Un rustico sui colli Euganei accanto alla città di Padova.
In un vecchio rustico caratterizzato da grandi archi, la pittrice Buci Sopelsa dipinge coloratissimi quadri, spesso drammatici, di fronte a una natura particolarmente ridente. Questa abitazione ex-contadina, immersa nel verde e lontana da tutto, le serve per meglio concentrarsi quando lavora, e per sciogliersi nella più allegra convivialità quando riceve gli amici. I materiali sono tutti rigorosamente naturali e patinati dal tempo.
Servizio di Maria Luisa Bonivento Testo di Walter Pagliero Foto Tiziano Canu
La caratteristica principale dello spazio interno, così come l’ha voluto la sua proprietaria nell’ultima e radicale ristrutturazione, la si può cogliere nell’andamento labirintico e imprevedibile dei percorsi, che hanno strettoie e improvvisi slarghi dove compaiono quadri coloratissimi, spesso irreali, soffusi da una dolente nota mistica. Nella zona del biliardo e dello studio, grandi vetrate lasciano vagare libero lo sguardo sulla lussureggiante vegetazione, il cui verde contrasta piacevolmente col caldo colore dei legni e col cotto patinato dello splendido pavimento. Fuori i giardini degradano dolcemente, in modo naturale, verso spazi erbosi chiusi tra quinte di grandi arbusti.
La perfezione geometrica di un arco, aperto sulla vista del giardino.
Qualità dell’intervento
Centralità del progetto: Rusticità e trasparenza sono le due dimensioni espressive che convergono in questa ristrutturazione radicale che ha cambiato totalmente lo spirito degli interni. Prima era una casa contadina che dava spazio soprattutto alle attività agricole (fienile, deposito degli strumenti, magazzino per lo stivaggio dei prodotti), ora è in parte lo studio di una pittrice e in parte una casa accogliente per ricevere molti amici. Innovazione: si sono sfondati i muri per sostituirli con grandi vetrate. Uso dei materiali: un cotto patinato per i pavimenti, molto legno trattato a cera per i soffitti mansardati e gli infissi.
Biografia
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BUCI SOPELSA artista
Nata a Venezia in una famiglia di artisti a loro volta amici di altri artisti, fin da piccola giocava con carta e matita, anche se crescendo si è sforzata di diventare “normale”. Le ampie dimensioni del palazzo antico dove è diventata pittrice l’hanno spinta a cercare una casa-studio con grandi spazi e una vista illimitata.
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La sala del biliardo (una delle più ariose di questa casa grazie allo spazio libero di cui dispone) gode di una forte presenza del verde sia all’esterno che all’interno. Il giardino qui è lussureggiante grazie a un favorevole microclima, e anche l’edera che si arrampica sulle pareti e sul soffitto dimostra una notevole esuberanza. Nelle altre stanze si alternano con gusto sicuro mobili antichi e di moderno design ormai classico (come le sedie in cuoio di Bellini).
Superfici ampie e vuote come in un loft.
Il portico è stato conservato aperto per poter godere di quello spazio “interno esterno” così gradevole in estate e ancor più nelle mezze stagioni. Del resto, la bellezza degli archi a tutto sesto lo esigeva. Di fronte all’entrata si apre la porta che dà sul portico, mentre a destra è situata una vasta cucina dove, secondo tradizione, ci si può sedere attorno al focolare: un grande quadrato di pietra con bellissimi alari e, sopra, una grande e bassa cappa quadrata in grado di assorbire tutti i fumi e gli odori.
In camera da letto predomina il sogno orientaleggiante tra tessuti indiani e rotoli di monaci tibetani.
Nella foto, alcuni pezzi importanti di antiquariato veneto, come i due mori alti al naturale e la preziosa consolle in marqueterie di fine ‘700. La moquette blu ricopre anche la parte solida del letto, che spicca per il suo morbido candore, mentre dietro fa da quinta un paravento art déco.
Dietro la testiera del letto vive tutto un mondo di oggetti colorati che servono da toilette, come il lavabo blu inserito in un cilindro di perline in legno chiaro e la meravigliosa vasca blu rubata a una favola orientale.
L’accogliente piscina incastonata in una esuberante selva di alberi e arbusti, è di forma molto semplice ed ha un bordo di pietra locale leggermente rosata con ciuffi d’erba che spuntano fuori dagli interstizi.
La zona pranzo è impreziosita da uno storico tavolo disegnato da Scarpa, si chiama pomposamente “Il doge”, servito da essenziali sedie di Bellini in cuoio. Una scala, da qui, si arrampica prima in una zona libreria, poi allo studio e infine alle camere da letto, mentre un’altra scala ridiscende in prossimità dell’atrio d’entrata. Un grande camino in marmo chiaro fa da quinta tra il soggiorno e il prezioso biliardo d’inizio ‘900 posto al centro di uno spazio con pareti completamente vetrate. La vista plana sulla valle con un angolo di 180 gradi e all’interno si ritrova al centro di lussureggianti rampicanti da casa.
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