TRA NUMEN E LUMEN

La pubblicazione di questo centesimo numero dà la possibilità di volgersi al cammino percorso e valutare come proseguire. Il commento di S.Em. Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura offre spunti per una riflessione cui altri si uniscono nelle pagine successive.

AFrank Lloyd Wright – il famoso architetto statunitense della “Casa della cascata” in Pennsylvania e delle prairie houses (che si cimentò anche nell’edificare una chiesa protestante unitariana a Madison) – si attribuisce questa ironica affermazione: «Un medico può sempre seppellire i suoi errori, ma un architetto può soltanto consigliare ai suoi clienti di piantare una vite americana.»
Bisogna confessare che certe diocesi dovrebbero avere a disposizione un vivaio di viti o di edere per coprire non pochi edifici sacri, simili più a “garage sacrali”, ove Dio è parcheggiato accanto ai suoi fedeli, come diceva padre Turoldo.
Ebbene, la rivista CHIESA OGGI ha avuto il merito nei cento numeri della sua raccolta di scandire la ricerca più nobile in questo ambito.
Certo, in questo lungo percorso qualche realizzazione architettonica sacra presentata può anche cadere sotto un giudizio critico artisticoteologico severo, ma la sequenza documentaria nella sua globalità riesce a ricomporre un filo positivo e creativo. Tra l’altro, si deve riconoscere che il dialogo tra architettura e liturgia è attualmente uno dei più sviluppati e fecondi, di molto superiore a quello che intercorre con le altre arti. Non per nulla, quasi tutte le cosiddette “archistar” hanno nel loro catalogo di opere almeno una chiesa, e la Santa Sede è stata spesso sollecitata a partecipare alla Biennale di Architettura di Venezia, così come farà quest’anno con la Biennale d’Arte.
È indubbio che il materiale offerto dalle migliaia di pagine della rivista durante questo ventennio di vita (da Milano mi fu possibile assistere alla nascita di questa esperienza editoriale unica) è un contributo straordinario per una vera e propria storia dell’architettura sacra di questa fase artistica così mobile e mutevole. Dobbiamo, inoltre, riconoscere che – sfogliando le annate, presenti ormai in molte biblioteche ecclesiastiche – si intuisce che si è sempre puntato a custodire quelle due coordinate capitali che Jean Guitton esigeva per la liturgia: da un lato, il numen, cioè il mistero, la trascendenza, la luce epifanica, la verticalità e, d’altro lato, il lumen, ossia la leggibilità, l’incontro del popolo di Dio, i simboli e la fruibilità. Siamo, perciò, certi che CHIESA OGGI architettura e comunicazione potrà ancora nel futuro, che si rivela interessante ma anche problematico, conservare questa capacità esemplificativa e testimoniale del sacro e del bello.

“ È indubbio che il materiale offerto dalle migliaia di pagine della rivista durante questo ventennio di vita (da Milano mi fu possibile assistere alla nascita di questa esperienza editoriale unica) è un contributo straordinario per una vera e propria storia dell’architettura sacra di questa fase artistica così mobile e mutevole

Alcune copertine di CHIESA OGGI architettura e comunicazione, da sinistra: il primo numero, del giugno 1992 (in copertina, la chiesa di Longarone, progettata dall’Arch. Giovanni Michelucci); il n. 77/2006, con la cappella della fazenda Veneza in Brasile, progettata dall’Arch. Décio Tozzi; il n. 88/2009 con la nuova chiesa del Santuario di Fatima in Portogallo, progettata dall’Arch. Alexandros Tombazis

 

APPROFONDIMENTO
http://pro.dibaio.com/gianfranco-ravasi

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