UN PO’ TRULLO, UN PO’ PALAZZO

Casa tra le case: questo dovrebbe essere la chiesa. Non nascosta ma neppure soverchiante.
Nel scegliere la pianta centrale e incardinare su di essa un complesso che si sviluppa in linee circolari, Vito D’Attolico si è rifatto a tipologie consone al sito, ricorrendo a citazioni di elementi radicati nella storia, che risultano caratterizzanti per l’edificio chiesa, come per esempio il rosone che insieme con la scalinata e il portico a mo’ di pronao individuano la facciata principale, mentre il campanile spicca nell’intorno urbano.Il progettista racconta così l’iter seguito: guida e ispirazione nell’elaborazione del progetto sono state le indicazioni contenute in alcune pubblicazioni tra cui la Costituzione Conciliare sulla Sacra Liturgia (in particolare il Cap.VII); le successive Istruzioni della Sacra Congregazione dei Riti e le recenti indicazioni della Commissione nazionale per la Liturgia e del Servizio nazionale per l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana.
Il complesso parrocchiale è stato realizzato su un’area poligonale irregolare.

La scena urbana circostante è caratterizzata da edifici residenziali multipiano con uffici e negozi e da attrezzature collettive (caserma dei carabinieri, pretura, scuola media superiore); pertanto, la nuova parrocchia completa il programma dei fabbricati previsti per una comunità di circa 10.000 abitanti.
In tale contesto intensamente edificato e tipologicamente variegato, era d’obbligo superare la tentazione di pensare l’opera come mera esibizione virtuosistica di forme; l’impegno si è diretto quindi verso l’ideazione di una costruzione coerente con le caratteristiche storico ambientali della zona, e fortemente identificabile nella sua sacralità oggettiva di modo che potesse diventare “segno” e luogo di aggregazione socio-religiosa.

 

 

 

Complesso parrocchiale Immacolata a Modugno (Bari)
Progetto:
Prof. Arch. Vito D’Attolico
Liturgista: don Domenico Falco
Artisti: p. Marko Ivan Rupnik (mosaici), Vito Massarelli (portale), Sr. Michelangela Ballan (luoghi liturgici)
Strutture lamellari: Stratex, Sutrio (Udine)
Panche, confessionali: Genuflex, Maser (Treviso)
Campane: Pontificia Fonderia di Campane Marinelli, Agnone (Isernia)
Vetrate isolanti: Saint Gobain Glass Italia, Pisa
Ascensori: Schindler, Concorezzo (Milano)
Collanti, intonaci: Mapei, Milano
Corpi illuminanti: I GUZZINI Illuminazione, Recanati (Macerata)Sicuramente essere nato in “terra di Bari” mi è stato di grande aiuto perché ha conferito al progetto una connotazione di maggiore radicamento ambientale e di continuità con la storia architettonica di questo territorio.
Il sito destinato al complesso, completamente coperto da alberi di ulivo in parte trapiantati altrove, era a una quota inferiore a quella delle vicine vie. Usufruendo dei ridotti oneri di sbancamento e spianamento dovuti a tale dislivello, è stata posta l’aula ecclesiale a quota + 2,10 e l’auditorium sotto di essa a quota – 1,85, rispetto al vicino piano stradale.L’ideogramma del complesso parrocchiale è formato da 5 aree funzionali opportunamente correlate mediante percorsi esterni ed interni su più livelli: aula ecclesiale e cappella dell’Eucaristia con i luoghi sussidiari annessi; uffici parrocchiali e locali per il ministero pastorale (aule per la catechesi, per le attività culturali e associative); auditorium polifunzionale; canonica; luoghi della sosta all’aperto e dello sport.
Nell’iter progettuale ho perseguito due aspetti peculiari e significanti: il primato dello spazio interno secondo una scala di valori; la distribuzione e il dosaggio della luce naturale e artificiale che realizzano il conforto abitativo e visivo nella fruizione degli spazi, secondo la specifica destinazione d’uso di ognuno di essi.L’arredo dell’aula liturgica con banchi curvi mod. Genova con sedile anatomico, realizzati in faggio evaporato di Slavonia, secondo le dimensioni dell’ambiente e le greche disegnate a pavimento, è stato realizzato da GENUFLEX.La configurazione planovolumetrica è originata per irradiazione dal centro geometrico della grande aula ecclesiale, concepita a pianta circolare in modo da assumere una valenza simbolica che più efficacemente caratterizza lo spazio di culto, essendo il cerchio la forma primaria perfetta concepita dal genio umano. Otto pilastri circolari lo scandiscono: a essi sono ancorate le travi di legno lamellare che portano la copertura, che è costituita dall’impalcato a gradoni estradossati curvi. Le travi principali (ad intradosso rettilineo ed estradosso scalettato) convergono e approdano su un anello cavo di calcestruzzo solidale alla grande parete curva delimitante il presbiterio, arricchita da una vasta decorazione a mosaico.La cavità dell’anello, protetta all’esterno da una cupola traslucida, convoglia luce naturale sul presbiterio, a destra del quale sta il Fonte Battesimale, come gli altri poli liturgici realizzato in monoblocchi di pietra di Gerusalemme.
Il cuore del complesso è la cappella dell’Eucaristia, incastonata tra l’aula ecclesiale e i restanti volumi. Sotto l’aula sta l’auditorium polifunzionale e relativi servizi.

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