Architettura: il pareredell’arch. Edo Piantadosi

Edo Piantadosi si é laureato in Architettura presso l’IUAV di Venezia nel 1982. Da allora svolge la professione di architetto a Tarvisio – Ud – occupandosi anche di restauro e architettura del paesaggio. Opera prevalentemente nell’ambito della progettazione architettonica e delle ristrutturazione di edifici di particolare pregio storico-architettonico, ha inoltre progettato numerosi interventi per attrezzature turistiche e di turismo ambientale. Dal 1999 é consulente specialistico della Regione Friuli Venezia Giulia – Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali nell’ambito dei Programmi Europei concernenti il recupero delle tipologie insediative nei piccoli centri alpini nonché il recupero, l’adeguamento e la valorizzazione del patrimonio paesistico tipico rurale.

Nell’ambito del Progetto Europeo “Alpine Space” Alpi Orientali é stato membro permanente del Gruppo Tecnico Transnazionale per l’individuazione delle misure di protezione del patrimonio storico – architettonico alpino. Nel 1999 é stato membro del Comitato Scientifico del Gruppo di Lavoro Indipendente per la valutazione della Candidatura Olimpica di Tarvisio 2006. E’ membro del Gruppo Tecnico istituito per garantire il rispetto dei criteri per il recupero degli edifici ed il mantenimento delle tipologie architettoniche originarie nell’ambito del Programma Europeo – Obiettivo 2 Regione Friuli Venezia Giulia – per gli interventi di “Recupero edilizio e paesaggistico e valorizzazione dei villaggi alpini”.

Edo Piantadosi hat sein Studium in Architektur an der Hochschule IUAV in Venedig im Jahr 1982 abgeschlossen. Seitdem übt er den Beruf des Architekten in Tarvisio (UD) aus, wo er sich auch um Restaurierungen und die Architektur der Stadt kümmert. Überwiegende Werke im Bereich der architektonischen Planung und der Sanierung der geschichtlich und architektonisch besonders wertvollen Gebäude. Außerdem Entwürfe zahlreicher Einrichtungen für touristische Zwecke und für umweltfreundlichen Tourismus. Seit 1999 ist er Speziellberater der Region Friuli Venezia Giulia – regionales Zentrum für Katalogisierung und Restauration des Kulturgutes im Bereich der europäischen Programme zur Wiederherstellung der ursprünglichen Typologie der kleinen, alpinen Zentren und damit verbundener neuer Wertschätzung der typisch ländlichen Gegenden. Im Bereich des europäischen Projektes “Alpine Space” Alpi Orientali, ist er ständiges Mitglied der transnationalen Technikergruppe, die unter anderem, die Bestimmung der Schutzmaßnahmen des geschichtlichen und architektonischen Kulturgutes im alpinen Bereich zur Aufgabe hat. Im Jahr 1999 war er Mitgleid des Wissenschaftlichen Ausschusses der Unabhängigen Arbeitsgruppe der Auswertung der Kandidatur Tarvisios für die Olympischen Spiele 2006. Im Wirkungsbereich des europäischen Programms ist er Mitglied einer technischen Gruppe, die den Wideraufbau und Erhalt von Gebäuden nach ihrer ursprünglichen Form garantiert.- Ziel 2, Region Friuli Venezia Giulia – Einsätze in ” Erhalt der Gebäude und Natur und Aufwertung der Bergdörfer”.

Costruire in modo pittoresco

“Non costruire in modo pittoresco. Lascia questo effetto ai muri ai monti, al sole.” Con queste parole Adolf Loos, architetto austriaco che ha significativamente contribuito al rinnovamento dell’architettura del novecento, introduceva il breve scritto : “Regole per costruire in montagna”. Frequentando le vallate alpine, in particolare quelle riconvertite ad un economia turistica, ci si rende conto che questa raccomandazione é purtroppo caduta nel vuoto. D’altra parte lo stesso Loos l’aveva forse previsto ed aveva intitolato singolarmente il proprio libro “Parole nel vuoto”. E’ frequente infatti trovare, anche nei villaggi isolati in valli lontane, culturalmente oltre che geograficamente, dalla “civiltà dei media”, tra gli edifici antichi, quelli “antichizzati” cioè costruiti o ristrutturati imitando in modo grossolano e spesso grottescamente pittoresco, i caratteri dell’architettura spontanea.

