Art Decò e avanguardia

In uno dei quartieri più esclusivi di MIlano

Servizio e testi di Tiziana M. Zanchi
Foto Athos Lecce

La “signora della casa” artefice di questo raffinatissimo e delicato connubio non poteva che essere un’artista: la pittrice Anna Spagna.

Le origini di Anna Spagna hanno radici lontane, affondano nella classicità greca nutrite di statuaria bellezza. Timpani, colonne e frontoni rispecchiati in un mare blu cobalto, nascono all’Ortigia, nell’isola-fortezza, custode della siciliana
città di Siracusa. Affascinata dal bello e dall’arcano Spagna, segue studi artistici presso la Scuola Superiore del
Restauro ed è in tale veste che, negli anni ‘70, opera presso il Gabinetto di Restauro delle Raccolte d’Arte del Castello
Sforzesco a Milano. Quasi fosse avvenuta un’iniziatica operazione di taleaggio, è proprio in questa brumosa capitale lombarda che le sue radici solari e mediterranee attecchiscono, germogliano copiosamente radicandola per una seconda volta.

Spirito libero e indagatore, intelligentemente acuto, vive il proprio tempo, lavora su antiche opere altrui, ma vuole
crearne di proprie, attuali, coeve, così nel suo studio, accanto ai materiali più nobili, trovano spazio anche spray, collanti, vernici, plastiche ed operando su questi elementi forgia la propria identità artistica. Presentata da Tommaso Trini espone a Milano un ciclo di opere titolato“Nuovi segni abitati” in cui riscontriamo, chiaramente definiti, i tre fronti su cui si baserà la sua ricerca espressiva: materia, cromatismo e segno. Di lei scrivono critici come Luciano Caramel e Vittoria Biasi. “Refolo Barocco” è il titolo della mostra attualmente esposta nella Galleria Vinciana di Milano, mostra che si trasferirà presso la Galleria Peccolo di Livorno nella primavera 2005. (Nel numero scorso di Casa99IDEE, nell’articolo “Refolo Barocco” pag. 42-45 ne abbiamo dato ampio riscontro storicizzandone anche l’operato artistico- evolutivo n.d.r.).

In primo piano tela di Umberto Mariani, accanto vetrata di Arturo Vermi.
A sinistra sculture di Sangregorio e Arnaldo Pomodoro, le sovrasta una tela di Agostino Ferrari.

Questo radicamento milanese l’aveva da tempo portata a frequentare e confrontarsi con certa avanguardia che
faceva capo allo Studio S. Andrea. In questo contesto v’è un nome di spicco, il gallerista Gianfranco Bellora, leader indiscusso del concettualismo d’avanguardia e della ricerca segnica ma anche mecenate, gran sacerdote, aruspice
protettore e divulgatore degli officianti che operano sotto l’egida di “Segno et Poesia”. Fra i due nasce un’indissolubile affinità elettiva e sentimentale. Muniti di un solido background 99IDEE stile e case culturale, scelgono per l’arredo di casa un’epoca e uno stile ben preciso, il Decò. Un tempo così breve, direi effimero ma non caduco, che ha profondamente segnato e toccato tutti i campi, dalle arti plastiche alla moda, fino all’architettura, determinando una linea, un genere di vita assurto a sinonimo di un’epoca. La sua durata nel tempo c’est l’espace d’un matin e perciò tanto più affascinante. Ma non basta, il gusto raffinato di entrambi li porta a darsi ulteriori limiti, solo ciò che è stato
prodotto nel decennio 1920/30 e preferibilmente italiano.

In apertura di servizio un quadro di Anna Spagna. Nelle immagini successive: un tavolo bar del ‘25, vetri Venini e luci Fontana Arte 1930, scultura piramidale di Petrosian e, da destra tele di: Gianni Bertini, Luciano Bartolini e ancora Anna Spagna. Ddomina nell’area pranzo l’opera di Tsoclis Costas.

Non è facile trovare buoni pezzi datati e firmati, tanto meno arredi interima Anna e Gianfranco, lavorando in simbiosi,
sono abilissimi a scovarne parecchi. Sarà per questo che arredano anche la Galleria, lo studio con scrittoio francese in palissandro datato 1925, le sedie firmate dall’architetto Piacentini, ed il salottino in pelle cui accedevano solo gli amici più cari per un drink, un momento di riposo dove spesso nascevano accese dispute sull’arte contemporanea. Ed è forse per alloggiare questi arredi che la casa si allarga e ramifica sia in città che in campagna, sofisticata, di
classe ma sempre aperta ed ospitale per artisti e amici. Sull’onda di questi ricordi varchiamo la soglia della nuova casa di Anna Spagna che con maestria ha saputo miscelare la memoria della galleria e della casa unendo le passioni comuni per l’arte contemporanea e il Decò. Qui, pur percependo gli echi del passato e di un percorso personale e professionale vissuto intensamente ci troviamo in un’ambiente caldo e amichevole, consapevoli di essere partecipi di una parentesi culturale e artistica fondamentale nella storia del ‘900.

 

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