiosa.
È stato conservato lo spirito e lo spazio di un laboratorio industriale Un mobile basso delimita la zona pranzo – cucina. Il carattere è decisamente informale. La caratterizzano mobili di Il contesto tribale, per via della mani intrecciate con le corde ai tamburi, qui si mescola a un lieve turbamento surrealista. Ovunque vi è una spazialità sempre molto fluida.La cucina si affaccia sul living, invasa dalla grande luce dei finestroni, che sono schermati da tende in lino di produzione francese distribuite dalla Baubau’s. Un mobile basso delimita l’area dedicata alla cucina. Biografia
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