Auf pittoreske art konstruieren

“Nicht auf pittoreske Art konstruieren. Überlasst diese Aufgabe den Mauern, den Bergen, der Sonne. Mit diesen Worten eröffnet Adolf Loos, Architekt aus Österreich, der entscheidend zur Erneuerung der Architektur des zwanzigsten Jahrhundert beigetragen hat, sein kleines Büchlein: “Konstruktionsregeln im Gebirge”. Durch Besuche der Bergtäler, besonders in den vom Tourismus lebenden Gebieten, wird aber schnell deutlich, dass diese gutgemeinten Ratschläge oftmals in den Wind geschlagen werden. Auf der anderen Seite hatte Loos dies wahrscheinlich schon vorausgesehen, denn er bezeichnete sein eigenes Buch als “Worte in die Leere”. Oftmals findet man daher auch in weiter entfernt gelegenen Tälern, entfernt im kulturellen und nicht im geografischen Sinne, soll heißen entfernt von der “Medienkultur”, zwischen den wirklich antiken Gebäuden, auch solche, die auf antik “getrimmt” wurden, konstruiert oder renoviert um auf grobe, oft grotesk pittoreske Art und Weise, den Stil spontaner Architektur nachzuahmen.

Un edificio rurale costruito in pietra e legno in cui la forma deriva direttamente dalla funzione: la disposizione rispetto al pendio è tale da consentire l ‘accesso diretto al piano superiore destinato fienile. Quest’ultimo viene fatto sporgere su un lato per aumentarne la capacità.

Ein ländliches Gebäude, gebaut aus Holz und Stein, wo die Form direkt von der Funktion herrührt: die Anordnung in Beachtung der Neigung ist so, daß es den direkten Zugang zum Obergeschoß, der als Heuschober bestimmt ist, zulässt. Dieser Letztere wurde auf einer Seite vorspringend gemacht um die Kapazität zu erhöhen.

Perdita della spontaneità

Ragione principale di questo fenomeno é forse proprio la perdita di spontaneità dell’architettura di questi luoghi. Quando l’economia rurale in montagna è entrata in crisi si è infatti rotto quel rapporto tra necessità e forma che derivava dall’esigenza di soddisfare bisogni elementari – il ripararsi ed il riparare animali e cose da pioggia, neve, freddo, caldo, ecc.- mediante l’impiego di tecniche costruttive economiche e di facile apprendimento. La bassissima redditività dell’economia agricola di montagna ha imposto l’impiego di materiali reperibili in loco – pietra e legno – e l’adozione di modalità costruttive e forme architettoniche semplici. Dal momento in cui gli edifici hanno dovuto soddisfare nuovi bisogni ed in particolare il desiderio dei proprietari di rappresentare attraverso gli edifici il proprio status sociale, le forme sono state adeguate a queste nuove “necessità” risultando però inevitabilmente estranee a quelle del contesto architettonico storico .

Verlust der spontaneität

Der Hauptgrund dieses Phänomens ist wahrscheinlich der Verlust an Spontaneität in der Architektur in diesen Gebieten. Mit Beginn der Wirtschaftskrise in den Bergregionen ist das Verhältnis von äußerer Form und Notwendigkeit, der Notwendigkeit sich und das Viehvor Regen, Schnee, Kälte, Hitztee usw. zu schützten, zerstört worden. Dies durch günstigere und leicht anzuwendende Bautechniken. Die niederen Gewinne in der Landwirtschaft haben die Bergbauern zum Einsatz von, vor Ort leicht auffindbaren, günstigen Materialien – Stein und Holz – gezwungen – außerdem zu archi-tektonisch einfachen Bauweisen. Später, als die Häuser neuen Bedürfnissen ihrer Bewohner gerecht werden mussten, besonders dem Wunsch des Eigentümers sich durch den Stil seines Hauses von seinem sozialen Umfeld abzuheben, wurden die alten Formen den neuen “Notwendigkeiten” angepasst, mit dem Ergebnis, dass sie, Unvermeidlicherweise, leider nicht mehr in den geschichtlichen Hintergrund passen.

