ARCHITETTURA – PROGETTI MENZIONATI

La tesi si sviluppa in un ambito per sua natura delicato quale il rapporto tra le stratificazioni, tra passato e presente. Lo fa cercando il dialogo diretto con il passato quale interlocutore, ma utilizzando la realtà del progetto come termini del rapporto. A partire dal sistema di confronti e analogie che caratterizzano la città nella sua natura, quale successione di avvenimenti stratificati, il progetto si struttura come completamento naturale, strato mancante, tassello di un sistema armonico e al tempo stesso complesso ed eterogeneo come quello urbano catanese, che affianca alle stratificazioni storiche e antropiche, quelle naturali dei numerosi eventi sismici e vulcanici che hanno stravolto nei secoli la città. La chiesa di Santa Maria della Rotonda a Catania, in particolare, è uno straordinario palinsesto che ha sempre suscitato forte interesse di archeologi e storici per la straordinarietà della sua storia che attraversa trasversalmente i trascorsi della città, e nel quale coesistono contemporaneamente le tracce culturali e architettoniche degli eventi che si sono susseguiti sullo stesso sito. Per il progetto si è  dunque seguita la sottile linea che guarda al passato con il dovuto rispetto e senza soggezione o timore reverenziale, ma che allo stesso tempo si pone a confronto attivo con esso, con ogni strato. L’architettura contemporanea si confronta con le preesistenze, senza stravolgerle né annullarle, configurando un dialogo con ciò che l’ha preceduta. L’obbiettivo diviene quindi progettare non solo con il semplice accostamento fisico, ma stabilendo una vera e propria interpretazione del “materiale storico”. […]Nuova residenza temporanea nella ex scuola media Silvio Pellico a Milano

