Scheda 20061
Invece non ci sono stati riscontri, tanto che diverse persone del paese ammettono candidamente di non saperne niente. E ciò è spiegabile se si considera che il piccolo oratorio, situato in via Castello Rescanzi poco lontano dalla chiesa parrocchiale di Almenno San Bartolomeo, non presenta all’esterno alcun elemento visibile che lo faccia notare. Eppure questo edificio cela tesori nascosti: anzitutto la sua storia interessante ed intrigante, poi i numerosi affreschi che coprono gran parte delle pareti interne.
Il monastero di S. Caterina prese vita negli anni 1512-13 (la chiesa fu costruita nel 1515), quando un gruppo di ragazze di Almenno San Bartolomeo decise di dedicarsi alla vita religiosa. Il padre di una di esse donò loro alcuni beni immobili nella contrada Ca’Vermei (via Castello Rescanzi) affinché vi andassero a vivere secondo la regola benedettina. Una vita breve e travagliata che si concluse nel 1562. Di quelle vicende tuttavia non tutto è stato cancellato. Restano soprattutto i dipinti che tuttora in buon numero coprono le pareti interne del piccolo oratorio: sull’arco trionfale si trova una splendida Crocifissione e, a destra di questa, lo sposalizio di S. Caterina con le committenti suor Caterina e suor Monica, fondatrici del convento; sulla parete destra in sei scene, tre sopra e tre sotto, è narrata la vita di S. Caterina vergine e martire, patrona della chiesa; sulla medesima parete, a destra delle immagini precedenti, in basso si vedono S. Monica e S. Nicola da Tolentino.Tutti databili al terzo-quarto decennio del cinquecento. Evidentementeè necessario strappare S. Caterina dall’oblio e dalla trascuratezza in cui è rimasta per tanti secoli. Serve una valorizzazione, che inserisca la chiesetta nel “circolo virtuoso” del Parco del Romanico degli Almenno. Marco Agazzi, architetto
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