Omologazione

La diffusa adozione del modello di “bella casa alpina” proposto dai messaggi pubblicitari attraverso i media – una specie di “Frankenstein architettonico” che mette insieme gli elementi più “pittoreschi” degli edifici di diverse regioni alpine quale il Tirolo, la Baviera, la Val d’Aosta ecc. – è probabilmente la ragione per cui spesso le nuove costruzioni di montagna, indipendentemente dal luogo in cui si trovano e benchè ricercatamente diverse una dall’altra, si somigliano tristemente tra loro, come, del resto, tutti i “mostri”. Questa omologazione e banalizzazione dei caratteri architettonici rischia di portare alla scomparsa del sapere tecnico-architettonico elaborato dall’esperienza di molte generazioni di artigiani che hanno adattato archetipi comuni a tutto l’arco alpino alle specificità orografiche e climatiche, alla disponibilità di materie prime, ecc., di ogni territorio montano omogeneo ed a volte di ogni singola valle. L’aspetto più contraddittorio è che questo rischio cresce nonostante che nel territorio montano vengano adottate normative di tutela sempre più restrittive. Nelle nuove costruzioni di montagna , infatti, non mancano mai i tipici tetti a falde inclinate né i materiali tradizionali dell’architettura alpina ed in particolare il legno di cui anzi spesso viene fatto un uso quantitativamente e qualitativamente ridondante; è proprio il modo in cui vengono attualmente riprodotti i caratteri dell’architettura alpina e viene in particolare impiegato il legno come materiale da costruzione permette di evidenziare i malintesi culturali, tecnici e normativi alla base della contraddittoria situazione attuale .

Vereinheitlichung

Die Verbreitung des Modells “schönes Berghaus” durch Werbung der Medien, ist wahrscheinlich der Grund dafür, dass sich die neuen Konstruktionen in den Gebirgen oftmals, unabhängig ihres Standortes und obwohl man versucht sie unterschiedlich aussehen zu lassen, auf traurige Art und Weise gleichen. Diese Vereinheitlichung und Banalisierung der architektonischen Eigenschaften in allen Bergregionen und manchmal sogar in einzelnen Tälern, könnte zum Verlust des technischen und architektonischen Wissen führen, das von Generationen von Handwerkern überliefert, im gesamten alpinen Bereich angewandt und je nach Klima, Gebirgsverlauf und Materialbestand, ausgearbeitet wurde. Der widersprüchlichste Aspekt ist hierbei, dass speziell in diesen Gebieten immer strengere Vorschriften zum Schutz der Täler gelten. Bei den neuen Konstruktionen fehlen daher nie das typische Dach mit geneigten Walmen und das traditionell angewandte Baumaterial der alpinen Architektur, wie zum Beispiel das Holz, das oft in großen Mengen, übermäßig zum Einsatz kommt. Auf diese Art wird zur Zeit alpine Architektur neu definiert. Der verschwenderische Einsatz von Holz als Konstruktionsmaterial, unterstreicht dabei noch die kulturellen, technischen und normativen Missverständnisse an der Basis unserer derzeitigen, widersprüchlichen Lage.

Edificio in cui il legno è stato usato abbondantemente e con una ridondanza di elementi decorativi.

Ein Gebäude, bei dem Holz reichlich und mit einer Überfülle von dekorativen Elementen benutzt wurde.

Malintesi tecnico-culturali

Il legno come materiale da costruzione. Nelle tipologie di edificio rurale più diffuse nel territorio alpino il materiale più impiegato era senza dubbio il legno; con esso venivano costruite le strutture di tetto e solai, realizzati tavolati di tamponamento, manti di copertura, porte e finestre, pavimenti ecc. La ragione di un così vasto impiego di questo materiale nelle zone di montagna è stata la sua facile reperibilità in loco trattandosi quasi sempre di ambiti naturali estesamente boscati. Ma ancora più che per la sua disponibilità è per la sua straordinaria lavorabilità che il legno è stato così ampiamente utilizzato come materiale da costruzione. Facendo uso di tecnologie elementari che richiedevano il semplice uso di accetta, sega, scalpello, pialla, trapano e martello, il legno poteva essere facilmente trasformato in travi, tavole, listelli, scandole, e da questi semilavorati si potevano ottenere tetti, pareti, solai, coperture, serramenti, e poi a
nche mobili, suppellettili, ecc.

Technisch-kulturelle missverständnisse

Das Holz als Konstruktionsmaterial Bei fast allen, ländlichen Gebäudetypen der alpinen Regionen, ist das am meist verwendete Material das Holz; mit ihm wurden Dachstrukturen und Decken konstruiert, es wurden Schutzwände realisiert, Verkleidungen, Türen, Fenster, Fußböden usw. Der Grund für den umfangreichen Einsatz dieses Materials in den Gebirgsregionen, war seine einfache Beschaffungsmöglichkeit, handelte es sich doch fast immer um naturbelassene Gegenden mit großem Waldbestand. Aber mehr noch als die Verfügbarkeit, ist es die außerordentliche Verarbeitungsmöglichkeit, die dazu geführt hat, Holz zu einem weitverbreiteten Baumaterial werden zu lassen. Unter Anwendung einer elementaren Technologie, die mit Axt, Säge, Meißel, Hobel, Bohrer und Hammer auskam, konnte das Holz auf einfache Art zu Balken, Brettern und Schindeln verarbeitet werden, um diese dann, halbverarbeitet, in Dächer, Wände, Decken, Schutzdecken und schließlich auch in Möbel, umzuwandeln.

