Chiesa e sport: il gioco di squadra

Tratto da:
Chiesa Oggi 48
Architettura e Comunicazione

Di Baio Editore

Il gioco di squadra

Mons. Carlo Mazza

L’oratorio ama il calcio, perché è uno sport diffuso e accessibile a tutti. (Realizzazione di Mondo Spa).


Mons. Carlo Mazza, Direttore Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport, risponde alle nostre domande sul significato dello sport nel contesto della missione della Chiesa. Attraverso l’attività sportiva avviene la promozione dei valori umani. Gli sport di squadra vanno privilegiati poiché contribuiscono più di altri alla formazione della persona.
Che relazione c’è tra Chiesa e sport? Ovvero, per dirla in modo brutale, che c’entra lo sport con l’annuncio evangelico? Apparentemente molto poco. Anzi, per qualcuno quasi non c’è alcuna relazione. Ma occorre andare oltre l’opinione diffusa che ritiene vera l’assoluta distanza tra annuncio evangelico e sport. Il cristiano coltiva la pretesa che il vangelo sia la verità del tutto, il senso autentico e definitivo di ogni realtà. Dunque anche dello sport. Come attività umana lo sport non si sottrae alla penetrante luce del vangelo e non rifiuta di essere risignificato, rivelando la sua finalità in riferimento alla perfezione della persona umana. Nulla di quel che è “umano” è alieno nella chiesa, in quanto tutto l’umano è assunto dall’umanità del Verbo di Dio e dunque redento. Anche lo sport è accolto nell’atto redentivo del Cristo e trasformato in tempo di grazia e di manifestazione della gloria di Dio. Perciò tra sport e Chiesa e tra vangelo e sport non solo corre buon sangue ma si genera una profonda simpatia. Può spiegarci quale sia la funzione dell’Ufficio da Lei diretto all’interno della Conferenza Episcopale Italiana? L’Ufficio si pone in primis a servizio delle Chiese locali e delle realtà ecclesiali diffuse sul territorio per quanto riguarda l’annuncio della salvezza al mondo dello sport e l’animazione della pastorale dello sport. In secondo luogo dialoga e collabora con le istituzioni pubbliche e civili rispetto al raggiungimento di obiettivi finalizzati al bene comune nell’ambito sportivo. L’Ufficio dunque garantisce un rapporto tra Conferenza Episcopale e Chiese locali, tra Conferenza Episcopale e istituzioni nel quadro di riferimento della promozione dei valori umani e cristiani nello sport. Vi sono Uffici analoghi presso le Conferenze Episcopali di altri paesi o si tratta di una particolarità italiana? In sostanza si tratta di una lodevole e preziosa “particolarità” italiana. Esistono anche in altre Conferenze Episcopali dei “riferimenti” ad un Responsabile dello sport, ma non si tratta di un Ufficio vero e proprio, strutturto come quello della CEI. Anche sotto questo profilo la Chiesa italiana è all’avanguardia!
Come attività umana lo sport non si sottrae alla penetrante luce del vangelo e non rifiuta di essere risignificato, rivelando la sua finalità in riferimento alla perfezione della persona umana.

L’oratorio molto spesso è dotato di un campo di calcio, quali sono le altre attività sportive praticate con maggior frequenza presso le parrocchie? L’Oratorio “ama” il calcio perché è uno sport popolare, diffuso e relativamente praticabile da tutti. I ragazzi e i giovani si divertono con il calcio. Ma l’oratorio non promuove solo il calcio! Sono molti diffusi e praticati altri sport come la pallacanestro, la pallavolo, il tennistavolo, le bocce, l’atletica. È superfluo annotare che l’oratorio “fa” sport sempre e comunque in un preciso contesto di valori educativi. Vi sono sport che per qualche motivo siano considerati più efficaci di altri per la formazione della persona? Non sono in grado di rispondere con estrema competenza al riguardo. Ritengo tuttavia che si debbano privilegiare gli sport di squadra in riferimento alla loro maggiore disponibilità a sviluppare e provare le molteplici virtù umane di cui dovrà dotarsi la persona per vivere in pienezza il suo corredo di risorse corporee, intellettive-volitive e spirituali. Generalmente si ritiene che il nuoto sia se non la migliore, tra le migliori attività fisiche, poiché consente un movimento armonico di tutto l’organismo. Che Ella sappia, vi sono parrocchie dotate di piscine? Ritiene auspicabile che un numero maggiore di parrocchie lo siano? Il nuoto vive di questa fama, di essere il “migliore”. Ma non tutti gli esperti concordano! Comunque il nuoto, là dove non c’è il mare o il lago, necessita di una piscina, che notoriamente richiede un impegno finanziario notevole. Ora alle parrocchie non conviene sobbarcarsi a pesi economici e organizzativi eccessivi per fare nuoto. Personalmente non sono a conoscenza di parrocchie dotate di piscine e non vedo una ragione plausibile e praticabile perché ce ne siano!
L. Servadio

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