B. Franklin

Benjamin Franklin (1706-90), tipografo, editore, giornalista, scrittore, economista, diplomatico, statista, musicista, fisico ed inventore, fu forse il più famoso ed eminente cittadino americano del suo tempo. Tra i promotori dell’indipendenza delle colonie americane, con la sua opera diplomatica come ambasciatore presso la corte del re di Francia contribuì in maniera determinante al successo della Rivoluzione Americana. Concorse a redigere e firmò tutti i documenti fondamentali per la nascita degli Stati Uniti d’America, dalla Dichiarazione di Indipendenza sino alla Costituzione, fondò la Società Filosofica Americana, la prima compagnia di Vigili del Fuoco, la prima società di assicurazione contro gli incendi ed istituì il Ministero delle Poste.

Con i suoi scritti ed il suo impegno promosse un nuovo modello di istruzione, realistico, laico e sperimentale, fondando l’istituto che poi divenne l’Università di Pennsylvania e la prima, e per lungo tempo la più importante, biblioteca circolante degli Stati Uniti. Grazie alla sua esperienza di tipografo, fu tra i primi a stampare la cartamoneta americana, determinandone l’affermazione. Negli ultimi anni della sua vita, divenne presidente della Società per l’abolizione della schiavitù di Philadelfia. In tutto ciò, trovò il tempo di inventare gli occhiali con lenti bifocali, di costruire il primo catetere elastico prodotto nelle Americhe, di attraversare un tornado al galoppo sul suo cavallo, per studiarne le caratteristiche, e con ancor più temerario coraggio, di pubblicare sulle sue riviste alcune tra le prime previsioni del tempo. Condusse studi sulla Corrente del Golfo, contribuendo a determinarne i limiti con misurazioni di temperatura, sull’elettricità, che lo portarono all’invenzione del parafulmine, e sui camini, con l’ideazione di quello che è ancora oggi conosciuto come ‘Caminetto Franklin’. Nel 1784, reduce dal successo come ambasciatore in Francia, ‘il più famoso privato cittadino del suo tempo’, nelle parole del suo biografo Carl Van Doren, si imbarcò per il suo ultimo viaggio di ritorno verso la terra natale. Durante l’attraversamento dell’Atlantico, lungo periodo favorevole alla meditazione, ‘…la garrulità dei vecchi si è impadronita di me, e, poiché potrei non avere un altra occasione per scrivere su questo soggetto, penso che potrei ben farlo adesso…’. Così, Franklin impegnò il suo tempo nel raccogliere, in una lunga lettera al suo vecchio amico Ingen-Hausz, Fisico dell’Imperatore Austriaco, le sue esperienze e le sue riflessioni sulle cause ed i rimedi del fumo spillato dai caminetti.
Questa lettera venne stampata, l’anno successivo, tra gli Atti della Società Filosofica Americana.

Questa lettera-trattato, per quanto superata, grazie alle successive esperienze di Thompson, conte di Rumford, è così piena del suo sano ‘senso comune’, dei suoi ingegnosi stratagemmi sperimentali, e scritta in una prosa così gradevole, da costituire tutt’oggi una lettura piacevolissima. Franklin individua diversi motivi per i quali i caminetti fanno fumo, e suggerisce i rimedi adatti. Ma il punto principale che Franklin per primo colse, in un epoca in cui nessuno sapeva molto sul calore, e poco di più sul fumo, fu che il fumo era in realtà più pesante dell’aria, e che non avrebbe mai potuto risalire una canna fumaria senza l’apporto del calore, nozione del tutto ignorata prima di lui: ‘molti pensano che il fumo sia di sua natura e per se stesso più leggero dell’aria, e che risalga in essa per lo stesso motivo per cui il sughero galleggia sull’acqua’. Consapevole che una colonna d’aria e fumo calda che risale una canna fumaria crea un debito d’aria nell’ambiente in cui si trova il caminetto, Franklin dedusse logicamente che un apporto di aria fresca deve essere in qualche modo assicurato all’ambiente, e propose vari suggerimenti, tra cui una presa d’aria posta direttamente nel focolare e collegata all’esterno. Un’altra intuizione fondamentale, per quanto non suffragata da dimostrazioni tecniche, fu
che ‘l’apertura dei caminetti nelle stanze è troppo grande, cioè, troppo larga, troppo alta, o entrambe le cose’, con la conseguente osservazione che ‘le aperture corrispondenti a condotti più alti possono essere più larghe, e quelle di condotti più corti devono essere più piccole’, introducendo, sia pure intuitivamente, il principio della proporzione tra bocca del camino ed altezza della canna fumaria, ridondante oggi considerata ovvia. La speculazione sui rimedi fisici contro il fumo dei camini lo condusse inoltre a suggerire rimedi pratici come la rimozione dei nidi di uccelli sui comignoli (cosa per nulla considerata ovvia, evidentemente), e ad alzare i comignoli oltre il colmo del tetto.

