Antik mostra d’arte antica e antiquariato

Mostra d’arte antica e antiquariato

Intervista di: Walter Pagliero

L’ esposizione ha luogo alla Fiera di Milano in concomitanza con un’altra manifestazione, La mia casa, che riguarda l’arredamento moderno. È una mostra aperta al pubblico che vede una buona affluenza di persone interessate all’acquisto. Ne parliamo con il curatore, architetto Gianmaria Bordi.

Eugenio Zampighi (Modena 1859 – Maranello 1944),
I racconti del nonno, Olio su tela, cm 72 x 91.
Foto per gentile concessione Enrico Gallerie d’Arte, Milano.



Cosa vuol essere Antik e che ruolo ha svolto in questa edizione?
La mostra, che è alla sua seconda edizione, vuole avere non molti espositori ma selezionati, italiani e stranieri, con un target di qualità medioalta. Io ne ho curato la parte espositiva e il progetto dell’allestimento è uscito dal nostro studio. Come prende forma una mostra?
Prima studiamo il layout in funzione della forma del padiglione (che quest’anno era diverso da quello dell’anno scorso), tenendo presente che la struttura non si può cambiare. Poi arrediamo e illuminiamo completamente i percorsi e gli stands in modo che gli espositori trovino già tutto pronto per collocarvi i loro pezzi d’antiquariato. In questo siamo flessibili, in quanto diamo la possibilità ai singoli espositori di scegliere tra vari tessuti per il rivestimento dei pannelli e per la moquette sul pavimento. Se poi un espositore vuole una cosa completamente diversa, noi diamo lo stand nudo e ci pensano loro a definirlo. Se vuole occuparsi lui dell’illuminazione, porta il suo impianto e si allaccia alla nostra rete.
E i percorsi?
Per prima cosa dobbiamo studiare i collegamenti tra gli ingressi, il bar, il ristorante, la mostra culturale e i corridoi espositivi. Poi creiamo i tagli degli stands e in funzione delle esigenze di ognuno li collochiamo nel padiglione.
Il collocamento avviene per affinità tematiche, zone geografiche o con altri criteri?
Ci possono arrivare delle richieste di antiquari che vogliono star vicini tra loro, ma il criterio normalmente seguito è quello della varietà per tener sempre desta l’attenzione. Cerchiamo che i temi si alternino con un certo ritmo in modo da non dare noia, ad esempio non mettiamo mai due gioiellieri uno accanto all’altro.
È una mostra che piace al pubblico?
In questa edizione abbiamo avuto più di dodicimila visitatori, che essendo la seconda stagione è un buon risultato. Da un punto di vista economico sono stati fatti degli affari, per cui ho percepito una certa soddisfazione anche tra gli espositori.
L’attuale momento difficile per il mercato ha influito sulla mostra?
C’è una certa stasi, perché la situazione economica generale non è la più felice.

Da un anno a questa parte a queste manifestazioni gli espositori arrivano con un atteggiamento di suspence: accadrà qualcosa in questa mostra? Per fortuna anche questa volta qualcosa è accaduto. È proprio in questi momenti che occorre creare motivi di interesse aggiuntivi all’offerta di antiquariato. Una mostra permette di visitare in un solo pomeriggio molti antiquari di diversa provenienza e di fare confronti diretti di qualità e di prezzo, per cui è la situazione ideale per decidere un acquisto ben ponderato.

Nella prima foto possiamo ammirare un camino in marmo bianco statuario con riporti in bronzo dorato del 1820 circa, presentato ad Antik dalla Casa d’Arte Il Borghetto di via San Maurilio a Milano. Si tratta di una splendida cornice da camino neoclassica nello stile immediatamente successivo all’Impero, quello della Restaurazione. È collocata tra mobili e dipinti della metà del XVIII secolo di tutt’altro spirito, accanto ai quali, per un occhio moderno abituato agli accostamenti più eclettici, non stona. Misura cm 170 x 119.
Nella seconda foto vi è un c
amino in faesite degli anni ‘70, presentata da Art Decoratif di Roberto Centrella, Fiumicino (Roma).È stato uno dei camini più notati della mostra, molto interessante perché anticipa il linguaggio decorativo del gruppo Memphis che esploderà nel decennio successivo. Il suo piglio vagamente futurista (che fa pensare a Balla e Depero) viene raffreddato dal predominio del fondo nero. Il bianco motivo a pettine sembra ripreso dalle forme archetipe di Capogrossi. Si tratta in realtà di una cornice da camino dipinta con colori acrilici, anche se l’effetto generale sembra quello di un intarsio. Ed è un camino di dimensioni importanti: due metri per uno e mezzo. I camini sono stati fotografati per noi da Athos Lecce.

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