Anna Rita Emili




Una nuova idea di città può assumere, nella realtà in cui viviamo, dei significati di concretezza e realizzabilità, se si considerano, nel complesso, i numerosi fenomeni che si manifestano quotidianamente nelle nostre città. È necessario ripensare a un nuovo modo di rappresentare la società, riformularne nuovi pensieri e nuove logiche legate ai diversi stili di vita, alle problematiche relazionate all’ambiente, all’economia, al mercato. La società è cambiata così come è si è trasformato il proprio modo di abitare nel luogo, di essere parte di esso, cioè di una entità morfologicamente e concettualmente legata al principio della continua trasformazione.
La città lineare costituisce un diverso modo di pensare la società, sempre più dinamica e allo stesso tempo sempre più stanziale e individualista.
Si configura come un linea continua che non rinnega il legame con il luogo, ma al contrario ne assorbe i contenuti storici e tradizionali, per poi interpretarli secondo diverse esigenze. La città lineare, che è una espressione collettiva del concetto di architettura in movimento viene concepita non come entità compiuta, ma come sommatoria di individui, sempre più relegati all’interno delle quattro mura domestiche, alle prese con uno dei meccanismi più straordinari e più
stravolgenti degli ultimi 20 anni il computer e internet.
È una idea che sta a testimoniare un passaggio di identità, di soggettività, dall’individuo all’architettura: è la città ad attraversare un territorio, come un fiume o come una autostrada, così come avveniva per gli uomini cacciatori itineranti, alla scoperta di nuovi mondi e nuove civiltà.
La città lineare è una visione estraniante e spaesante della società, assume significati utopici, rappresenta un monito nei confronti di un futuro incontrollabile, sotto tutti i profili, ma allo stesso tempo racconta uno stile di vita sempre più attento alle sperimentazioni che interessano numerosi campi di ricerca. Anche se tutto ciò ci allontana da possibili future certezze è nostro dovere, quanto meno, prenderne atto.

Disunità d’abitazione

 

Veduta del modello

Veduta.
Le ‘disunità’ d’abitazione
diventano una infrastruttura

Disunità d’abitazione
Questa soluzione rimanda compositivamente al tradizionale principio di tettonica: nel basamento trovano collocazione gli spazi caratterizzati da volumi scorrevoli, mentre nella parte intermedia si dispongono gli alloggi caratterizzati da una tipologia definita come semi-duplex.
Infatti, attraverso una copertura scorrevole e pareti scorrevoli, in senso verticale, gli alloggi, disposti tutti al primo piano, possono andare ad occupare, se necessario, la linea di copertura del blocco, costituendo il cosiddetto coronamento dell’unità. Il movimento di scorrimento delle varie superfici (orizzontali e verticali) consente, da un lato, l’ampliamento della dimensione dei vari alloggi e dall’altro l’utilizzo della copertura come terrazza all’ultimo piano.
Gli spazi collettivi trovano collocazione al piano terra e sono caratterizzati da funzioni di tipo espositivo, ricreativo, educativo (scuole e asili) e ludico. Sempre al piano terra si dispongono i sistemi di distribuzione verticali (ciascun alloggio possiede un elevatore che dalla copertura arriva fino ai piani sotterranei in cui sono collocati dei megastore).
Non esistono spazi commerciali, nè strade carrabili, nell’ unità d’abitazione, così come non esistono spazi tradizionalmente destinati al raduno della collettività. Al di sotto della disunità si dispone un enorme magazzino lineare, dal quale, attraverso degli elevatori, è possibile far giungere all’interno dei vari alloggi tutto il necessario per vivere
(spesa attraverso Internet).

Livello abitativo
Livello camping
Livello del parco
Livello veicolare
Livello dei magazzini
Livello della ferrovia

