ARNE JACOBSEN – EERO SAARINEN

La natura è fonte d’ispirazione. Fauna e flora ispirano questi due modelli di sedute ormai divenute dei classici. Un “plus” di grazia nelle linee arrotondate.Ant deve il nome “formica” alla sua forma che ne ricorda la sagoma con la testa sollevata.
È stata creata nel 1952 da Arne Jacobsen per la mensa di una casa farmaceutica. La sedia doveva essere comoda e impilabile, doveva avere gambe poco ingombranti ma essere stabile. Jacobsen progetta allora una sedia senza braccioli e con sole tre gambe. Lo schienale e la seduta sono un unico pannello, realizzato con 9 strati di tranciato di faggio e all’interno 2 strati in cotone. Successivamente nacque la variante con 4 gambe. Dopo pochi anni Ant, nel suo minimalismo, divenne molto popolare. Produzione, Republic of Fritz Hansen.Tulip viene realizzata nel 1955 da Eero Saarinen. Il suo nome deriva dalla forma del fiore: la base sembra un gambo delicato, la seduta una corolla. Saarinen, purista del design, era infastidito dalle gambe di tavoli e sedie. Realizza quindi un unico pezzo di sostegno che ricorda una densa goccia. La parte superiore nasce in due versioni, con o senza braccioli, arricchino da cuscini colorati. Tulip, secondo il volere dell’Autore, sembra formata da un unico blocco e un solo materiale. In realtà è girevole e la parte inferiore ha una struttura in alluminio trattata in rilsan, mentre la parte superiore è stampata in fibra di vetro. Produzione, Knoll.Una parete sinuosa accoglie l’area pranzo di questo appartamento su Park Avenue riprogettato dallo Studio Hariri & Hariri Architecture. Sedute e tavolo con piano in marmo della serie”Tulip” di Eero Saarinen, Knoll.HARIRI&HARIRI ARCHITECTURE “Hariri & Hariri” è una delle più importanti società di Architettura del mondo. Venne fondata nel 1986 a New York dalle sorelle iraniane Gisue e Mojgan Hariri. I loro lavori, dedicati alla ricerca ed alla realizzazione di idee innovative, sono stati esposti in numerosi musei. Di recente il progetto per “l’OLYMPIC 2012 – Village” è stato premiato e messo in mostra nella Grand Central Station.

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Pubblicato in FARE

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