Cattedrale di Sant’Eusebio a Vercelli

Ben distinta dal resto della navata, la nuova pedana dell’altare è stata portata in avanti verso il popolo, all’incrocio del transetto e navata, con un intervento che chiaramente si distingue dall’esistente. E’ l’ultima opera per l’aggiornamento dell’antica basilica, su progetto di Franco Berruto, che pochi anni prima aveva anche realizzato la nuova cripta.

La Cattedrale di S. Eusebio in Vercelli ha un’origine antica, e la sua connotazione originaria era certamente molto diversa da quella odierna. Incerta è la datazione della costruzione della prima basilica, che dovrebbe risalire al periodo tra l’anno 379 e il 395, nel luogo di sepoltura del Vescovo Eusebio, patrono di Vercelli. Questa prima basilica fu distrutta dai Goti, ricostruita nella seconda metà del ‘400 e oggetto di ulteriori restauri e ricostruzioni nei secoli
seguenti, in particolare a causa di un rovinoso incendio avvenuto fra l’899 ed il 1026. Di quell’antico edificio, solo il campanile (1151- 1179) è rimasto in piedi, dopo la demolizione avvenuta nel XVIII secolo. La chiesa odierna è il risultato di una serie di interventi che cominciarono a partire dal 1572.
Un momento di fondamentale importanza per il Duomo è stato l’adeguamento liturgico della zona presbiteriale, effettuato in concomitanza con il Grande Giubileo dell’anno 2000. L’intento è stato quello di compiere un’opera estremamente “leggera” e poco invasiva, nel segno della reversibilità.

La volta della cappella col nuovo impianto di riscaldamento.
Il nuovo presbiterio.
La navata della cattedrale, prima e dopo l’intervento.
Cattedrale di S. Eusebio a Vercelli

Progetto degli interventi:
Arch. Franco Berruto,Vercelli
Fusioni artistiche in bronzo: Fonderia De Andreis, Rozzano (MI)
Impianto elevatore: Vimec, Luzzara (RE)
La struttura della chiesa non è stata toccata, ma è
stato modificato l’utilizzo dello spazio liturgico, con
la realizzazione di un nuovo impianto presbiteriale,
avanzato nella navata centrale, quasi all’incrocio con
il transetto.Tale ambito è stato completato con tutti
gli elementi che compongono lo spazio presbiteriale:
la mensa, l’ambone, la cattedra vescovile, il seggio
del celebrante. A completamento, sono stati
progettati quegli accessori che dovrebbero usualmente
essere legati al tema architettonico: i candelabri,
le colonnine di dissuasione e gli elementi vari
di arredo. Ma forse la parte più pregnante di quest’opera
è stata la ricollocazione del crocifisso del “1000”, ritornato a Vercelli dopo anni di restauro presso la Soprintendenza di Torino. Restauro resosi necessario a seguito dello scempio vandalico, subito nel 1982. Il crocifisso, nato col preciso scopo celebrativo, pur mantenendo tuttora tale caratteristica ha acquistato, nei suoi dieci secoli di vita, un inestimabile valore artistico.
Il progetto di adeguamento.
 

La posizione centrale, sopra la mensa del nuovo presbiterio, ha arricchito notevolmente lo spazio liturgico sottostante. Si crea così un dialogo diretto tra l’antico e il nuovo, nel segno della continuità.

La nuova cattedrale
L’altare
La sede del presidente
L’ambone
La pianta del presbiterio

Ma, ancor prima del recente adeguamento liturgico, l’ultimo intervento importante, per dimensione e tipologia, per peso strutturale entro l’impianto architettonico dell’edificio, è stato, negli anni ’90 del XX secolo, lo scavo e la realizzazione della cripta, per la ricollocazione delle tombe episcopali in un sito consono. Tale intervento ha rappresentato un importante momento di arricchimento culturale, grazie ai ritrovamenti archeologici effettuati, che hanno consentito di approfondire il conoscimento della storia del Duomo. Prima di tale opera, le sepolture dei vescovi erano collocate in una piccola cripta ubicata al di sotto del presbiterio: inagibile, poiché priva di qualsiasi collegamento
con la chiesa soprastante e inadeguata alla funzione cui era adibita, anche per le esigue dimensioni. L’intervento ha teso a dare maggiore dignità architettonica all’ambiente e permettervi l’accesso, così che i fedeli potessero visitare le sepolture dei vescovi. Il nuovo spazio è stato ricavato sotto la cappella di S. Eusebio, poiché la stessa era già dotata di un vespaio che ha consentito, con un’adeguata opera di scavo, di ottenere lo spazio necessario. Non secondaria,
nella scelta dell’ubicazione della nuova cripta, è stata anche la considerazione del valore simbolico scaturente dalla relazione tra la superiore cappella e la sottostante zona delle sepolture.

La cripta, prima, durante e verso la
conclusione dei lavori. Anche prima dell’intervento le
sepolture dei vescovi si trovavano nella cripta, ma
questa era inagibile. Inoltre i lavori hanno consentito
di portare alla luce elementi di interesse archeologico
per la conoscenza della storia della cattedrale.

Un altro aspetto che ha concorso alla scelta del sito è stata la possibilità di collegare l’interrato e la chiesa con un percorso agevole e privo di barriere architettoniche. Lo scavo è stato semplificato dalla presenza nel sottosuolo dei resti dell’antica basilica paleocristiana. Per ragioni strutturali si è proceduto alla creazione di un volume indipendente dall’impianto antico, posizionato nel cortiletto a est del transetto, dove è stata ubicata la scala e l’ascensore di collegamento tra i due livelli.

Nelle foto in senso orario: le sepolture attuali; una prospettiva interna; il vano contenente la scala
e l’ascensore (sullo sfondo si intravede il muro laterale della basilica); uno degli accessi.

In questo modo il nuovo elemento di collegamento è stato opportunamente mimetizzato, consentendo il passaggio dalla cappella di S. Eusebio, ma senza in nulla modificare la sistemazione interna di questa.
Nelle pareti della cripta si aprono “finestre” che lasciano a vista alcune porzioni degli antichi muri. In questo modo, la vita dell’antica cattedrale continua, riproposta secondo le necessità odierne, ma nel rispetto della sua fisionomia storica.

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