ANICA, ANACAM, CO.N.PI.A.I., ASSO ASCENSORI

Elio De Fusto
Presidente ANICA
Associazione Nazionale delle Industrie di Componenti per Ascensori
Nella foto: Elio de Fusto
Ciascuno di noi non deve mai interrompere nemmeno per un minuto il suo impegno per migliorare i consigli direttivi, esecutivi, commissioni tecniche, gruppi omogenei e associazioni nazionali ed europee. Dobbiamo ripensare l’organizzazione dell’impresa, cogliere tutte le occasioni offerte per salire le scale delle produzioni più sofisticate, dobbiamo promuovere una maggior cultura manageriale e organizzativa come presupposto per la crescita e competitività. Dobbiamo imparare a conoscere ed utilizzare gli strumenti disponibili, e cogliere le opportunità offerte dai mercati internazionali. Fare più ricerca e produrre più innovazioni, prima che questione di risorse, è una questione di atteggiamento verso il futuro. Mantenere il gusto della sfida è il primo ingrediente per fare innovazione. I nostri migliori giovani escono dall’Italia, ma devono avere anche ottime ragioni per tornare e con loro devono essere attratte le risorse più brillanti che oggi preferiscono altre destinazioni. Un mestiere capace di attrarre ricercatori è un mestiere in crescita. Occorre una fiscalità che favorisca il rapporto tra istituti tecnici, università, imprese e associazioni di mestiere e per questa via incentivi l’autonomia finanziaria degli atenei,prima misura della loro efficienza. Dalla mia esperienza di imprenditore, rilevo che affrontare il cruciale tema sul decreto legislativo “sicurezza ascensori”, come opportunità di innovazione, e non come vincolo di costo, consente di dare un vantaggio in più alle aziende e un contributo al territorio in cui operiamo. Il mondo del trasporto verticale e orizzontale deve tornare a generare sviluppo, deve porre al centro delle sue politiche la competitività del sistema industriale, destinare parte del bilancio europeo a sussidiare la politica della ricerca, ancorata a risorse limitate e comunque lontana nel riuscire a diventare fattore unificato nell’economia continentale. I produttori di componenti per ascensori sono ricchi di invenzioni, sinergie, qualità, forza e unione, solide e intraprendenti, che tanto danno e possono ancora dare al paese.

Maurizio Parmigiani
Presidente CO.N.P.I.A.I.
Coordinamento Nazionale Piccole Imprese Ascensoristiche Indipendenti
Nella foto: Maurizio Parmigiani
La nostra associazione è da sempre impegnata tramite proposte editoriali alla sensibilizzazione e alla divulgazione
delle normative che sono sinonimo di sicurezza, ai propri aderenti, a tutto il mondo ascensoristico e in particolare alla proprietà. Le normative vedono un iter di studio laborioso, complesso, con tempi lunghi, analizzate da esperti aderenti ai vari enti di normazione degli stati europei e approvate successivamente da ognuno di questi. Il CO.N.P.I.A.I. segue attentamente le varie fasi di lavorazione, sia per dare il proprio contributo di conoscenza
che per evitare che le imprese multinazionali presenti in forze con molti esperti, possano portare all’approvazione
norme che consentano l’installazione di apparecchiature cosi dette “blindate” ovvero con l’impossibilità di acquisirle in manutenzione da parte di un’altra azienda. Penso sia utile che chi acquista un prodotto di nuova generazione, in particolare commercializzato dalle aziende multinazionali, si informi anche sui costi di gestione (manutenzione/ riparazione) e non si faccia abbagliare dal solo prezzo di vendita. Le politiche che si vorrebbero imporre nell’Unione, anche nel nostro settore, sono di tipo monopolistico, ovvero, producendo un ascensore a tecnologia “blindata” l’azienda si assicura la rendita per tutta la vita dello stesso. Sarà più semplice, per farvi un paragone, portarvi ad esempio il mercato automobilistico che è avanti in tale strategia, le nostre automobili sono
sempre più legate ai concessionari ufficiali, in particolare per l’elettronica a bordo. Il rischio di un mercato monopolizzato da pochi concorrenti è un notevole incremento dei prezzi, non necessariamente riscontrabile in miglioramento qualitativo di prodotti e/o efficienza di servizi. Da qui il mio invito a chi si appresta all’acquisto di un elevatore, a valutare attentamente la tecnologia dello stesso e il costo della successiva manutenzione, oltre che i costi delle riparazioni più rutinarie. Buona regola, rimane chiedere di avere alcuni indirizzi di possessori dell’impianto scelto e sentirli poi autonomamente. Il CO.N.P.I.A.I. ha in campo numerose iniziative che mirano
a sensibilizzare sempre più il proprietario all’applicazione coscienziosa dei dettami di sicurezza, e resta a disposizione tramite i propri associati a qualsiasi tipo di consulenza in materia, dalla vendita, alla manutenzione, alla trasformazione, a dimostrazione che le piccole e medie imprese detengono un bagaglio di esperienze e competenze non secondo a nessun altra realtà.