Il ‘Caminetto di Pennsylvania’
Molto calore con poca legna, possiedono anche il vantaggio di ovviare l’inconveniente del ritorno del fumo’ Nel 1797 nel suo Trattato ‘Principj di Architettura Civile’, l’Architetto Francesco Milizia, dopo aver enumerato i difetti dei camini del suo tempo, descrive entusiasticamente così il camino di Franklin: " Tutti questi difetti sono ovviati dal cammino di Pennsilvania inventato da Franklin, genio sublime, che ha saputo applicare la filosofia ai comodi della vita con una semplicità mirabile. Questo cammino riscalda tutta la camera ugualmente, evita la corrente d’aria sì dannosa, si trasporta facilmente da una stanza all’altra, consuma meno legna di qualunque altro, non fa né fumo, né fuliggine né cattivo odore. In diversi luoghi d’Itali è stato eseguito con successo, e la descrizione dei disegni si trova nelle sue opere…" Nel 1784 ‘L’Almanach sous verre’ fornisce la descrizione di un camino economico di nuova invenzione.
Il camino è diviso in due parti da una piastra orizzontale in lamiera di ferro. Il fuoco viene acceso nel compartimento superiore, la piastra si scalda e ‘ la parte sotto forma una specie di forno… particolarmente comodo sia per cucinare che per tenere in caldo le vivande’. Forse un precursore delle cucine economiche. Ma è nel 1795 che appare un’opera fondamentale sulla progettazione e costruzione dei caminetti aperti, destinata a restare quasi insuperata sino ai nostri giorni: ‘Sui camini, con proposte per migliorarli e risparmiare combustibile, rendere le abitazioni più confortevoli e salubri, e prevenire efficacemente l’emissione di fumo dalle canne fumarie’, scritto da Benjamin Thompson, futuro Conte di Rumford.

Mentre studiava come migliorare l’efficienza dei camini, Franklin era anche alle prese con uno studio su come sbarazzarsene definitivamente, sostituendoli con strumenti più efficaci. Insieme alla lettera sui camini, negli Atti della Società Filosofica Americana, venne anche pubblicata una ‘Descrizione di una nuova stufa per bruciare carbon fossile e consumare tutti i suoi fumi’. Il risultato pratico degli studi di Franklin fu dunque una stufa-caminetto, che prese il suo nome, ma fu conosciuta anche come ‘caminetto di Pennsylvania’. Realizzata in metallo, molto economica grazie allo sviluppo delle tecniche metallurgiche ed alle prime produzioni di serie, ebbe uno straordinario successo, che dura tutt’oggi: il caminetto tipo Franklin è probabilmente il più antico caminetto prefabbricato ancora in produzione, mantenendo inalterate le stesse fondamentali caratteristiche dell’epoca della sua invenzione. Già nel 1778 è segnalata in Francia l’apparizione degli “Chèminées à la Franklin”, che oltre al fatto che essi procurano molto calore con poca legna, possiedono anche il vantaggio di ovviare l’inconveniente del ritorno del fumo’ Il ‘Caminetto di Pennsylvania’ Nel 1797 nel suo Trattato ‘Principj di Architettura Civile’, l’Architetto Francesco Milizia, dopo aver enumerato i difetti dei camini del suo tempo, descrive entusiasticamente così il camino di Franklin:" Tutti questi difetti sono ovviati dal cammino di Pennsilvania inventato da Franklin, genio sublime, che con mirabile semplicità, ha saputo applicare la filosofia ai comodi della vita con una semplicità mirabile. Questo cammino riscalda tutta la camera ugualmente, evita la corrente d’aria dannosa, si trasporta facilmente da una stanza all’altra, consuma meno legna di qualunque altro, non produce né fumo, né fuliggine né cattivo odore. In diversi luoghi d’Italia è stato eseguito con successo, e la descrizione dei disegni si trova nelle sue opere…" Nel 1784 ‘L’Almanach sous verre’ fornisce la descrizione di un camino economico di nuova invenzione. Il camino è diviso in due parti da una piastra orizzontale in lamiera di ferro. Il fuoco viene acceso nel compartimento superiore, la piastra si scalda è la parte sotto forma una specie di forno …particolarmente comodo sia per cucinare che per tenere in caldo le vivande’. Forse un precursore delle cucine economiche. Ma è nel 1795 che appare un’opera fondamentale sulla progettazione e costruzione dei caminetti aperti, destinata a restare quasi insuperata sino ai nostri giorni: ‘Sui camini, con proposte per migliorarli e risparmiare combustibile, rendere le abitazioni più confortevoli e salubri, e prevenire efficacemente l’emissione di fumo dalle canne fumarie’, scritto da Benjamin Thompson, futuro Conte di Rumford.

Luca Macchiavelli

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