CASA A TRE LIVELLInel centro di Genova


Appartamento a Genova. Progetto dell’arch. Sergio Giovanni Ratto.
Testo di Walter Pagliero. Foto di Athos Lecce.

Qui sopra, l’ingresso al soggiorno svela un interno molto dinamico con divani bianchi di Minotti messi di sghembo e una scala aerea che parte verso altri livelli. Le piante all’interno riprendono il verde del berceau sul balcone superbamente panoramico.

L’ intervento realizzato in questa abitazione si è limitato a un restyling, in quanto la ristrutturazione avvenuta all’inizio degli anni ‘80 aveva definito in maniera talmente coerente la forma della casa da essere ancora perfetta dopo quasi vent’anni. Ciò che ormai risultava datato erano invece alcuni arredi, soprattutto il pavimento in moquette ora sostituito con un parquet a listoni di doussié. Anche alcune scelte cromatiche, eccessivamente indirizzate verso il nero, sono state riviste in chiave più attuale e realizzate con l’uso d’intonaco a marmorino colorato. Per quanto riguarda l’arredo, sono stati introdotti alcuni preziosi pezzi d’antiquariato che conferiscono all’ambiente una maggiore eleganza. Con la modifica di questi pochi elementi, l’immagine del soggiorno ha subito un notevole cambiamento, ulteriormente evidenziato dall’eliminazione delle sottolineature nere, che davano all’insieme un’interpretazione pesantemente grafica, rimaste solo negli stipiti delle porte per rendere più marcato l’ingresso. La volontà dell’architetto Ratto, tesa all’esaltazione dei valori di luce e leggerezza affermati negli ultimi anni, si è concretata nell’uso sistematico del bianco e del grigio per smaterializzare i setti murari.

Un architetto possiede l’attico e il sottotetto di un antico palazzo genovese di gusto neoclassico, quasi palladiano, che vede dalle finestre una delle più belle chiese romaniche d’Italia; cosa ne fa? E’ ovvio: ingloba la vecchia soffitta, toglie qualche parete divisoria, mette un soppalco e crea uno spazio continuo a tre livelli. Tutto questo è molto attuale come concezione e corrisponde alla sua cultura di architetto moderno. Ma siamo in un palazzo neoclassico, come dimenticarlo? E’ meglio ricordarsene mettendo qua e là, in punti strategici, qualche mobile antico di linea semplice ma molto elegante.

Dopo la ristrutturazione questo appartamento risultava distribuito su tre piani; era quindi importantissimo realizzare una corretta distribuzione in verticale e una omogeneità delle varie prospettive, organizzando bene i collegamenti che, se non si studiano bene, tendono a occupare molto spazio. In questo caso, oltre a una funzionale dislocazione delle scale (in posizione baricentrica rispetto alle varie zone di utilizzo) c’é anche la precisa ricerca della loro armonizzazione con l’immagine generale: scultorea e leggera quella che conduce al soppalco, forte e strutturale l’altra che porta al piano inferiore. Quest’ultima è addossata a un setto giallo che contrasta con la lunga parete azzurra posta al di sotto. L’uso di setti murari colorati all’interno di un involucro tutto bianco conferisce all’ambiente una particolare valenza espressiva che, unita al complesso intreccio di vari elementi nello spazio (scale, parapetti, travi a vista), ricordano certi esiti dell’avanguardia russa e del neoplasticismo olandese. Ma tutto si stempera in un dosato senso dell’armonia tipicamente italiano. Questa scenografia ricca e dilatata verticalmente ricorda proprio una delle maggiori glorie artistiche di Genova: i palazzi aristocratici del ‘500 in via Garibaldi, strutturati su due livelli (quello d’ingresso e quello del cortile d’onore) con piccoli e grandi saloni di notevole sviluppo verticale.

In questa pagina e in quella a sinistra: alcuni punti di vista del soggiorno mostrano come in questo interno genovese le prospettive si trasformino continuamente, e con esse la percezione dello spazio, pur mantenendo una sostanziale omogeneità.

 

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