In occasione dell’annuncio della beatificazione di Antonio Rosmini, filosofo illustre e ricco di carità, è stato proposto un progetto di risistemazione per il luogo della sua sepoltura, che prevede un sistema che porti nuova luce, dalla forte valenza simbolica, dall’alto al piano della navata della chiesa, fino alla splendida icona scultorea del Rosmini in preghiera. Il progetto nasce con il contributo di pensiero del Rettore del Collegio Rosmini di Stresa, Don Franco Costaraoss, di Don Fausto Gobber, dell’Arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini, direttore della rivista CHIESA OGGI architettura e comunicazione e dell’Arch. Francesco Trisorio, che in qualità di esperto di architettura sacra prende l’impegno di creare una visibilità diretta del sepolcro attraverso la navata/cappella della chiesa con “canali di luce“. La particolare congiunzione dei due livelli monumentali cappella/cripta è completata con un impianto illuminotecnico sia diretto, sia diffuso nei due volumi architettonici, studiato in modo tale da esaltare la statua del beato Antonio Rosmini (opera dello scultore ticinese Vincenzo Vela) e la sacralità dei luoghi. Un’ulteriore attenzione progettuale prevede la sistemazione della cripta attraverso le testimonianze iconologiche delle Comunità rosminiane nel mondo, disposte lungo le pareti in marmo e sottolineate da un intervento d’illuminazione ad hoc.
Nato a Rovereto (Trento) nel 1797, Antonio Rosmini Serbati divenne sacerdote nel 1821. Nel 1828 fondò l’Istituto della Carità e alcuni anni dopo l’Istituto delle Suore della Provvidenza, due Istituti pensati e voluti per la formazione umana, Padre Claudio Massimiliano Papa Postulatore Generale In alto, piano navata della cappella con la statua di Antonio Rosmini realizzata dallo scultore Vincenzo Vela. A sinistra, la scala (1) per l’accesso alla cripta. Al centro, il “canale di luce” (2) che si apre in comunicazione con il sepolcro. A destra, in previsione una piattaforma mobile (3) per un accesso facilitato. La cripta con il suo rivestimento a parete di tavole in marmo che si presentano come in attesa delle più significative testimonianze delle Comunità rosminiane nel mondo.
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