Da fratello sole l’energia per la chiesa

Da fratello sole l’energia per la chiesa

Sono passati ormai ottocento anni da quando san Francesco cantava : "Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione…" Oggi, senza perdere nulla della sua aura poetica, il sole diventa fonte di energia elettrica pulita, anche per le chiese. Sul palazzo vescovile di Vienna nel 2001 è stato installato un sistema di pannelli fotovoltaici. "I cristiani – ha detto il vescovo, Card. Christoph Schön-born – hanno una particolare responsabilità verso il creato". Ed è partita la campagna "Jeder Pfarre eine Sola-ranlage" (a ogni parrocchia un impianto solare). Il rispetto ambientale si esplica in un concreto impegno che vuol dire, anche per le chiese, far ricorso alle energie rinnovabili. Come afferma nell’intervento qui a lato il prof. Karl Golser, è tempo di passare dalle parole ai fatti. Lo scopo, com’è noto, è ridurre l’inquinamento derivante dall’uso di centrali termoelettriche a combustione.
I pannelli fotovoltaici hanno la grande virtù di trasformare direttamente la luce solare in energia elettrica. La potenza che ne deriva consente di soddisfare in buona parte le necessità di una chiesa, di un monastero o di un convento. Gli Ordini religiosi più sensibili, come i Francescani, i Benedettini e i Salesiani, si muovono in questa direzione. Sulle loro case, in Francia, Austria, Germania, compaiono già molti pannelli. In quei Paesi l’attenzione per il solare è grande. Come spiega il segretario generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), Mons. Aldo Giordano, in Germania 750 parrocchie utilizzano pannelli fotovoltaici. Sono dati che fanno riflettere. Qui in Italia, dove godiamo di un’intensità di luce solare, ben superiore ai nostri vicini del centro Europa, ancora si stenta a trovare una chiesa che abbia fatto ricorso al fotovoltaico. Un esempio, raro quanto significativo, è quello di S. Pietro in Civate, stupendo edificio romanico in pietra. Arrampicata sulle pendici del monte vicino a Lecco, la chiesa di S. Pietro è lontana dall’abitato e dai cavi elettrici. Alcuni pannelli solari collocati sul tetto della canonica da ormai due anni forniscono energia sufficiente alle necessità dei restauratori, che portano avanti la paziente opera di conservazione, e di chi celebra nella stupenda aula affrescata della chiesa.
Dunque, eccoci ad aprire il discorso dei pannelli fotovoltaici, convinti che molte delle circa 120.000 chiese italiane potrebbero giovarsi di questa tecnologia nuova e in rapida evoluzione. Il rapporto tra edificio-chiesa e natura è infatti fondamentale: non solo sul piano etico, ma anche su quello estetico. Spesso una chiesa trova proprio nel rapporto con la natura la sua collocazione più congeniale. Lo vediamo nella chiesa dei Due Cuori in Slovacchia, notevole esempio di equilibrio tra un disegno di grande modernità e i circostanti campi, decisamente lontani dall’incalzare della modernità.
L’uso del fotovoltaico consente di recuperare proprio questo rapporto antico tra chiesa e natura, che è valido e auspicabile anche per le chiese nuove. In fondo è anche questo che si ricerca quando si entra nella chiesa: il silenzio, la separazione dall’affanno della vita quotidiana dove imperano velocità e frastuono. L’uso delle energie rinnovabili completa la destinazione dell’edificio ecclesiastico, cui si chiede di inserirsi nel tempo corrente, ma in modo riguardoso verso la natura. Può una chiesa essere fonte di inquinamento? Pensando alle grandi chiese che la storia ci ha consegnato, nessuno potrebbe neanche lontanamente supporlo.
Quanto possiamo ancora imparare dall’uso sapiente del sole è mostrato anche dal servizio sul Museo di San
Antonio in Texas. Solitamente nei musei si rifugge dalla luce solare, che può essere dannosa per le pitture. Pertanto
non ci sono finestre. A San Antonio invece le aperture ci sono: grandi e tante. Sono state studiate in modo tale da graduare la luce naturale anche all’interno del museo. Così si minimizza l’uso dell’elettricità e il visitatore può riposare la vista guardando gli alberi vicini.
Oggi l’uso sapiente della tecnica prospetta modi nuovi perché fratello sole sia sempre più amico dell’uomo.
Allora diciamo anche noi: "Ogni parrocchia un impianto solare".

Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

Il vescovo di Vienna, Card. Christoph Schönborn,
inaugura i pannelli fotovoltaici sul tetto dell’episcopio.

Etica e responsabilità

"Architettura consapevole" è il titolo di un convegno svoltosi recentemente a Bologna. Una breve citazione dell’intervento del prof. Karl Golser pone in evidenza il tema della responsabilità dell’uomo verso il creato.

… Dopo il necessario richiamo alla giusta disposizione interiore, perché l’uomo possa agire correttamente, l’etica e la teologia morale si devono occupare anche del giusto sapere, cioè di quanto concretamente bisogna fare per adempiere la nostra responsabilità verso il Creato. La strada da percorrere per arrivare a norme concrete, partendo dai principi morali generali, si sforza innanzitutto di elencare quei principi che sono particolarmente rilevanti per un’etica ambientale.
Si enumerano allora il principio della responsabilità ecologica, secondo il quale le ingerenze nell’ambiente necessitano sempre di una giustificazione; il principio di causalità, secondo il quale per le conseguenze di un determinato intervento deve essere chiamato a rendere conto colui che l’ha causato; il principio di cooperazione, che mette insieme i principi di etica sociale del bene comune e della sussidiarietà; il principio della prevenzione, secondo il quale la prevenzione ha la precedenza rispetto alla rimozione o riduzione del danno a posteriori; il principio di sostenibilità; il principio di interconnessione (“retinità”- Wilhelm Korff), ecc.Allo stesso modo si citano poi principi intermedi che, secondo la terminologia adottata, si possono definire regole oppure criteri di
precedenza, e che non sono altro che generalizzazioni di determinate conoscenze nella preferenza dei beni, come, ad esempio il criterio di fondazione, il criterio di urgenza, il criterio di reversibilità, il criterio di rigenerazione, il criterio di parsimonia ecc. In un continuo dialogo con le scienze rispettivamente competenti (la biologia con le sue sottodiscipline, la ricerca climatica, ma anche le scienze economiche e sociali) e in un continuo interscambio di esperienze si origina un processo che porta alla codificazione di corrispondenti norme e prescrizioni concrete per i singoli ambiti della tutela ambientale…

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