La città anulare
La città che si configura come un’estrusione della linea del GRA sovrapponendosi e contrapponendosi al tracciato radiale esistente, tipico della città di Roma: il movimento rotatorio, perpetuo e infinito della città anulare annulla contrasta e interrompe quello lineare che si sviluppa a partire da un centro di Roma.
Siamo di fronte ad una utopia che trova una sua collocazione fisica ben precisa: la città anulare nascendo su una traccia esistente non può che essere legata al luogo specifico, in questo caso la città di Roma. I suoi riferimenti nascono all’interno degli studi sulle città utopiche degli anni Sessanta, e sulle macrostrutture, basti pensare al Monumento Continuo o all’Architettura Riflessa del Superstudio, acquisendo a differenza delle ricerche degli anni precedenti, il ruolo di elemento significante, acquisisce cioè una importanza evocativa e un carattere
di specificità del luogo che i progetti del Superstudio, ad esempio, non avevano.
Il GRA si percepisce come un limite, anche se oggi non è più tale perché la città di Roma va oltre superando questo confine. Ma in questo progetto il limite acquisisce nuovi valori e significati: siamo di fronte ad un enorme edificio-nastro, all’interno del quale il cittadino anulare si trova letteralmente ‘imprigionato’ e dove sono concentrate una quantità di funzioni che hanno lo scopo di contrapporsi alla dispersione della città contemporanea.
Come la Disunità d’abitazione anche la Città Anulare racchiude un modello di società alienata, ma allo stesso tempo affascinata dalla comunicazione on-line e, anche in questo caso, rappresenta una società e uno stile di vita che può essere applicato in un immediato futuro. Basti pensare alla comunicazione basata sulle distanze: casasvago- lavoro, proprio queste distanze oggi si sono annullate o meglio, si sono concentrate all’interno delle quattro mura domestiche;
si può così individuare e tracciare una nuova idea di città. È un luogo basato esclusivamente sulla comunicazione veicolare in relazione alle grandi distanze e attraverso la connessione in rete (web) per tutto il resto. Non c’è più la necessità di muoversi fisicamente, di passeggiare o attraversare lo spazio, in questo modo la deambulazione è
un movimento destinato a finire. Nella società anulare l’approvigionamento alimentare come del resto la Disunità d’abitazione può essere svolto attraverso la creazione di megastore a più livelli, dai quali è possibile ricevere, attraverso l’uso del computer, tutto il necessario per vivere.

Assonometria – Il sito

Il concetto di ossessione viene meno mediante la luce che entra da una fessura zenitale, gli spazi a doppia e tripla altezza e l’inserimento del verde, l’elemento che determina la continuità spaziale, definendo un luogo pubblico collocato a una certa quota e accessibile solo ai turisti.
La città anulare è infatti la Città del Turista nel senso che esso diviene l’unico individuo in grado di attraversarla fisicamente e ad utilizzarla come veicolo della percezione dello spazio storico e urbano. La fascia verde caratterizzata da campeggi, così come l’insieme degli alberghi entrambi posti agli ultimi piani sono ad uso esclusivo di coloro che intendono soggiornare provvisoriamente nella città. Roma in questi ultimi anni si è trasformata in una città-museo un enorme parco a tema così come è avvenuto per Venezia e Firenze. Al contrario le funzioni, le attività e lo stile di vita degli abitanti della città anulare sono altra cosa. È in realtà una soluzione che procede per sovrapposizione di layers. Sulla sua sommità esiste una fessura, che rappresenta gli antichi camminamenti delle città murate.

Sezione – Mirror city wall

È l’unico espediente che consente alla luce di penetrare all’interno della città e l’unico elemento destinato a verde (un parco lineare).
Anche in questa soluzione non esistono funzioni che richiamano l’idea del raduno, della collettività.
All’interno della città anulare non esistono nodi, piazze, ma solo funzioni destinate alla circolazione.
I nodi e gli snodi sono esclusivamente funzionali alla rete di trasporto e poi, come accennato, esiste la rete web.
È una entità autonoma che si sovrappone a quella esistente. È un muro di ottanta metri di altezza e quaranta di larghezza che divide il passato dal futuro, il paesaggio urbano dal paesaggio naturale, il vuoto dal pieno. L’uomo anulare non può avvertire questo passaggio non può essere consapevole delle condizioni spaziali e temporali che animano l’esistente, rimane imprigionato all’interno della città.

Sequenza del modello

La pelle specchiata della città anulare viene utilizzata per annullare la materia, sottolineando, attraverso la riflessione, da un lato la storia (passato) della città e dall’altro il
paesaggio (futuro).
Il rapporto spazio-tempo della città anulare rimanda al concetto di infinito: tempo infinito che scandisce un movimento infinito e uno spazio ripetitivo. Un movimento anulare non ha ne inizio ne fine, non ha varianti.

ARE
Università di Camerino

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Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori paesaggisti  e conservatori
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