Centro parrocchiale di Roccabruna (Cuneo) Il dialogo con i monti del vicino arco alpino caratterizza il progetto di Roberto Gabetti,Aimaro Oreglia d’Isola e Flavio Bruna. Il nuovo complesso risulta ricco di suggestioni e connessioni, si apre in un abbraccio che raccoglie lo spazio del sagrato sul quale la struttura del campanile si erge leggera, come un portale canoro. L’architettura è una condizione particolare di una espressione dell’identità, strutturata e collettiva, legata a fatti comunitari, ma anche e soprattutto a fattori e vincoli di carattere ambientale, climatico, insediativo, alle geografie dei luoghi, alla storia e alla loro cultura costruttiva» ha detto Flavio Bruna, che con Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola ha progettato il nuovo complesso parrocchiale di Roccabruna. Riassumendo la filosofia che ha ispirato questa, come altre opere per la Chiesa dello stesso Studio di architettura, Flavio Bruna ha precisato: «Il richiamo all’identità culturale, alla tradizione, non è certamente da considerarsi come scelta nostalgica, vernacolare e tanto meno statica, ma anzi come un carattere in evoluzione, che delinea i suoi tratti nel segno della continuità dei saperi, in relazione con i tempi correnti e quindi arricchita da continue quanto inevitabili “contaminazioni”».
L’iter progettuale ha voluto insediare la chiesa nel paesaggio così che, con parole nuove, dialogasse con il profilo dell’arco alpino sullo sfondo del quale si staglia. «L’edificio – specifica Bruna – ha una scala e un tono appropriati; la sua forma aperta, organizzata intorno a un fulcro, ne fa un’architettura “centripeta “- all’apparenza suscettibile di aggiunte e di aggregazione di volumi – delineando una vocazione importante propria di certi complessi monastici di questa
Il complesso si organizza intorno a un sagrato ottagonale: «Questo spazio è aperto verso valle e, attraverso un portico, distribuisce alle diverse funzioni: le aule per la catechesi, il salone parrocchiale, l’aula per le celebrazioni, l’abitazione e gli uffici del parroco. Una torre campanaria segnala l’accesso all’aula, di forma ellittica, costruita sull’asse diagonale che collega idealmente il centro del sagrato al presbiterio. Grandi finestre ad arco semicircolari illuminano
Anche il lucernario, posto sulla verticale dell’altare, sulla cuspide del tetto, permette ai raggi del sole di attraversare l’aula e illuminare naturalmente il fulcro delle celebrazioni, sottolineandone la centralità». I materiali sono: pietra per il tetto e per i muri esterni, legno di larice per le strutture di copertura, mattoni per archi e piattabande, lesene e pilastri del portico e della torre campanaria. Dalla quota massima, sopra lo spazio antistante l’altare, il tetto discende verso est e verso sud con due falde continue, che lo coprono tutto, raccogliendone il movimento sotto un unico manto. Le due cuspidi che emergono, del campanile e della chiesa, dialogano con le cime montane.
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