Le sue sculture in ferro, come i suoi disegni recentemente pubblicati da Di Baio Editore, non sono solo piacevoli opere d’arte capaci di dare sensazioni affinate. Lui non è soltanto un artista, un maestro della forgiatura “selvaggia” e, per i disegni, del colore puntiforme d’atmosfera. Masciarelli è ben altro: è uno sciamano, un mago evocatore di mostri, un illuminato che ci mette in contatto con gli archetipi del nostro inconscio. Durante l’infanzia passata in Abruzzo era affascinato dalle fantasie storiche e dalle leggende locali. Come il prode Achille a cavallo con lancia in resta dipinto sul gonfalone, fantasioso testimone dell’antichità di Chieti, città fondata ai tempi della guerra di Troia dai feroci e bellicosi Marrucini. Forse le figure mostruose che affiorano negli schizzi e nei totem forgiati col fuoco, questi strani esseri che ci guardano minacciosi dalla loro selvaggia diversità, sono il ricordo atavico delle antiche genti abruzzesi, che storicamente resistettero a lungo all’avanzata degli antichi romani e che probabilmente hanno trasmesso il loro DNA agli attuali abitanti.
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Gino Masciarelli
