Anna Rita Emili



La natura diviene protagonista della scena. Predominando sugli eventi, si trasforma in gesto infinito e incontrollato, in movimento che genera catastrofe. In questi ultimi anni e in tutto il mondo si sono succeduti una serie di fenomeni definibili come tragedie naturali, come incidenti che hanno coinvolto numerose persone, modificandone le proprie condizioni di vita e il proprio pensiero.
La nostra ricerca non si pone come risposta al problema, ma punta alla strumentalizzazione di un determinato fenomeno catastrofico, ponendolo a servizio dell’architettura. Natura e architettura insieme in un rapporto che si colloca tra ragione e immaginazione. La contemplazione della natura e dell’architettura che è meraviglia e stupore ma allo
stesso tempo conferisce, all’osservatore, un senso di smarrimento.
L’architettura si inserisce così in una espressione di potenza annientatrice della natura, di fronte alla quale l’uomo prende coscienza del proprio limite razionale, riconoscendo la possibilità di una dimensione sovra-sensibile, da esperire sul piano puramente emotivo.

Il parco dell’acqua e della luce

Il soggetto predominante diviene l’acqua che rappresenta la principale fonte di vita insostituibile per tutti gli ecosistemi; la salute individuale dipende dalla disponibilità di acqua e non ci può essere produzione di ricchezza senza accesso all’acqua.
L’acqua viene in questo caso considerata come principale materiale dell’architettura, attraverso il suo ciclo di vita.

Il parco dell’acqua e della luce
Il primo progetto si colloca in un sito posto nella linea di confine tra Marche e Abruzzo: la Sentina. Un’oasi verde a ridosso del mare, caratterizzata da una serie di casali che scandiscono la presenza di una strada, una lunga linea che da un raccordo autostradale giunge fino al mare. Parliamo di un’area golenale, sottolineata dalla presenza di temporali per lunghi periodi dell’anno. Allo stesso tempo si presenta come un paesaggio dalle qualità ambientali e naturalistiche innegabili, grazie anche alla presenza di particolari specie di fauna e flora.
Senza intaccare le qualità e le caratteristiche del luogo proponiamo un progetto disegnato e organizzato attraverso dei parafulmini, considerati come strumenti utili alla sostenibilità, in vista di un aumento dei fenomeni atmosferici e geologici nella zona (studi recenti dimostrano che i fulmini oltre a distruggere il paesaggio naturale, creano molti inconvenienti alle persone). Ma questi particolari elementi vengono utilizzati, non solo per scopi protettivi, ma anche e soprattutto come espedienti in grado di assumere una valenza estetica. Il paesaggio in tempesta crea senza dubbio stupore e meraviglia, specialmente se reso percepibile e fruibile in condizioni estreme.
Solo pochi elementi per arredare il parco, una serie di attrezzature trasparenti come: volumi semplici, piattaforme e passerelle sospese con lo scopo di non interrompere la continuità del paesaggio.

