Conquistarsi la pace

Nuovo casale a Campagnano (Roma).
Realizzazione arch. Elisabetta Giudici
Foto di Marina Papa.
Testo di Walter Pagliero.

Questa casa è stata costruita in una località’ a nord di roma, in un territorio collinare miracolosamente risparmiato dalla cementificazione.

This house was built on a hillside locality tothe north of rome , which has been miraculouslyspared from overbuilding.

La villa sorge in una zona piena di dislivelli, con boschi, prati e poche case immerse in molto verde, tanto vicina alla città quanto lontana dal suo caos. E’ stata pensata come un rifugio rapidamente raggiungibile dove trascorrere, anche periodi brevissimi, il più possibile all’aperto in contatto con la natura. Questo spiega le sue dimensioni volutamente ridotte, infatti la superficie abitativa si sviluppa su un rettangolo di 75 mq, come un bilocale. A tale scopo davanti alla facciata principale è stato progettato un ampio porticato con travi di legno lasciate a vista, una struttura tradizionale che continua anche all’interno (un modo di costruire più rustico, economico ed anche rapido). E’ un’architettura che
non vuole farsi notare, moderna e funzionale ma non diversa dalle case coloniche della zona.

L’esterno della piccola villa è caratterizzato da
un profondo loggiato che sporge dalla facciata principale, ideale per pranzare all’aperto godendosi il panorama

The house is built in an area full of drops and rises, with woods, fields, and a scattering of houses surrounded by green; it is as close to the city as it is far from its chaos. It was conceived as an easy-to-access second home in which to spend short periods of time, as much as possible in the open air and in contact with nature. This explains its small dimensions consisting of a 75 square metre rectangular two-roomed flat. To this aim, in front of the main facade there is a large wooden-beam arcade, a traditional structure that continues inside (it is a more rustic, cheaper and faster method of construction). The architecture is inconspicuous, modern and functional, and it is no different to the other farmhouses of the region.

Quale stile architettonico dare a un pied-à-terre in campagna che non vuol essere di rappresentanza,
ma confondersi con la modesta edilizia contadina della zona? Una soluzione può essere questa:
progettare una costruzione semplice, funzionale ed economica seguendo la tradizione.

What architectural style should one give to a country piedà- terre that wants to avoid being
a guest apartment and would prefer to fit in with the modest country buildings of the area?
One solution could be to design a simple, functional and inexpensive building in line with tradition.

La filosofia di questa soluzione è accattivante: costruirsi un piccolo guscio con le tecnologie più semplici e arredarlo secondo le proprie abitudini e il gusto personale, senza scimmiottare la mitica e ormai scomparsa “civiltà contadina”.
Per cui ben vengano le ricche tende di percalle che ammorbidiscono il paesaggio, o il caminetto con piastrelloni decorati a mano, le lampade a candeliere nordico e i lindi divani a chiare fasce colorate, infine i quadri e i disegni di artisti
conosciuti personalmente: perché scegliere la semplicità non significa rinunciare al proprio stile di vita. L’importante è non cadere nell’equivoco del “mobile di famiglia”, per cui nella casa di campagna si riciclano quei mobili e quegli oggetti che nella casa di città sono ormai caduti in disgrazia. E’ molto meglio avere idee nuove anche se di recupero, come il tavolino neobarocco riverniciato di grigio per dargli un’aria campagnola. E’ una casa che in realtà tollera tutto, anche gli oggettini regalati da amici o quelli comprati nei mercatini durante i viaggi: basta avere misura e non eccedere.

L’interno fresco e accogliente non impone nessuna moda e nemmeno l’impronta invadente di una forte personalità.
E’ dove si amerebbe essere invitati.

The philosophy behind this solution is appealing: that of building a small shell using simple technology and furnishing it with one’s own personal taste, without mimicking the defunct ‘peasant civilisation’ myth. So make way for the rich percale curtains that soften the landscape, the fireplace with large hand-painted tiles, the spotless sofas with bright coloured strips, and finally pictures and drawings by artist friends: opting for simplicity does not mean renouncing one’s
style of life. The important thing is not to fall into the ‘family heirloom’ furniture trap, whereby country houses recycle furniture and objects that are unwanted in the city home. It is far better t
o have new ideas, even using salvaged items, such as the neo-Baroque table that has been repainted grey to provide a country feel. The house will accept anything, even small objects given by friends or purchased in small markets on holiday; just make sure you avoid excess.

