Chiesa di Santa Maria Nascente a Berzo Inferiore (BS)IL RESTAURO DEL CAMPANILE

CHIESA DI S. MARIA NASCENTE A BERZO INFERIORE (BRESCIA)

Un campanile che risale al XVII secolo, la cui struttura in pietra si è mantenuta solida nei secoli. Le superfici dei blocchi di pietra e gli elementi in ferro e rame sono stati i principali oggetti del restauro. Fondamentale si è rivelata l’opera diagnostica svolta in modo scientificamente accurato, che ha permesso di calibrare al meglio l’intervento conservativo.

In alto: sostituzione delle vecchie cerchiature ossidate con nuovi elementi in acciaio inox; nuove grappe in acciaio inox;

All’inizio c’è il miracolo. Una signora di Cividate Camuno si trovava a passare presso una cappelletta, il 24 settembre 1616. Chiamata da una voce entrò e la voce le disse: ” … tu guarirai, però dirai da parte mia ai Reggitori del Comune che più non abbiano a indugiare nell’erigere in questo luogo la mia chiesa”. I lavori cominciarono nel giro di pochi mesi, sotto la direzione dell’Ing. Silva di Esine. Nel 1700 la torre del campanile della chiesa di S. Maria Nascente era già stata terminata mentre la svettante cupola crociata era stata realizzata temporaneamente in legno. Diversi interventi e restauri si susseguirono nel tempo. Il restauro attuale ha interessato la parte sommitale della torre, sopra il basamento della cella campanaria. La torre campanaria si erge sul fianco ovest della chiesa, per un’altezza totale dal piano della strada alla sommità della croce di m 56,44. La canna, di sezione quadrata su base a scarpa, si presenta esternamente con due livelli divisi da cornici modanate tra le quali è interposta una muratura in granito a corsi regolari a bugnato rustico. Su ogni lato strette feritoie illuminano l’interno. A 32,5 metri di altezza un ampio balcone aggettante su mensole fa da base ai quattro pilastri costituenti la cella campanaria con apertura a pieno centro e copertura con volta a crociera intonacata. Ognuna delle quattro arcate, in conci ben squadrati di calcare grigio, recano in rilievo, sulla chiave di volta, teste di leone dai tratti vagamente antropomorfi. La struttura muraria costituente la cella campanaria è caratterizzata dall’alternarsi in fasce orizzontali di blocchi ben squadrati in granito e conci in calcare grigio. Quest’ultima pietra, più morbida, fu preferita per la realizzazione di elementi decorativi e modanature. Un secondo cornicione con mensole, all’altezza di 41,35 metri, termina la cella campanaria e funge da base alla lanterna ottagonale sormontata da guglia sulla quale è posta la croce in ferro battuto alta 5,5 metri. I sopralluoghi eseguiti prima dell’inizio del restauro hanno confermato che, nonostante la caduta di alcuni frammenti di pietra, le condizioni generali della struttura erano tranquillizzanti. Le principali cause del degrado, sono rappresentate dall’esposizione agli agenti atmosferici, il deposito di particelle sospese nell’atmosfera, l’azione meccanica esercitata dalla vegetazione cresciuta sulla torre, l’uso di materiali impropri nei precedenti lavori di manutenzione. Oltre alla patina superficiale che ricopriva l’intera fabbrica, le principali patologie si riassumono in: presenza di croste nere e neoformazioni calcaree, ossidazione delle parti metalliche, disgregazione della malta nei giunti, fessurazione di porzioni di pietra, fessurazione della catena dell’arco nord con piccola lesione nella volta della cella campanaria.

Il campanile della chiesa di S. Maria Nascente Berzo Inferiore, Brescia

Progetto e d.l. restauro: Dr. Arch. Ugo Baisotti, Boario Terme (BS)
Impresa esecutrice: Edilberzo, Berzo Inf. (BS)
Diagnostica e consulenza statica: EN.CO Engeneering Controls, Milano
Intonaci e malte: T.C.S., Montichiari (BS)
Restauro opere in pietra: Sergio Graziano Restauratore, Capo di Ponte (BS)
Opere metalliche: Menolfi, Berzo Inf. (BS)
Sabbiatura e verniciatura metalli: F.lli Bonali, Berzo Inf. (BS)
Impianti elettrici: Damioli Giovan Battista, Cividate Camuno (BS)

La sommità del campanile, che è stata oggetto di restauro. La sfera sotto la croce presenta fori di proiettile, retaggio della guerra.

Nell’intervento si sono adottate le più rigorose direttive in materia di conservazione del patrimonio culturale. Si è cercato in particolare di conservare quanto era possibile, eliminando i segni degli interventi che nel tempo si erano rivelati dannosi sotto il profilo della compatibilità materica. L’analisi visiva della cella campanaria aveva evidenziato una cricca nella catena nord, non motivata dallo sforzo dell’elemento metallico. Si è proceduto a una diagnosi strumentale mirante alla misura dello stato di sforzo di tutti i tiranti della cella al fine di evitare possibili interventi basati sul semplice intuito. Il protocollo di diagnosi è stato suddiviso in due tipi distinti: caratterizzazione del ferro, misura dei primi modi di vibrare e conseguente calcolo del tiro e dello stato di sforzo delle singole catene. Dalla caratterizzazione del metallo risulta che si tratta di un ferro comune con bassa resistenza meccanica ed elevato allungamento. La misura dei primi modi di vibrare e del conseguente tiro delle catene evidenzia che i due tiranti convergenti sull’angolo nordest sono tesi fino a 1,9 volte più della catena sud, meno sollecitata. Grazie ai dati sperimentali si è data giusta importanza anche a una fessura ritenuta originariamente di poco conto e ortogonale alla diagonale nordest-sudovest. Con i risultati delle operazioni diagnostiche si è potuto progettare un sistema di rinforzo precauzionale (cerchiatura), non distruttivo e di costo ridotto rispetto alle soluzioni proponibili a seguito della sola analisi visiva. Eseguita lapulizia superficiale, si è provveduto alla so-stituzione degli apparecchi metallici con nuovi elementi in acciaio inox. La grande croce è stata sabbiata, la sfera in lamiera di rame posta sotto la croce è stat
a pulita e velata con vernice protettiva.

 

 

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