Pregi non sfruttati

Attualmente, nelle costruzioni di montagna, il legno viene impiegato solo parzialmente come materiale strutturale e il più delle volte in maniera impropria. Le migliori qualità del legno come materiale da costruzione sono invece proprio quelle strutturali ovvero la straordinaria resistenza a flessione e trazione e l’elasticità in rapporto al peso proprio. Queste eccellenti qualità meccaniche vengono però sfruttate al meglio solo se le strutture vengono concepite come telai tridimensionali composti cioè da elementi collegati tra loro nello spazio; è infatti in tal modo che si possono ridurre le dimensioni della sezione di ogni singolo elemento e fabbricare strutture nel contempo resistenti, leggere e capaci di adattarsi a sollecitazioni variabili – come il peso della neve – in quanto elastiche. I tetti degli edifici antichi erano concepiti, coerentemente con questi principi, come una successione di capriate collegate tra loro ed irrigidite da un sistema di controventi. Ora invece si è diffusa una concezione costruttiva del tutto impropria perché derivata dalla progettazione delle strutture in calcestruzzo. Il più delle volte infatti i tetti sono costituiti da un orditura di travi semplicemente appoggiata a pilastri in calcestruzzo armato mentre i problemi di grandi luci o di mancanza di appoggi intermedi vengono il spesso risolti banalizzando la concezione strutturale del tetto ovvero mediante l’impiego tout-court di travi di colmo in legno lamellare aventi grande luce e tipica sezione alta e stretta formalmente del tutto incoerente con il resto della struttura. Queste semplificazioni tecnico-culturali determinano il complessivo impoverimento della tecniche costruttive e della tecnologia del legno; ne è esempio palese la generalizzata incapacità progettuale ed artigianale di realizzare le unioni di elementi in legno se appena più complesse di incastri tra elementi complanari. Per le giunzioni più articolate – i nodi di strutture tridimensionali – la tecnologia d’uso più comune è stata mutuata, anche in questo caso impropriamente, da un’altra tecnica costruttiva, quella delle strutture in acciaio. Le unioni complesse vengono pertanto realizzate mediante l’impiego di elementi di connessione metallici, come piastre piane o sagomate, scatolari, ecc. Questi, innegabilmente di pratico uso, oltre ad essere concepiti solo di rado in modo formalmente coerente con la tecnologia costruttiva del legno, hanno il grave inconveniente di produrre fenomeni di condensa che favoriscono le condizioni per l’attaccabilità del materiale da parte di batteri, funghi, muffe, attaccabilità che di fatto, costituisce l’unico vero limite del legno come materiale da costruzione. Si può quindi concludere che il legno nelle strutture viene attualmente utilizzato in maniera impropria senza cioè sfruttarne al meglio le qualità e in qualche caso addirittura tale da evidenziandone i difetti.

Nicht genützte vorzüge

Zur Zeit wird Holz, bei den Konstruktionen im Gebirge, nur teilweise, als strukturgebendes Material und oft auf unangebrachte Art und Weise, verarbeitet. Als Baumaterial besitzt jedoch gerade diese Art von verwendetem Holz die besten Qualitäten, oder besser gesagt, besitzt es eine außerordentliche Resistenz gegen Verbiegung und ist extrem elastisch im Verhältnis zum Eigengewicht. Diese vorzüglichen Qualitäten kommen aber nur zur Geltung wenn man die Strukturen dreidimensional zusammensetzt, das heißt, die einzelnen Elemente im Raum miteinander verbindet; auf diese Weise kann man die Dimensionen der einzelnen Teile reduzieren und Strukturen herstellen, die widerstandsfähig, leicht und anpassungsfähig, selbst bei unterschiedlicher Belastung, sind – wie bei der veränderlichen Belastung durch Schnee, zum Beispiel. Die Dächer der antiken Häuser wurden wohlwissentlich mit diesen Prinzipien gebaut, wie eine Abfolge von miteinander verbunden, durch ein System gegen den Wind gehärteter, Dachstühle. Heutzutage ist ein anderes Konstruktionskonzept weit verbreitet, das jedoch völlig unpassend ist, da es von der Entwicklung der Zementstrukturen abstammt. Für die beweglichen Verbindungen – Kernpunkt der dreidimensionalen Strukturen – wurde die übliche Herstellungsweise, auch in diesem Falle unpassender Weise, durch eine andere Konstruktionstechnik, nämlich die der Stahlstrukturen, ersetzt. Die komplexen Verbindungen werden daher, mittels Einsatz von Metallelementen, wie flache oder bestimmt geformte Platten usw. hergestellt, wodurch die Fehlerhaftigkeit dieser Bauweise deutlich zum Ausdruck gebracht wird.