La casa pozzo

La casa pozzo
Oggi più di 1,4 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e se non vi sarà un’inversione di tendenza, le persone senza accesso all’acqua potabile diventeranno più di 3 miliardi nel 2020. Anche l’Italia è stata interessata recentemente, sia da un periodo di emergenza idrica (in particolare il sud Italia) che da eventi alluvionali che hanno causato danni gravi evidenziando, oltre all’inadeguatezza dei sistemi di distribuzione dell’acqua potabile, la scarsa interconnessione dei punti di approvvigionamento. Il patrimonio idrico mondiale e la sua rinnovabilità sono in pericolo a causa di fenomeni di inquinamento, desertificazione e di un utilizzo irrazionale. Anche nei paesi sviluppati come l’Italia, è diventato sempre più costoso, in termini economici ed ambientali, accedere all’acqua dolce di buona
qualità. In vista di queste preoccupanti previsioni noi proponiamo una tipologia abitativa che vede proprio nell’acqua la principale componente architettonica, e non solo: l’acqua si può bere; con l’acqua si può mangiare; (attraverso l’acquacoltura) si possono coltivare prodotti ortofrutticoli (serre idroponiche); si può fare sport (piscina); si può fare fisioterapia (vasche idromassaggio); si possono riscaldare gli ambienti (pompe geotermiche); si possono illuminare (attraverso generatori elettrici e inverter) gli ambienti; ecc… anche in quei luoghi caratterizzati da problemi contingenti, come sopra accennato.
Da sempre il pozzo è considerato come uno strumento in grado di ricevere e recuperare l’acqua e nello stesso tempo assume caratteri architettonici, diventa cioè uno spazio: posto fuori terra per un
piano e per molti piani sotterraneo. Così la casa si caratterizza come un volume puro, un parallelepipedo svuotato al centro, fuori terra per un piano e ipogea per due piani. La corte di forma quadrata presenta (al contrario del pozzo di San Patrizio) degli elementi aggettanti sul vuoto centrale, dei parallelepipedi trasparenti che contengono acquari per l’acqua-coltura, serre idroponiche, ecc… Gli acquari sono suddivisi secondo i cicli vitali dei pesci, le vasche poste ai livelli più bassi contengono
gli avannotti (nella parte più bassa), mentre ai livelli più alti si dispongono le vasche con i pesci commestibili. Le serre idroponiche sono invece suddivise in serre per ortaggi e per frutta. Nel volume fuori terra trovano disposizione una zona giorno e una notte, così come nel piano inferiore, mentre nei livelli sottostanti vengono disposti i locali di servizio: una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana proveniente anche dalle vicine foggare (un sistema di recupero dell’acqua
piovana tipico dei paesi caldi e del sud Italia, in cui l’acqua viene incanalata in canali sotterranei) e tutti i sistemi necessari per l’acquacoltura, le serre e il riscaldamento. Il sistema di riscaldamento ed elettrico viene fornito dalla geotermia. Una volta prelevato il calore dalla profondità della terra sottoforma di acqua, è possibile, attraverso la
collocazione di pompe di calore geotermiche, trasformare il calore in energia termica ed elettrica. Una rampa di servizio circonda la casa, consentendo l’accesso ai locali di servizio senza interferire con gli spazi domestici oltrechè costituirsi come intercapedine in grado di isolare l’abitazione dalla terra.

La casa bunker
Alluvioni, inondazioni, alte maree, sono fenomeni sempre più frequenti nel nostro paese, soprattutto nel centro-nord. Per non parlare del problema globale legato all’aumento inesorabile del livello delle acque. Questo in parte già avviene a Venezia dove, per lunghi periodi dell’anno, l’alta marea provoca un innalzamento del livello dell’acqua che supera spesso il metro e dieci di altezza. A tale proposito vengono poste delle piattaforme e passerelle per consentire l’attraversamento delle città.
La casa si pone come un bunker in cemento armato trattato e impastato con scorie di alto forno (resistente, quindi a qualsiasi intervento caratterizzato dal materiale acqua).
Parliamo di una casa a corte che presenta delle fessure in ciascun lato del volume per consentire all’acqua (in caso di piena) di defluire, senza alcun problema, verso la corte interna, trasformandola in un grande acquario.

La casa bunker

Il volume in cemento presenta degli elementi in ferro: una passerella di ingresso, i pannelli oscuranti delle finestre, una
piattaforma sulla copertura e dei semplici ferri a vista che fungono da eventuali ormeggi, nei casi di totale allagamento della casa. Gli stessi ferri svolgono anche una azione protettiva nei confronti delle vetrate interne, anche se vengono trattate in modo da resistere alle eventuali attività violente dell’acqua (doppi vetri che al centro presentano
una pellicola in laminato plastico). In prossimità delle fessure le vetrate si trasformano in una serie di passaggi ponte, dei piccoli tunnel delle dimensioni di una porta posti in modo da non interrompere il passaggio dell’acqua verso la corte interna. La casa presenta un doppio garage: per la macchina e per una barca. Quest’ultima, attraverso un
ascensore vetrato può arrivare in superficie, ed essere quindi utilizzata nei momenti di totale allagamento delle casa.

A.R.E. Facoltà di Architettura, Università di Camerino, sede di Ascoli Piceno

Unicam - Sito ufficiale
www.archeoclubitalia.it
Archeoclub d’Italia
movimento di opinione pubblica
al servizio dei beni culturali e ambientali

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