Una casa – atelier per l’arte

Se l’immagine più ricorrente del Monferrato e dei suoi insediamenti è costituita dalle dimore storiche, dai casali con vecchie cantine ed Servizio enormi distese di vigneti, in questo caso siamo di fronte a un altro tipo di stile abitativo, legato alla necessità di un artista di abitare uno spazio semplice, inondato dalla luce e dilatato verso le colline circostanti, un luogo in cui immergersi silenziosamente e lentamente nella creazione. Aperta all’ospitalità della famiglia e degli amici è volutamente giocata sul divertito recupero dell’essenziale.Gli arredi sono ridotti al minimo, fluttuanti in spazi prevalentemente vuoti, mentre gli elementi iconici sono rappresentati dalle opere dell’artista, o da figurazioni illusorie (ottenute a volte in varie aree della casa con l’ausilio di un proiettore) o scaturite dalla materia, come è avvenuto con il discialbo di vecchie carte da parati.

Nella cucina di sapore rustico è stata abolita ogni simmetria, nelle sedie spaiate, nelle stoviglie che mescolano fine serie di grandi marche, negli utensili della cultura contadina vissuti come reperti da interrogare.Centralità del progetto: la casa è un esempio di recupero di materiali poveri e di creatività.
Innovazione: nel riassemblaggio e risignificazione di oggetti originariamente destinati anche ad altro uso e nel discialbo di alcune pareti.
Uso dei materiali: soffitti voltati, pavimenti in cotto e impianto distributivo della casa sono stati mantenuti.
Nuove tecnologie: si sono limitate all’impianto di riscaldamento e alla ristrutturazione dei bagni e, in cucina, all’inserimento della termostufa di moderna produzione.Le pareti hanno svelato, al pari di antichi affreschi pompeiani, lacerti di giardini dalle tempere ormai sbiadite.
Ogni elemento dell’arredo è frutto di una scoperta e di una risignificazione. Una rielaborazione dell’esistente ottenuta ora con interventi artigianali (come la foderatura allegra e disinvolta delle sedie anni ’60), ora con operazioni concettuali, come le orecchie in bronzo che fungono da attaccapanni o attrezzi e mobili collocati in ambienti inusuali e con funzioni nuove.
Nato a Casale Monferrato si è laureato in matematica a Torino. Di questa sua formazione conserva l’attenzione alla natura per coglierne l’ordine ma, come artista, ne coglie anche le relazioni con l’indefinibile sospensione della condizione umana. Di sé dice: “Mi piace osservare l’acqua dei torrenti, sostenere un buon legno, leggere le parole nascoste nei licheni sulle rocce e farmi attraversare da greggi di pecore”. Da alcuni anni è anche curatore della manifestazione “RISALTO”.
Organizzata da Mari Brignolo e MON.D.O., con i comuni del Monferrato, è una rassegna che dispiega ogni anno, a maggio, le opere di grandi artisti contemporanei invitati a lavorare con un materiale inusuale: il riso.
www.monferrato.org

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