Penitenzieria nella cappella del Vignola E’ la prima chiesa ellittica di Roma, edificata alla fine del XVI secolo. L’intervento ha riguardato uno spazio adibito un tempo a deposito. Con un soppalco l’ambiente, di ridotta metratura ma di notevole altezza, viene utilizzato per le confessioni ma anche per ospitare gli impianti tecnici. Segni e simboli sono studiati dal Centro per l’Arte Signum in armonia con l’antica architettura. La chiesa di S. Anna dei Palafrenieri è situata tra via di Porta Angelica e via di S. Anna, la strada che, attraversato il cancello monumentale d’ingresso, porta all’interno della Città del Vaticano. La sua edificazione nella seconda metà del XVI secolo si deve alla Confraternita dei Palafrenieri, da sempre devoti a S. Anna. La posa della prima pietra avvenne nel 1565. Dopo un inizio dei lavori regolare e piuttosto celere, le difficoltà della Confraternita rallentarono l’opera, inaugurata nel 1583 ma con una copertura ancora provvisoria. La facciata fu completata tra il 1700 e il 1721 dallo Specchi mentre la cupola fu realizzata nel 1763. Il confronto con altre opere, l’analisi stilistica e la congruità delle date fanno attribuire il progetto a Giacomo Barozzi detto il Vignola, autore così della prima chiesa ellittica di Roma. L’esecutore fu probabilmente il figlio Giacinto, nome che ricorre per un pagamento effettuato dalla Confraternita. Cappella della Riconciliazione Chiesa di S. Anna dei Palafrenieri in Vaticano
Tale cappella era adibita da tempo a deposito ed utilizzata come collegamento al sottostante cimitero attraverso un’antica botola a pavimento. Benché di modeste dimensioni (14 mq di superficie), la sua ubicazione vicino all’ingresso principale della chiesa ed il suo diretto collegamento con essa hanno suggerito un uso consono alle esigenze di una comunità parrocchiale. L’altezza disponibile di circa 7 m ha permesso una divisione verticale in due ambienti: quello al piano della chiesa adibito alle confessioni, quello superiore, che è caratterizzato da un’altezza da soppalco di 2,30 m, da utilizzare per tutti gli impianti (unità motocondensante e motoevaporante, serranda di regolazione). Questo è raggiungibile da una piccola scala posta sulla sinistra dell’entrata della cappella. Il pavimento è stato realizzato ex novo con lastre di marmo rosa estremoz del Portogallo, racchiuse da listelli di ottone. La disposizione e le dimensioni dei quadrotti sono state previste in modo tale da poter conservare la necessaria botola di collegamento con il cimitero sottostante. Il pesante “sportello” è azionato da un sistema a pistone idraulico comandato elettronicamente che ha reso il sollevamento decisamente più agevole e sicuro di prima. Nell’ambiente così suddiviso sono stati ricavati due comodi box confessionali con un piccolo spazio di attesa.
I confessionali sono arredati con elementi funzionali e diversificati, in modo che il confessore possa disporre di uno spazio comodo ed accogliente durante le confessioni e nelle pause tra di esse (libreria, luce locale, citofono); il penitente trova a sua volta un’accoglienza adeguata nello spazio di attesa, arredato con cura e sobrietà, che lo aiuterà ad accostarsi al sacramento della riconciliazione, potendo quindi scegliere la confessione dietro la grata del classico inginocchiatoio oppure l’utilizzo di un sedile più idoneo ad un colloquio diretto con il sacerdote. Un moderno ed efficiente impianto di climatizzazione garantisce le condizioni di benessere, soprattutto per i tempi lunghi di permanenza dei confessori nei box. Un sistema elettronico invece, attiva alcuni messaggi utili per i fruitori della piccola penitenzieria: luci rosse e verdi indicano la presenza e la disponibilità del confessore sfruttando contatti automatici posti nella poltroncina di questo e nell’inginocchiatoio del penitente. Arch. Laura Scrimieri
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