Nella foto a sinistra un edificio antico in cui è stato eseguito un intervento di rifacimento del tetto senza eseguire alcun trattamento del legno. mente innaturale.

Im Foto links ein altes Gebäude wo eine Dacherneuerung ohne jegliche Holzbehandlung durchgeführt wurde.

Difetti non accettati

Del legno molti apprezzano soprattutto l’aspetto naturale, la sensazione di caldo che trasmette, ma nel contempo si aspettano da esso un’assoluta inalterabilità nel tempo, qualità che invece possono vantare solo i più tecnologici prodotti dell’industria ovvero quanto di meno naturale e di più “freddo” esista tra i materiali da costruzione. Queste contraddittorie aspettative hanno determinato il generalizzato impiego di sostanze impregnanti scelte però, il più delle volte, più per gli effetti estetici di colorazione del legno che per quelli di protezione del materia
le. La tendenza a “colorare” il materiale in modo che sia palesemente diverso da quello non impregnato, deriva probabilmente dalla volontà di distinguere i nuovi fabbricati dagli antichi edifici rurali ovvero di differenziarsi dalla loro essenziale rusticità che viene evidentemente associata, più o meno consapevolmente, alla “povertà”della vita contadina. Il legno deve dunque innanzitutto apparire come inalterabile anche se la sensazione di materiale “vivo” che esso trasmette dipende proprio dal fatto che per effetto dell’azione del sole e dell’aria, nel tempo, la superficie del legno cambia, si altera. Il desiderio di realizzare edifici simili a quelli rurali e di distanziarsi nel contempo dalla ruralità produce una sorta di “schizofrenia edilizia” che spiega l’estenuante ricerca di una “rusticità pittoresca” attraverso l’adozione di elementi stilistici – nei tavolati di rivestimento, nei terrazzi, nei serramenti ecc. – appartenenti a tipologie costruttive ritenute più “ricche” solo perché arricchite di ornamenti o addirittura semplicemente perché differenti da quelle comuni nel proprio territorio. Il risultato di questa corsa al “più pittoresco” é la totale estraneità dei fabbricati di nuova costruzione e di molti edifici recuperati rispetto al contesto storico e, fatto più grave, l’interruzione di quella continuità ed unitarietà di caratteri che costituisce uno degli aspetti più significativi degli insediamenti storici dello spazio alpino. L’incoerenza con il contesto storico è poi tanto più evidente quanto più l’edificio tende a somigliare mimeticamente a quelli antichi perché nel confronto le dissonanze appaiono più stridenti; al contrario nei casi in cui i caratteri architettonici degli insediamenti storici vengono compresi nella loro essenza e reinterpretati anziché imitati si determinano le condizioni per l’elaborazione di progetti di buona architettura alpina contemporanea.

