Architettura dei luoghi: Val Gardena

Servizio di Rita Ghisalberti Foto: Fabrizio Gini.

La dimora alpina è un’architettura che sa rispondere alla sfida dei luoghi e alla loro complessità. L’architettura dell’edificio con i suoi volumi interni e l’intero sistema strutturale e tecnologico deriva da una serie di scelte influenzate e motivate da esigenze funzionali e culturali. La casa costituita da un insieme d’ambienti in cui si svolge
la vita domestica, il lavoro e la vita sociale, nasce come risposta ad esigenze concrete: fornire un riparo dalle intemperie, accendere il fuoco per scaldarsi e cucinare, conservare le provviste alimentari durante l’inverno e dare ricovero agli animali, tuttavia, questa risposta diretta a dei bisogni non esclude una sensibilità alle esigenze non solo funzionali legate all’abitare. Un’attenzione che si spinge fino ai dettagli costruttivi risolti con sapiente maestria o alla presenza di elementi semplici ma sempre collocati con grande accuratezza, come i fiori ai balconi o la legna accatastata per l’approvvigionamento del riscaldamento invernale. Questi elementi disegnano l’aspetto esteriore dell’abitazione e
testimoniano la cura riposta anche alle piccole cose e l’amore per la bellezza. I materiali sfruttano rigorosamente le loro caratteristiche strutturali ed estetiche che non sono mai mascherate. Il legno presenta forme, tessiture, tonalità e venature diverse che consentono differenti applicazioni e usi nelle costruzioni. I prospetti esterni degli edifici sono disegnati dalla presenza della legna accatastata per il riscaldamento invernale, dalle assi e dai tronchi di abete e larice che costituiscono le pareti dei fienili o le strutture delle baite ma anche dalle tipiche scandole in larice fermate
da pietre che ricoprono i tetti o dai pluviali in legno che disegna la grondaia. Così la pietra con le sue diverse pezzature caratterizza e distingue le trame e i corsi dei muri e delle pavimentazioni.