Il tema proposto consiste nello studio di una metodologia di progettazione dello “spazio ritrovato”, ovvero riguardante il recupero edilizio e la riqualificazione urbana, a partire da alcuni spunti teorici che poi si concretizzano in una sperimentazione pratica.
Il progetto d’intervento presentato prevede il recupero della ex scuola media Silvio Pellico, in Piazza Abbiategrasso 2 a sud di Milano, nel quartiere Chiesa Rossa e la riqualificazione urbana dello stesso.
La trasformazione prevede la creazione di una residenza temporanea a medio-basso costo con ricettività turistica per il potenziamento dei servizi di accoglienza in previsione dell’EXPO 2015.
La grande accessibilità dell’area, dovuta alla vicinanza dell’uscita dell’autostrada e soprattutto della metropolitana che collega tutto il capoluogo, rende favorevole la scelta della location per questo tipo di servizio, consentendo agli ospiti di raggiungere le aree “Expo” e gli interventi che si stanno sviluppando intorno all’evento. L’intervento si inserisce, quindi, all’interno del sistema di trasformazioni di aree.
industriali, scali ferroviari, complessi demaniali in disuso che consentono una riqualificazione integrale dell’intera città. […]Parco della memoria e centro culturale alla Rocca delle Caminate
La presenza a Predappio presso l’ex stabilimento aeronautico Caproni di gallerie all’interno delle colline romagnole ha interessato l’Università di Bologna.
I tunnel, attualmente inutilizzati, che venivano una volta impiegati per verificare il comportamento degli scheletri metallici degli aeroplani e delle loro ali attraverso getti continui di aria, si sono rivelati idonei, dopo diversi sopralluoghi, ad essere recuperati per ospitare laboratori altamente specializzati di fluidodinamica: vista la difficoltà a Bologna di realizzare uno stabilimento ex novo.
Si è pensato di guardare e studiare quali luoghi nelle vicinanze potessero ospitare tali attrezzature, formulando ipotesi sul recupero di due edifici assai noti nell’ambito romagnolo e su come legare loro all’arrivo dell’Università: un centro di ricerca nelle ex officine Caproni a Predappio ed un centro culturale nella Rocca delle Caminate, per mettere a sistema significativi luoghi della città, spazi che inneschino dinamiche sugli interessi per le risorse del territorio, sostenendo un preciso pensiero propositivo dell’architettura. […]Un progetto di social housing e cohousing a Marghera
La tesi, che ruota attorno al tema generale della relazione tra dimensione privata e collettiva dell’abitare, ha preso come caso-studio per l’esercizio progettuale il quartiere urbano di Marghera. Il quartiere, sorto a partire dal 1917 per fornire un’abitazione ai lavoratori dell’adiacente porto industriale, ha tentato di concretizzare alcune indicazioni delineate da Howard nel libro “La città-giardino del futuro”. In particolare, il disegno urbano è segnato da una spina centrale, dove sono oggi collocati i principali servizi alla residenza (chiesa, cinema, biblioteca, piazza del mercato, ecc…), e da un sistema di viali alberati che, irradiandosi delle rotonde di smistamento del traffico, costruiscono un sistema d’isolati spiccatamente geometrici.
L’area individuata per la proposta progettuale, si colloca in asse con la spina dei servizi e immediatamente a sud di un’importante infrastruttura ferroviaria e automobilistica. A est dell’area, oggi abbandonata, si trovano un brandello di tessuto residenziale disgregato e l’uscita del sottopasso ferroviario che permette il collegamento pedonale tra Mestre e Marghera; a ovest invece si trova un insediamento residenziale ad alta densità.
Il progetto, alla scala urbana, si propone di: proseguire e concludere la spina centrale del quartiere mediante una corte residenziale e una snella torre di ville sovrapposte, che diventa il landmark dell’intero intervento; configurare, a nord del precedente insediamento. […]L’intervento è localizzato nell’area di Pietralata, nella periferia orientale della città, delimitata a Ovest dalla linea ferroviaria, a Nord dal fiume Aniene e a Sud dalla via Tiburtina. Lungo l’asse della via Tiburtina l’area è caratterizzata da un tessuto urbano
prevalentemente residenziale e commerciale ad alta densità, mentre lungo l’Aniene da un’ampia estensione di aree verdi libere, agglomerati di edilizia spontanea e insediamenti industriali.
Il contesto urbano presenta diverse problematiche, tra cui: l’insufficienza di servizi a livello locale, il sottodimensionamento infrastrutturale ed un forte disordine urbanistico, generato soprattutto dalla presenza di grandi vuoti urbani.
L’intervento insiste su una delle aree prive di caratterizzazione formale e funzionale, un lotto di 24800 mq situato al margine sud-orientale dell’area a Sud di via dei Monti Tiburtini, nei pressi della stazione metropolitana di Quintiliani; nelle previsioni del Nuovo Piano Regolatore l’area è definita Centralità direzionale di Pietralata, sostituendo il cosiddetto (e ormai superato) SDO (Sistema Direzionale Orientale) con un nuovo sistema funzionale che prevede la realizzazione di servizi per il terziario e per l’attività universitaria. Il tema progettuale vuole completare il nuovo Polo universitario attraverso la realizzazione di servizi e residenze per studenti (un’alternativa al Campus universitario), sviluppando allo stesso tempo un modello di progetto urbano teso a costruire la città. […]Riqualificazione di un’area dismessa del porto di Rotterdam
L’obiettivo della tesi é quello di sperimentare l’integrazione fra la citta’ di Rotterdam ed il suo porto. Il tema offre la possibilità di ragionare su 2 diverse scale, quella locale del tessuto cittadino e quella globale del porto stesso. Il luogo dove viene consumato questo binomio é il sottile limbo di terreno stretto nella morsa città-fiume; in questo spazio indefinito si collocano in via di dismissione i due moli (Keilehaven, Lekhaven), utilizzati come banco di prova per la tesi. Gli assiomi assunti nell’approccio al problema sono: l’interpretazione della cittá di Rotterdam come una citta’ patchwork (città per p
arti) e l’individuazione della diga (segno paesaggistico) come elemento ordinatore e concatenatore all’interno del tessuto. Fondamentale si é dimostrata l’analisi di aree portuali riqualificate in Rotterdam e Amsterdam (Borneo, Muller Pier, The Landtong, ecc.) per capire quali strategie progettuali fossero state utilizzate da altri architetti e altresì, per poter sintetizzare logiche insediative nelle aree liberate dalle attività portuali. La conclusione di questo tipo di analisi (sviluppata in morfologica, tipologica, infrastrutturale) è stata il ricondurre i progetti di riqualificazione a due categorie o modalità progettuali: “Normalizzazione” del Pier e “Automonumento”. La Normalizzazione, vede il nuovo progetto porsi in continuità morfologica con il tessuto cittadino, negando d’altro canto la natura del Pier. […]Il progetto va ad inserirsi nell’ambito della Città Metropolitana dello Stretto, in particolare nella città di Messina, caratterizzata da un sistema urbano molto articolato e complesso, per la maggior parte irrisolto. La porzione di territorio presa in esame dalla tesi abbraccia tutto il waterfront messinese comprendente l’area falcata, con la cittadella storica e la zona occupata dalla Marina militare e dai cantieri navali, la parte di molo caratterizzata dalla palazzata storica, fino ad arrivare alla zona compresa tra i due torrenti, dove le spiagge per la balneazione vengono utilizzate per i più svariati usi, e comunque occupate da edifici abusivi e fatiscenti, rappresentando così un ostacolo alla fruizione degli utenti alla zona a mare. Una frattura fisica fortemente percepibile che ha provocato, come è naturale, non solo una emarginazione fisica (difficoltà di accesso) ma soprattutto una emarginazione sociale ed economica.
Le strategie progettuali del lavoro di tesi si basano realisticamente sulle previsione del Piano Regolatore Portuale della città di Messina, che si propone di indagare alcuni obiettivi condivisi ,di carattere sia funzionale che formale, e di definire, anche in rapporto ad esigenze di carattere urbano e paesaggistico, un possibile riassetto morfologico e funzionale degli ambiti portuali.
Il PRP prevede così di seguito la risistemazione del molo per l’approdo degli aliscafi, grandi navi e il recupero urbanistico ed edilizio di tutta l’ampia fascia costiera, che ha come ambito di interessamento la zona falcata ,proseguendo sino. […]

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