Chiesa di S. Maria Madre della Chiesa a Pontedera (PI)Cromatismi sul marmo

Cromatismi sul marmo

Ubicata in prossimità della superstrada che collega Firenze a Livorno, questa chiesa, progettata da Luciano Giorgi, è caratterizzata da un impianto a base quadrata, al quale tre elementi in forma semicircolare, a mo’ di alti bastioni,
conferiscono grande solidità.

La tipologia di chiesa a pianta quadrata con l’assemblea disposta secondo la diagonale – e con altare ed entrata ai vertici opposti – è stata ampiamente sperimentata. E’ un modello affermato nel disegno di chiese postconciliari, in cui si ricerca una disposizione dell’assemblea attorno all’altare, pur senza rinunciare alla direzionalità dell’organismo architettonico. Ma, dato un impianto di base, la sua articolazione e al sua elaborazione costituiscono differenze, individuano caratteristiche, fanno di un "tipo architettonico" un singolo organismo ben individuato e riconoscibile. In questa chiesa di S. Maria Madre della Chiesa, opera di Luciano Giorgi, gli elementi stondati, che definiscono gli spigoli, sono quelli cui è affidato il compito di dare l’accentuazione tonale al progetto. Si può dire che l’edificio sorga come connessione di queste possenti torrette all’apparenza cilindriche, tra le quali spicca la più elevata, alta 13 metri. In realtà sono semicilindri, rotondità cave che fungono da scudo ai vertici del quadrato e in tal modo danno spessore alla forma, cancellandone l’angolosità, radicandola con forza al suolo ma allo stesso tempo ammorbidendola. Non per nulla tutte le pareti esterne sono arrotondate in prossimità degli spigoli, quasi che si svolgessero entro un discorso continuo, privo di discontinuità.

Nelle foto:Vista verso la parete absidale. Nella notte risaltano i colori delle vetrate. Vista verso lo spigolo esterno.

Questo sovrapporsi di rotondità stempera fino a far scomparire la spigolosità del quadrato di base e risolve l’architettura in un gesto di accoglienza là dove, all’entrata, le pareti vengono quasi risucchiate verso l’interno.
L’ingresso è inquadrato da due colonne esterne che sorreggono la copertura e individuano un pronao aperto. Uno spazio di riposo, di graduale mediazione tra il sagrato e l’aula celebrativa. La finestratura a nastro che corre al di sotto della copertura fa sì che questa resti visivamente staccata, quasi levitante al di sopra delle pareti perimetrali, ancorata solo agli elementi stondati dei vertici. In tal modo il tetto perde peso: ne resta così accentuato lo slancio dinamico verso lo "scudo" più alto, quello che demarca la zona presbiteriale.

Nelle foto:Vista interna verso l’ambone.Vista esterna laterale. I giochi del colore sulle pareti bianche.

L’articolarsi delle vetrate ritma e aggiunge colore allo spazio. Alcune vetrate scendono verticalmente e formano una corona attorno allo spazio dell’altare; un’altra vetrata, imponente, costituisce tutta la parete entro la quale si aprono gli ingressi. In quest’ultima si distingue una croce di colore giallo dalle tonalità tendenti al verde.
Guardata in prospettiva dal sagrato, la croce si propone due volte: nella vetrata di ingresso e al culmine dell’elemento più elevato. Qui appare in negativo, vuoto ritagliato contro il cielo, e in positivo, croce dai bracci leggeri nell’avvolgente abbraccio dello "scudo" di cemento.

Chiesa di S. Maria Madre della Chiesa a Pontedera (PI)
Progetto e d.l.: Arch.Luciano Giorgi, Castelfranco di Sotto (PI)
Strutture: Ing. Sergio Giorgi, Cascina Terme (PI)
Copertura in legno lamellare: Interholz Italia, Erbusco (BS)
Opere murarie: Armo Costruzioni, Pontedera (PI)
Vetrate: Valdera Vetro, Ponsacco (PI)
Mattoni: FBM Fornaci Briziarelli Marsciano Spa, Marsciano (PG)
Porte interne: Tantussi Serramenti Srl, Montecalvoli (PI)
Fotografie servizio: Leonardo Baldini

Nella foto: L’aula verso l’ingresso. Risalta la croce gialla che campeggia nel portone. Attraverso il taglio nel basamento dell’altare se ne intravvede il riflesso sul pavimento.

All’interno l’aula vive di questo progredire poderoso dello spazio, in avanti e verso l’alto. L’ambiente è pervaso del colore cangiante proiettato dalle vetrate che danno corpo all’aria e disseminano di mille riflessi la misura del volume, libero da elementi strutturali. Questi sono tutti allineati lungo le pareti, in modo tale da scandirle sia in altezza sia in lunghezza.
I punti luce sono a loro volta sapientemente disposti sui lati, come orme di un ideale inerpicarsi verso la sommità. La copertura in travi lamellari a sua volta si protende lungo l’asse centrale. E’ l’insieme di queste soluzioni progettuali che dinamizzano lo spazio, così che questo resta come sospinto verso l’altare e di qui risucchiato verso l’alto, dove un oculo tondo guarda verso il cielo a completamento dello slancio che prende avvio dall’altare per proseguire col crocifisso e con il taglio verticale della parete absidale.

Nelle foto: l’oculo zenitale sopra il crocifisso sospeso nell’abside corona il gioco di luce attivato dal sole che filtra dal taglio verticale. Lo spazio è ritmato dalle colonne lungo i muri.
L’aula, prospettiva verso l’altare.
Planimetria generale.

L’altare in marmo bianco si caratterizza per la fenditura verticale che, senza togliergli solidità, lo presenta in modo coerente con i tagli delle pareti.
La pavimentazione in marmo di Carrara contribuisce alla luminosità dell’aula, permettendo ai riflessi cromatici di diffondersi in ogni direzione.
Posti ai lati del presbiterio, tabernacolo e ambone sono costruiti in legno di ciliegio. L’ambone ha un profilo avvolgente, come gli elementi esterni agli spigoli. Il tabernacolo è inserito entro una paretina verticale, semplice nel disegno ma allo stesso tempo imponente. Nel complesso l’architettura risulta sobria e spaziosa. Le rotondità che ne caratterizzano
la presenza schiudono all’interno un senso di amplitudine, che trova nel chiarore delle superfici e nel denso colore cangiante del giorno un completamento che accentua la coerenza all’insieme.

Nelle foto: Vista diurna.

Il terreno che accoglie il complesso parrocchiale è ubicato lungo la strada provinciale Yuri Gagarin, a sud della località "Il Romito" nel Comune di Pontedera. L’organismo architettonico è planimetricamente disposto lungo una direttrice parallela al tracciato della superstrada Firenze-Pisa-Livorno e si compone di due corpi edilizi uniti da un percorso pedonale. Nel corpo maggiore, oltre all’aula celebrativa, è ospitata la canonica. Nel secondo corpo sono ospitate le opere parrocchiali.

(L.S.)

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)