Architetture senza disegno, luoghi senza facciate

Las palabras de los arquitectos parecen sacar de quicio a la gente. Hablamos de ‘hacer’ un espacio y otros señalan que lo hemos hecho en absoluto un espacio, sino que ya estaba allí. Lo que hemos hecho o intentado hacer, cuando delimitamos una parte del espacio del continuum de todo el espacio, es identificarlo como un ‘dominio’ que responde a las dimensiones perceptivas de sus habitantes.1

Lo spazio non è presente, per così dire, concretamente, esso si manifesta in potenza. Dove? In se stesso?
No, in me stesso.
Quando, per esempio, arrivo alla spiaggia e la spiaggia è vuota e sotto il mio braccio sinistro trasporto un ombrellone, e guardo. Il lenzuolo di sabbia è libero, la spiaggia è deserta: non c’è nessuno.
Voglio costruire un’ombra che mi protegga, che mi ripari, che, in un certo modo, mi serva momentaneamente come ‘casa’, in mancanza di un termine migliore…

L’articolo completo è disponibile in
ARCHITETTURA E CITTA’ 6
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