“…l’angolo più intimo è forse quello della cucina, che ricorda
le vecchie case di campagna della Provenza …”

Le pareti vengono qui usate come il momento della memoria: vi si trovano dipinti, disegni e stampe. Molto raffinato è l’accostamento (vedi foto a sinistra) tra il fondo beige di quattordici stampe messe ad angolo in cucina e il legno chiaro del tavolo sottostante, quello per la prima colazione. In gradevolissimo contrasto col beige (ma si tratta di una gamma
cromatica tipicamente francese) c’è il celeste carico, un po’ pervinca, della credenza; mentre l’annessa cucina è semplicissima, ha il sapore dell’Ikea, ed è color grigio perla. Proprio dietro il piano dei fornelli c’è una finestra che inquadra il bosco e rende più gradevole il cucinare. Il pavimento è a grandi doghe di legno, scurite come certi parquet antichi in quercia fibrosa. Le provenienze di mobili e oggetti sono assai diverse tra loro ed è il colore, spesso aggiunto per l’occasione, ad armonizzarli. Per esempio, le piastrelle con i grandi numeri arabi che circondano il lavello
non sono europee, ma provengono dall’America, così come i piatti bianchi con delicati disegni floreali blu sono stati acquistati in Cina.

Nelle foto: La gradevole atmosfera che regna in cucina grazie all’arredamento colorato e volutamente casuale. Niente è coordinato: questo dà un’immediata sensazione di libertà intellettuale che è il contrario del disordine, ma anche all’opposto delle costrizioni formali.

The walls are used here to recall the past with paintings, drawings, and prints. The use of a beige background for the fourteen prints in the corner of the kitchen (see left photo) and the light-coloured wood of the breakfast table below is very refined. Providing a pleasant contrast to the beige (a typically French use of colour) is the deep sky-cum-periwinkle-blue credenza; the pearl grey kitchen unit is very simple and Ikea in style. The floor is made with large wooden planks that have been darkened in the same manner as old parquets in satin oak. Furniture and objects of varying provenance are very different one from the other; it is colour, added for the occasion, that unites them. For example, the tiles
with large Arabic numerals that surround the sink are not European but American, and the white plates with delicate floral motifs were bought in China.

Nelle foto: Due camere da letto, entrambe con letti d’ottone, e un bagno con piastrelline color vinaccia

Tanto è impersonale l’esterno, quasi volesse mimetizzarsi nel verde, tanto è personalizzato lo spazio interno, in particolare quello della zona notte, dove su letti d’ottone d’inizio ‘900 vi sono vari tipi di cuscini, anche quelli bordati di merletto. Si sente che è uno spazio dedicato agli affetti, più femminile che maschile, dove le foto di amici e famigliari campeggiano in folti gruppi accanto al letto, forse in ordine cronologico, più probabilmente seguendo la gerarchia dei legami. È come se lo stare in campagna facesse ripiegare le persone su loro stesse, sul proprio passato e le proprie memorie; passeggiando nei boschi o sistemando il giardino fatalmente si pensa e, come dice il libro di Pejrone “In giardino non si è mai soli”. Forse è proprio questo che si cerca in campagna, il poter rimanere finalmente soli con i propri pensieri. Il resto dell’arredamento è meno soggettivo ma egualmente rassicurante: le grandi tende bianche molto trasparenti con i divani d’epoca Luigi Filippo con i braccioli a forma di lira fanno pensare al benessere borghese di una volta, quando le fanciulle ricamavano o suonavano l’arpa. A proposito, chi ha ricamato il copriletto matrimoniale con disegni d’arte astratta a punto croce?

“…le foto che passione, messe sulle pareti o
sulla scrivania in ordine sparso …”

Nelle foto: In primo piano, la piccola scrivania carica di foto in preziose cornici.

As much as the exterior is impersonal, apparently camouflaging itself in the green, so the interior space is personal, especially the sleeping area with early 20th century brass beds and various types of cushions, some of which have lace borders. One can feel that this space is dedicated to affection, is more feminine than masculine, and has photos
of friends and family grouped together next to the bed, perhaps in chronological order but more likely by level of kinship. It is as though staying in the countryside made people fall back on themselves, their past, and their memories; walking through the woods or pottering in the garden one considers how, as Pejrone states in his book, ‘one is never alone in the garden’. Perhaps this is what one seeks in the countryside, being able at last to be alone with one thoughts. The remainder of the furniture is less captivating but equally reassuring. Large transparent white curtains and Louis Philippe sofas with lyre-shaped armrests are reminiscent of the well-to-do bourgeoisie of the past, when young girls embroidered or played the harp. Incidentally, who embroidered the bedcover for the double bed using abstract art patterns and cross-stitching?

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