Alla scoperta dei camini di Venezia

La Venezia di Canaletto rivive in alcune grandi mostre fra Italia e Spagna. Alla Fondazione Giorgio Cini un’imponente rassegna documenta il percorso evolutivo del pittore (Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore). Al Centro de cultura contemporània di Barcellona un centinaio di opere mostrano gli espedienti scenici ideati dal Canaletto. Dalle tele del pittore veneziano è partito anche il percorso della mostra ferrarese Da Canaletto a Constable, che ha presentato eccezionali vedute di campagna e di città. In questo contesto è interessante il confronto diretto con l’opera del Bellotto, il celebre nipote di Canaletto, in mostra sempre a Venezia. Su l’opera di Bernardo Bellotto, la critica recente ha sottolineato, la regia compositiva, la coerenza poetica e la fi-nezza psicologica. Si tratta di un vedutismo nuovo e diverso, ricco di un’introspezione profonda e visionaria; di una pittura capace di anticipare da un lato il realismo ottocentesco e dall’altro gli umori romantici tedeschi. Per la prima volta una mostra allestita al Museo Correr di Venezia ricostruisce la storia umana e artistica di Bernardo Bellotto raggruppando l’intera produzione del grande vedutista la cui fama fu a lungo offuscata dal celebre zio, il grande Canaletto. È nell’osservare queste opere di vedutismo, che scopriamo un nuovo modo di vedere Venezia: infatti pur trattandosi di architetture minori, i camini di Venezia hanno forme così uniche e caratterizzanti da essere sempre stati elementi imprescindibili del paesaggio veneziano. Non è un caso che tutti i pittori che hanno ritratto Venezia hanno dato particolare valenza a questo elemento simbolico. Uno sguardo che mostra un volto inedito della città ed è stato sapientemente fissato nel tempo dall’architetto Gjlla Giani in Camini di Venezia, DI BAIO EDITORE. Oltre 300 immagini affiancate a disegni ottocenteschi e un piacevole testo mostrano una nuova visione della città.