Un interno tradizionale fuori schema

Qui siamo a San Vito di Cadore, a un tiro di schioppo da Cortina ma fuori dalla pazza folla, e la villa è una costruzione moderna sorta tra le vecchie case tradizionali di contadini agiati. L’interno è nuovo ma non ne ha l’aria, sembra molto vissuto, vissuto con spontaneità e senza le esibizioni di una casa di rappresentanza. Insomma si direbbe la casa di un ampezzano, non di un cortinese da weekend. Ed è proprio così: il padrone di casa discende da un antica famiglia che ha vissuto qui fin dal 1300; lui invece si è trasferito a Padova dove è docente di economia nella locale università.La cucina, che è inserita in un box entrante nel soggiorno, ha una comoda apertura verso il tavolo da pranzo, da utilizzare come passavivande quando chi cucina è la padrona di casa. Tutte le parti in legno esterne e interne sono state realizzate dalla Falegnameria Sommacal Stefano di San Vito di Cadore.

La grande stufa in maiolica, del tipo più tradizionale chiamato kachelöfen è stata costruita sul posto seguendo la volontà del committente interpretata dall’architetto.
È la realizzazione di un sogno infantile del professore, che sognava di avere da grande una stufa gigantesca con raffigurato il paesaggio di San Vito visto a volo d’uccello (per la realizzazione pittorica è stata presa a modello una stufa di Sfruz del ‘700).
Questo tipo di stufa è molto amato da chi vive in montagna perché scalda per irraggiamento, grazie ai mattoni refrattari che accumulano il calore di una grande fiammata fatta al mattino e lo rilasciano a poco a poco.

Tutto quello che ha “vestito” la casa, dall’oggettistica da tavola (servizi di piatti, posaterie, tovaglie, bicchieri in cristallo) fino alla biancheria e i soprammobili sono di Art House di Cortina.La boiserie, su disegno dell’architetto Veronika Gaspari, è un vero e proprio capolavoro ed è stata eseguita con notevole cura del dettaglio dalle abili mani del maestro falegname; Il soffitto ha campiture esagonali riprese dalla forma in pianta della stufa. Pareti e soffitto sono in vecchio legno di abete, mentre il pavimento è in legno d’olmo prima patina di grande bellezza.
I divani, molto classici, sono su disegno dell’architetto Gaspari.
La lampada in vetro satinato è un classico modello di FontanaArte prodotto nel 1954 su progetto dell’inglese Max Ingrand: un oggetto che non finisce mai di piacere.Mi rivolgo direttamente al professore e gli chiedo cosa significa per lui avere una casa a San Vito. “È un ritorno alle radici della mia famiglia, che qui affondano per qualche secolo.
Purtroppo gli ultimi a viverci sono stati i miei nonni, poi ci siamo trasferiti in pianura. Questa è la realizzazione di un sogno che avevo da ragazzo, quando desideravo vivere in una casa che avesse l’immagine della tradizione locale, con in più un tocco della mia personalità che sentivo affiorare.”
In questo tocco personale rientra anche la grande stufa di ceramica messa al centro del soggiorno?
“Certamente. Me l’ero immaginata ricoperta da una grande decorazione dipinta: una sequenza paesaggistica ininterrotta delle case e delle montagne di San Vito.Falegnameria Sommacal Stefano
Arredamenti in legno per interni ed esterniArt House
Artigianato nelle dolomitiPer farla diventare una realtà si sono molto impegnati sia l’architetto Veronika Gaspari sia il creatore di stufe Carlo De Bernardo, i quali hanno fatto un ottimo lavoro interpretandolo molto bene le mie idee. Nella casa sono pochi i particolari realizzati senza un’approfondita condivisione, prima con l’architetto e poi con gli artigiani realizzatori, di ciò che avevo in testa fin dall’inizio.”
In questo interno vi è molta libertà di movimento, in soggiorno come nel resto della casa che termina con la stanza del camino, in pratica un secondo soggiorno.
“È una delle particolarità che mi sono permesso: avere un specie di angolo-baita completamente estraneo rispetto al resto della casa, un angolo dove poter respirare il selvaggio del bosco, lo stesso del mio ricordo quando ci camminavo da bambino. Mi piace pensarlo come il posto della condivisione, dove davanti a un camino si riunisce la famiglia per godere del tepore del fuoco e dei racconti di montagna.”
Ho visto anche una piccola libreria. E’ per i libri dello svago?
“Lei ha toccato un punto dolente: tutta la mia biblioteca è altrove e qui mi manca molto.”Forse la montagna è stata gelosa e ha voluto la sua attenzione tutta per sé. Non le pare?
La stanza del camino è anche un luogo della fantasia, pieno di corna di cervi e con un magico parafuoco a forma di damina settecentesca.
“Sì, quel coprifiamma è una cosa un po’ bizzarra. Ma un po’ di follia fa bene, è terapeutica.”
Una delle particolarità di questo interno è il letto padronale con baldacchino, dove del baldacchino c’è solo la copertura inserita nel soffitto, ma senza cortine.
“Questo è uno dei pochi casi in cui mi sono lasciato influenzare dall’architetto: io non lo volevo ma lei ha detto di fidarmi e di lasciarla fare. Infatti il risultato è molto gradevole. Ma le cortine di seta no, non le ho proprio volute. Era una cosa da nobili, i montanari non le hanno mai usate”.NATA NEL 1970 A BRESSANONE , NEL 1997 SI LAUREA ALLA FACOLTÀ D’ARCHITETTURA DI FIRENZE . DOPO SEI ANNI DI APPRENDISTATO IN VARI STUDI TRA CORTINA E ALTO ADIGE, DAL 2003 APRE COME LIBERA PROFESSIONISTA UN PROPRIO STUDIO A CORTINA D’AMPEZZO.
IN QUESTI ANNI HA CONTINUATO A PROGETTARE E REALIZZARE ARREDAMENTI, RISTRUTTURAZIONI E NUOVE EDIFICAZIONI A CORTINA E NEL CADORE. HA ESEGUITO IL RESTAURO E L’AMPLIAMENTO DI EDIFICI STORICI, TRA CUI L’ALBERGO BRUGGERWIRT DI ANTERSELVA.CENTRALITÀ DEL PROGETTO: INSEGUIRE LE FANTASIE E I RICORDI D’INFANZIA DEL CLIENTE PER REALIZZARE CONCRETAMENTE UN SOGNO.
INNOVAZIONE: METTERE UNA GRANDE STUFA TRADIZIONALE IN CERAMICA DIPINTA AL CENTRO DEL SOGGIORNO TRA PRANZO E SALOTTO.
USO DEI MATERIALI: SOLO LEGNI DI RECUPERO PATINATO DAL TEMPO.
NUOVE TECNOLOGIE: SOLTANTO QUELLE TRADIZIONALI, E SEMPRE NASCOSTE DAL LEGNO. ANCHE IL RISCALDAMENTO È RIGOROSAMENTE A LEGNA. 

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