Nicht akzeptierte fehler

Viele lieben Holz seines natürlichen Aussehens wegen und dem Gefühl, der von ihm ausgehenden Wärme. Gleichzeitig erwarten sie vom Holz absolute Unveränderlichkeit, eine Eigenschaft, mit der sich nur industriell hergestellte Produkte schmücken können. Das heißt allerdings auch dass es sich dabei um weniger natürliche und “kältere” Baumaterialien handeln muss. Diese widersprüchlichen Wünsche haben zum üblichen Einsatz von Imprägniermitteln geführt, die leider oft, aufgrund ästhetischer Farbeffekte ausgewählt werden und nicht, wie vorgesehen, zum Schutz des Holzes. Der Wunsch ländliche Gebäude zu erstellen und sich aber gleichzeitig von der Ländlichkeit abzuheben, bringt eine Art von “schizophrenem Baustil” hervor, der sich die anstrengende Suche nach “pittoresker Rustikalität” mit Hilfe von Stilelementen – bei der Verkleidung der Wände, der Terrassen, der Fenster und Türen usw. – erleichtert. So entstehen Konstruktionen, die als “reicher” angesehen werden, nur weil sie mit Ornamenten verziert wurden oder einfach nur, weil sie sich von den anderen Konstruktionen in der Nachbarschaft unterscheiden. Die Widersprüchlichkeit, in geschichtlichem Zusammenhang, wird umso deutlicher, wenn die neuen Gebäude krampfhaft versuchen, den wirklich antiken Häusern zu ähneln, denn bei genauer Betrachtung schreien die Unterschiede bis zum Himmel; das Gegenteil tritt jedoch ein, wenn die architektonischen Eigenschaften der alten Ortschaften in ihrer Gesamtheit verstanden und neu interpretiert bzw. kopiert werden. Dann können die Bedingungen für die Planung guter und aktueller Architektur in den alpinen Regionen geschaffen werden.

Nelle foto: Tipico essiccatoio per il fieno in cui sono evidenti, le qualità strutturali del legno e la varietà di incastri possibili. In alto vista d’insieme. Vista dall’interno. Dettaglio di un incastro.

Typischer Heuschober Trockenboden wo die strukturellen Qualitäten des Holzes und die Vielfalt der möglichen Fugen augenfällig sind. Oben Gesamtansicht. Unten rechts Innenansicht. Unten links Detail einer Fuge.

Che fare! il problema é culturale

Nell’architettura spontanea del territorio alpino, la coerenza e l’unitarietà degli insediamenti storici non deriva , salvo pochi particolari casi , dalla sensibilità culturale delle popolazioni o dalla loro consapevolezza del valore del proprio patrimonio storico – architettonico bensì dall’omogeneità e dalla semplicità della struttura sociale contadina e dallo strettissimo rapporto che in tali comunità si instaura tra necessità e pratica del costruire. Nel contesto attuale, caratterizzato al contrario da complessità e contraddittorietà di attività e di rapporti, la tutela dei caratteri originali degli insediamenti alpini può essere ottenuta solo attraverso un insieme di azioni culturali tendenti a ampliare la presa di coscienza del valore degli elementi di cultura materiale del proprio territorio e della necessità della loro salvaguardia in quanto patrimonio collettivo non riproducibile. Queste azioni devono essere precedute da studi dei caratteri insediativi ed architettonici finalizzati alla divulgazione degli stessi. Proprio perché il problema interessa un vasto un ambito socio-culturale e non solo quello tecnico o normativo è compito delle singole comunità attraverso le proprie amministrazioni pubbliche promuovere queste azioni al fine di promuovere la condivisione di principi e valori di base tra tutti i soggetti che entrano in causa nei processi di trasformazione del territorio – i proprietari di edifici, gli amministratori pubblici, gli artigiani ed i tecnici – pena la vanità di qualunque iniziativa. Altrettanto importante è però il ruolo che possono svolgere tutti i soggetti – non locali- che si interessano del futuro dell’ambiente alpino e della sua cultura e quindi, tra gli altri, anche di questa rivista.

Das problem ist kulturbedingt

In der spontanen Architektur der Alpenregionen kommen Kohärenz und Einheitlichkeit der antiken Ansiedlungen, mit einigen wenigen Ausnahmen, nicht vom kulturell bedingten Feingefühl der Bewohner, oder deren Wissen um den geschichtlich- architektonischen Wert ihrer Gebäude, sondern von der Homogenität und Einfachheit der sozialen Struktur der Landbevölkerung un
d vo
n der engen Beziehung die, zwischen Notwendigkeit und praktischem Bausinn, in diesen Regionen herrscht. Das heutige Umfeld wird hingegen charakterisiert durch Komplexität und Widersprüchlichkeit sowohl bei unseren Aktivitäten, als auch in den Beziehungen. Der Erhalt des Originalcharakters der alpinen Dörfer kann deshalb nur mittels gemeinsamer, kultureller Unternehmungen gemeistert werden. Das Wissen um den gemeinschaftlichen Wert der Kulturgüter im eigenen Umfeld und die Notwendigkeit, diese, da sie unwiederbringlich sind, vor Verlust zu schützen, müssen gefördert werden. Diesen Unternehmungen müssen Studien der charakterlichen und architektonischen Eigenschaften der Ortschaften vorausgehen, die veröffentlicht, der Bekanntmachung und Popularisierung dienen sollen.

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