Caratteristiche stilistiche delle pentole da mensola

Il Barocco durante il regno (1661-1615) di Luigi XIV, detto il Re Sole, è stile aulico improntato al “grande goûte”, dettato dalla corte. Dopo la “Religieuse”, pendola sobria e squadrata con il quadrante appoggiato su un pannello di velluto, nasce la sontuosa pendola “Boulle”. Essa prende il nome dal grande ebanista parigino Andrè Charles Boulle (1642-1732), che non fu l’inventore, ma senz’altro il più importante ed insuperato artista nella tecnica d’intarsio in metallo e tartaruga, che porta il suo nome. (Attenzione a non confondere gli originali con le tante imitazioni posteriori). I quadranti sono di bronzo dorato con le cifre su singole placchette smaltate.
La Reggenza (1715-1723) è stile di transizione tra barocco e rococò; le pendole conservano caratteristiche dell’uno ed introducono quelle dell’altro. Compaiono i quadranti tutti di smalto bianco, ma ancora divisi in tredici pezzi.
Il rococò
coincide con il regno (1723-1774) di Luigi XV°; impone forme mosse ed asimmetriche, insieme al bronzo compare l’utilizzo d’elementi in porcellana. I quadranti sono in smalto ed ormai in un solo pezzo e portano sempre la scala dei minuti suddivisa in cifre arabe sul bordo esterno.
Lo stile Luigi XVI
o primo neoclassicismo coincide con il regno del Re da cui prende il nome (1774-1793) e si distingue per la simmetria del disegno e per la presenza di motivi decorativi d’ispirazione ai modelli classici greci e romani; pur presentando ancora forme arrotondate e restando improntato ad un’immagine frivola e leggiadra. I quadranti sono simili ai precedenti, ma i fori di carica sono generalmente più centrati e simmetrici.

Il secondo neoclassicismo (1793-1830) comincia dalla rivoluzione francese e termina con l’avvento al trono di Luigi Filippo; comprendendo gli stili: Direttorio, Consolato, Impero, Luigi XVIII°, Carlo X° ed il Biedermeier. Il disegno è sempre simmetrico, ma i modelli si fanno più squadrati e trionfa la pendola a soggetto d’ispirazione prevalentemente mitologica. I quadranti sono: in smalto; in metallo dorato od argentato; non compare più la scala dei minuti.
Lo stile Luigi Filippo coincide con il regno del Re omonimo (1830-1849). Caratteristici di questo periodo le pendole neogotiche ad imitazione di reali cappelle e cattedrali gotiche perfettamente imitate in scala; e quelle troubadour ispiratesi al rinascimento, con menestrelli e dame in costume.
Da questo momento inizia la produzione considerata moderna degli orologi, con l’adozione di tecniche industriali standardizzate.
L’ecclettismo comincia già nel Luigi Filippo e prosegue per tutto l’ottocento, passando dal Napoleone III° all’orientalismo e sfociando alla fine nel Liberty. Le pendole si ispireranno a tutti gli stili del passato, ma con un’esecuzione via via più grossolana, più povera e con una produzione in gran parte meccanizzata destinata ad ornare le case d’ogni ceto. Il novecento segna la definitiva scomparsa della produzione artigianale artistica delle pendole. Gli orologi d’appoggio saranno d’ora in poi mossi da movimenti meccanici a bilanciere, od elettrici e raramente da quelli a pendolo.

L’autore Pierdario Santoro nasce a Bologna il 19-02-1952. Apre a Bologna nel 1978, insieme alla moglie Mara Bortolotto perito del tribunale di Bologna, la Galleria d’antiquariato “Antichità Santoro”. Riconosciuto come uno dei maggiori esperti in pendole neoclassiche è autore di testi e collabora con riviste del settore. Ha partecipato alle più qualificate mostre d’antiquariato quali: MIA internazionale di Milano, Modenantiquaria,
Ghota , Mostrabella Bologna, Assisi antiquariato, Salone Internazionale dell’Orologio Vicenzaoro.
L’autore Pierdario Santoro

Sergio Corradeschi, Maurizio De Paoli
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