Ampliamento chiesa di San Nicola a Squillace (Catanzaro)


La posizione e la consuetudine hanno suggerito di mantenere la piccola chiesa esistente: la ristrutturazione, elaborata dallo Studio Zetarch, ne aumenterà la superficie disponibile e quindi anche la consistenza sul piano urbanistico. Nello spazio del vecchio protiro si estenderà l’ambiente della sagrestia mentre un volume aggiunto porterà la nuova facciata.

Al comune di Squillace, che sorge arroccato sulla collina nel golfo omonimo in provincia di Catanzaro, appartiene la frazione di Squillace Lido in posizione panoramica sul mare.
Negli ultimi decenni proprio questa posizione strategica e la sua tradizione ricca d’interesse storico, artistico e turistico ha conferito a Squillace Lido il ruolo di stazione balneare di forte richiamo turistico, con un aumento considerevole del numero di residenti stagionali e non.
Il progetto di ampliamento della chiesetta di San Nicola Vescovo nasce proprio dall’esigenza di creare un luogo più adatto ad accogliere il sempre crescente numero di fedeli che abitano la zona. L’esigenza, espressa in primo luogo dal parroco che presiede la parrocchia di Squillace Lido, è stata sostenuta fortemente dall’Amministrazione comunale. Si sarebbe potuto procedere realizzando un nuovo luogo di culto in una delle zone limitrofe al centro abitato, ma si è deciso di intervenire sull’edificio ecclesiastico esistente, sorto già negli anni ’50 nel cuore del quartiere per soddisfare la necessità di culto di un limitato numero di fedeli. Lo scopo dell’intervento è di aumentare il volume e la superficie calpestabile della piccola chiesa esistente. Per tale motivo l’Amministrazione comunale, dopo un’accurata visita predisposta dal sindaco Guido Rhodio, e dai rappresentanti della parrocchia di San Nicola, e tenendo conto del desiderio manifestato dai parrocchiani di continuare a utilizzare questo spazio di culto che si trova al centro dello spazio urbano, ha dato incarico allo studio Zetarch dell’Arch. Giuseppe Antonio Zizzi, di cui è componente l’Arch. Giulia Brutto, di indicare alcune proposte di ampliamento dell’edificio
per poter scegliere quella più confacente alle esigenze.

Sono state all’uopo predisposte tre ipotesi, tra le quali è stata scelta quella illustrata in queste pagine. La superficie occupata dall’ampliamento sarà solamente pari a circa 180,00 mq: ma questi, aggiunti ai 200,00 mq esistenti, risultano essere adeguati e soddisfacenti alle necessità di spazio. L’edificio esistente, di modeste dimensioni, verrà prolungato lungo la direttrice primaria, verso il lato sud-est lasciandone peraltro pressoché invariata la larghezza, tranne che nei vertici delle sporgenze triangolari.
Queste si trovano in prossimità della giunzione con la parte esistente: qui l’edificio ristrutturato raggiungerà la massima larghezza. La pianta dell’ampliamento infatti verrà scandita da angoli non retti che creeranno delle sporgenze a diedro in cui troveranno posto le vetrate e alcuni dei luoghi liturgici, quali la custodia eucaristica e il fonte battesimale, che necessitano
di trovarsi in spazi riservati e raccolti e (il battistero) separati.
Dal punto di vista distributivo, dopo l’ampliamento sarà ribaltato il percorso di accesso: il fronte principale infatti sarà spostato sul lato opposto.

In senso orario: piante della chiesa esistente e della nuova chiesa. Si nota come la pensilina attuale definirà il volume della sacrestia (che oggi non c’è). Render della nuova chiesa: si nota il volume che s’inoltra dalla cupola che sovrasta intera la chiesa odierna. Immagine della vecchia chiesa. Pagina a lato, dall’alto: schema dei materiali dalla nuova chiesa,
che, con le loro differenze cromatiche, evidenziano le diverse specchiature. Spaccato dell’aula in progetto e sua vista interna: si nota come la configurazione a ottagono dell’aula attuale è valorizzata nel ricavare una parete absidale; significative le due prominenze laterali ad angolo che segnano il limite tra il nuovo edificio e quello preesistente, e aprono internamente due nicchie per il battistero e per il tabernacolo

Lo spostamento dell’ingresso e l’allungamento dell’impianto planimetrico comporterà anche una diversa distribuzione degli spazi interni: la posizione dell’altare resterà pressoché immutata (in corrispondenza della cupola), mentre gli ambienti della sacrestia saranno spostati dalla parte opposta a quella attuale, sul lato in cui si trovava il vecchio portico d’ingresso che, chiuso con delle tamponature, diverrà parte degli spazi della sacrestia. Le scelte formali sono state dettate dalla necessità di non creare una rottura netta con l’organismo esistente evidenziando allo stesso tempo la parte nuova. Le lesene inserite
agli spigoli della nuova costruzione, quasi a volerne definire il perimetro, presenteranno sia alla base, sia alla sommità, alcuni elementi cubici sui quali si adageranno elementi sferici in calcestruzzo lasciato a vista: saranno presenze eloquenti che richiamano alla tradizione decorativa rinascimentale e avranno una valenza simbolica e caratterizzante. In calcestruzzo a vista sarà anche la nuova facciata che presenterà un timpano che, pur essendo tutt’uno con la stessa facciata, ne evidenzierà la verticalità.

Il timpano sarà corredato daun elemento cilindrico alla sommità, destinato ad accogliere una piccola campana. Sempre sulla facciata principale verrà inserita una sorta di pensilina, in c
alcestruzzo a vista, per sottolineare la simmetria e per coronare l’ingresso principale.
Lungo il perimetro dell’ampliamento, la cui altezza è necessariamente vincolata da quella della parte esistente, verranno inseriti muretti piramidali di coronamento che, oltre a limitare l’effetto di orizzontalità dato dal tetto piano, permetteranno di accogliervi i canali di gronda, nascondendoli alla vista. Si tratta di un intervento mirato a dare nuova ampiezza all’edificio secondo una linea di continuità.

 

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