I CERI VERI, NON CONSUNTI DAL FUOCO

Sono sculture di cera. Perché i ceri in chiesa hanno un significato liturgico, a partire dal cero pasquale, che segna il momento in cui la luce torna a splendere dopo il cupo dolore della crocifissione.
Spesso nelle chiese ai ceri si sostituiscono lampade elettriche che degli elementi in cera hanno solo la forma. Si tratta di un impoverimento del valore simbolico della viva fiamma, che per secoli è stato il segno della luce nel luogo e nel tempo della liturgia. I ceri decorati e scolpiti nascono dall’esigenza avvertita dall’Arcivescovo di Firenze, S.E. Monsignor Giuseppe Betori, e fatta propria dall’Opera di Santa Maria del Fiore, di migliorare il decoro della Cattedrale, sostituendo i 22 lunghi ceri in plastica ivi collocati, il cui impatto visivo sul coro ottagonale posto sotto la cupola del Brunelleschi è veramente notevole, con veri ceri, di materiale ceroso e traslucido, che conservano comunque i vantaggi funzionali dei finti ceri in plastica, ovvero il non consumarsi con l’utilizzo grazie all’alimentazione della fiamma a mezzo di cartucce ricaricabili contenenti paraffina liquida. Le varie problematiche di natura tecnica, per l’interazione fiamma-calore-cera, sono state risolte da Giuseppe Rosini, grazie ad una serie di accorgimenti coperti da brevetto.Questo artigiano-artista ha ideato ceri dal corpo cavo che, grazie a un apposito sistema di circolazione dell’aria e di fissaggio all’interno del cero stesso della cartuccia (di cui rimane visibile unicamente l’ugello in ottone), non si deteriorano con l’utilizzo. Il risultato appare da subito interessante da un punto di vista estetico dato che la cera ha un impatto visivo nettamente diverso dalla plastica, specialmente quando i ceri sono accesi. La consistenza materiale del cero è comunque chiaramente percepibile in ogni circostanza, anche quando non è acceso: il materiale naturale infatti non è totalmente opaco, assorbe in parte la luce e manifesta la propria morbida corposità di amalgama, grazie alla quale esso può essere intagliato, scolpito e colorato. Questo è quanto l’artista Giuseppe Rosini realizza, elaborando ogni singolo cero così da renderlo eloquente, un elemento ornamentale fortemente radicato nella storia della Chiesa, e coerente con la finalità della liturgia.

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