BOISERIE E UNA STUFA in maiolica

Economista di fama, ma cadorino di origine, un professore dell’Università di Padova si è voluto organizzare per il riposo e la meditazione uno spazio costruito a sua misura nella terra degli avi. Grande è lo spazio dedicato alla biblioteca, anche se quella tecnica è ovviamente a Padova, e grande è anche l’elemento più simbolico della casa: la stufa tradizionale in maiolica, un vero monumento al calore.
Si sente che la sua è una casa della nostalgia, quella che gli ricorda i grandi freddi della sua infanzia combattuti nel tepore della “stube”, accanto a una stufa artigianale metà in maiolica e metà in muratura. Questa fonte di calore l’ha voluta anche qui, al centro del soggiorno: una stufa monumentale costruita sul posto da un maestro del settore, Carlo De Bernardo di Pian da Lago presso Cortina d’Ampezzo, che così l’ha descritta: “Questa stufa ha una superficie enorme ed è in grado di riscaldare in modo morbido, non aggressivo, tutto l’appartamento.

Doveva mascherare una serie di colonne e canne fumarie presenti nella casa prima della ristrutturazione: aveva una collocazione obbligata che fortunatamente coincideva con un punto strategico del soggiorno, tra il salotto e la zona pranzo, il più adatto per distribuire il calore in soggiorno, nel corridoio e nel resto della casa. Per adeguare la stufa allo spazio stretto e lungo a causa dei percorsi, si è deciso di darle in pianta una forma a ottagono allungato, ripresa poi nei cassettoni del soffitto.
Inoltre il cliente voleva una stufa dipinta secondo modelli settecenteschi, e noi li abbiamo ripresi da un pezzo d’epoca della Val di Non presente nel nostro museo aziendale che conta più di 100 esemplari.”

Spicca nel salone la grande stufa rivestita di maiolica bianca e blu costruita sul posto da Carlo De Bernardo e dipinta, riprendendo modelli antichi, da suo padre Giovanni. La stufa, alimentata a legna, ha un’autonomia di 24 ore.

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IL RIVESTIMENTO IN LEGNO, SPECIE SE SCANDITO DA CORNICI E INTAGLI, È IL SISTEMA PIÙ PRESTIGIOSO DI DECORARE SIA LE PARETI SIA IL SOFFITTO. RISALE AL MEDIOEVO E DEVE LA SUA FORTUNA A DUE FATTORI: LA COIBENZA TERMICA (SOPRATTUTTO LA CAPACITÀ D’ISOLARE DAL FREDDO) E IL SUO “CALORE” PSICOLOGICO. I MOTIVI DECORATIVI SONO VARIATI NEL TEMPO, DALL’APPARATO DECORATIVO GOTICO A QUELLO RINASCIMENTALE, DAL BAROCCO AL NEOCLASSICO E INFINE ALL’ECLETTICO.Centralità del progetto: è una casa della memoria basata su due elementi caratterizzanti: il rivestimento in legno lasciato a vista su tutte le superfici (pareti, soffitti e pavimenti) e una grande stufa in maiolica dipinta con disegni decorativi settecenteschi al centro del soggiorno.
Innovazione: mettere la grande stufa a legna proprio nel punto di miglior diffusione del calore, con notevole impatto visivo oltre che funzionale.
Uso dei materiali: il legno nelle sue migliori essenze (abete, olmo, rovere e larice) sempre di recupero e, su pareti e soffitti, piallato a mano. Il tessuto bianco per ricoprire poltrone e divani con effetto rinfrescante.
Nuove tecnologie: per garantire un calore standard anche negli ambienti più decentrati, oltre alla grande stufa in maiolica (preferita per il suo caldo “morbido”) vi è un impianto a serpentina sotto i pavimenti.Niente tappeti sui pavimenti, e nemmeno quadri alle pareti, per non interrompere la calda bellezza dell’abete, dell’olmo e del larice: questo è l’input che il professore ha comunicato all’architetto. Dopo tanti anni passati in città, il docente cadorino desiderava ritrovare in montagna l’ambiente naturale della sua infanzia: quelle stanze della tradizione alpina foderate in legno con la L maiuscola. La semplicità era l’altra sua richiesta. E l’accenno di un baldacchino, sempre in legno, sul letto padronale è stata un’idea dell’architetto molto faticosamente accettata. Adesso l’aspetto dell’appartamento è monocromo (ma non monotono), dominato dalle tonalità calde dei legni: sulle pareti un abete antico piallato a mano e sui pavimenti l’olmo, il larice e il rovere sempre di recupero. Spicca soltanto il bianco candido dei divani e il bianco e blu della grande stufa protagonista.Nata nel 1970 a Bressanone, vive e lavora a Cortina d’Ampezzo.
Diplomata all’Istituto d’Arte di Cortina, si laurea in Architettura all’Università di Firenze (tesi sull’architettura rurale in Val Badia). Collabora con studi tecnici della zona e nel 2003 apre un proprio studio a Cortina. Dal 2007 è membro ambientale della commissione edilizia del Comune di Cortina. Lavori eseguiti: risanamento e ampliamento dell’albergo vincolato Bruggerwirt di Anterselva, risanamento dell’edificio residenziale Kompatscher di Velturno, ristrutturazioni e nuovi edifici a San Vito di Cadore e a Vodo di Cadore.

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