Marco Bonissone
Presidente AssoAscensori
Associazione Nazionale Industrie Ascensori e Scale Mobili
Nella foto: Marco Bonissone
“La sicurezza degli ascensori installati prima del 1999”. L’ascensore è una macchina che dalla sua invenzione, che risale a metà del 1800, è stata progettata per trasportare persone in sicurezza, che è garantita da standard definiti per legge e che, come tutti gli standard, sono diventati sempre più stringenti nel tempo, in linea con l’accresciuta sensibilità sociale verso la sicurezza, la qualità, l’affidabilità, il funzionamento senza interruzioni. L’ascensore è una macchina che ha una durata notevolmente superiore ad altri mezzi di trasporto e che rimane sicura per decenni grazie alla manutenzione obbligatoria per legge. Per venire al punto, la sicurezza degli
ascensori è un grosso problema? Se si osservano le statistiche infortuni degli addetti e incidenti degli utenti di ascensori e si confrontano con infortuni nel settore delle costruzioni o incidenti domestici, la risposta è certamente no, il problema è piccolo. Ci sono probabilmente più morti e feriti in qualche weekend sulle strade che in tutto il secolo scorso di viaggi in ascensore. Ciononostante il problema esiste e l’invecchiamento degli ascensori installati
ne aumenterà le dimensioni, SE. SE non adegueremo la sicurezza degli ascensori installati prima del 1999 agli
standard definiti per legge per gli ascensori installati successivamente a tale data. SE saremo così ciechi da non vedere, per mero calcolo economico, che una macchina non può essere efficiente e affidabile eternamente solo grazie alla manutenzione. SE il legislatore non adotterà provvedimenti, peraltro già norme di legge in altri paesi dell’Unione Europea, che rendano obbligatori l’analisi dei rischi degli impianti “vecchi” e gli eventuali lavori d’eliminazione dei rischi, oltre che d’adeguamento ai nuovi standard di sicurezza. Possiamo dire con un certo orgoglio che il mezzo di trasporto ascensore è sicuro grazie all’industria, grande e piccola, che ne garantisce la produzione, l’installazione e il servizio. Non ci stancheremo di lavorare per mantenerlo sicuro ed affidabile, ma
riproponiamo la necessità e l’urgenza di un intervento legislativo che, come in Francia e in Spagna, aiuti gli operatori del settore nel raggiungimento di questi obiettivi.

Bruno Vergati
Presidente ANACAM
Associazione Nazionale Imprese di Costruzione e Manutenzione Ascensori
Nella foto: Bruno Vergati
Negli ultimi mesi l’Anacam, di concerto con Ispesl cui è legata da un accordo di collaborazione, ha svolto un’attività di sensibilizzazione delle autorità competenti a livello nazione e regionale in tema di accessibilità degli ascensori ai disabili, finalizzata ad evidenziare alcune incompatibilità tra la normativa tecnica nazionale di applicazione della legge 13 del 1989 (DM 236/89 e DPR 506/96) e la norma tecnica europea EN 81-70, armonizzata nell’agosto
scorso. Quest’ultima, infatti, si discosta dalle disposizioni nazionali (e regionali) per aspetti anche importanti quali, ad esempio, le dimensioni minime delle cabine. EN 81-70 rappresenta oggi la regola dell’arte in tema di accessibilità degli ascensori e il suo rispetto conferisce, ai sensi della direttiva Ascensori, presunzione di conformità ai Requisiti Essenziali di Sicurezza e salute fissati dalla direttiva stessa. In caso di mancato rispetto della EN 81-70, è indispensabile eseguire un’analisi dei rischi validata da un Organismo
Notificato, che attesti che le soluzioni adottate garantiscono all’impianto un livello di sicurezza almeno pari a quello che si sarebbe conseguito seguendo EN 81-70. Ciò significa che le norme tecniche nazionali tutt’ora in vigore non possono più essere cogenti laddove si pongono in contrasto con la norma armonizzata. Come Anacam invitiamo pertanto tutti gli operatori del mercato, in particolare i progettisti, a tenere presenti le disposizioni della norma EN 81-70 e realizzare edifici (in particolare,
vani corsa) idonei ad ospitare impianti conformi a tale norma.

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