All’ombra delle antiche querce

Tratto da:
Case di campagna n°85
Nello "stazzu": all’ombra delle antiche quercie
 

Ginepro, lentischio, corbezzolo, ma anche rosmarino e ulivo sono le essenze che profumano l’aria salmastra intorno ad una casa di campagna vicino a Baia Sardinia.

Lui, un architetto lombardo, lei una signora di Bolzano, esperta in terapie naturali: hanno scelto di vivere in uno “stazzu” in Sardegna, per tutta la vita. Naturalmente non hanno rinunciato ai loro viaggi in paesi esotici ma, al ritorno, li aspetta il vento e il sole di Sardegna, non la foschia dell’Italia del nord. Il loro amore per la luce e il sole traspare da ogni angolo della casa dove regna il candore del bianco messo ulteriormente in risalto da qualche tocco di giallo sole in camera da letto e dalla tonalità ambrata di legno, paglia, cotto, elementi naturali che rendono più intima l’atmosfera. In queste pagine, l’ingresso si apre direttamente nella zona pranzo. A destra della porta, l’accesso alla cucina, a sinistra l’armadio a muro. Nella pagina d’apertura, un angolo all’aperto immerso nella macchia mediterranea: il divano è in muratura e i cuscini sono ricavati da asciugamani della nonna.

Lo stazzu non è grande ma è perfetto per viverci in due. Il padrone di casa ha usato tutta la sua professionalità per restaurare nel rispetto della più antica tradizione locale la costruzione quasi diroccata. Ricostruito come un tempo da maestranze provenienti dal sud della Sardegna, il tetto spiovente ha il soffitto “alla sarda” con canne annodate a mano, sostenuto da travi in castagno locale, con supporti in ginepro. Grande attenzione è stata posta nella scelta dei materiali. Il cotto toscano Fornaci Ferrone 50 X 50 cm, fatto a mano a grande spessore è stato posato, nel pavimento all’interno, con la superficie inferiore, più ruvida, rivolta verso l’alto per conferire al pavimento un aspetto maggiormente “delabré”.

Il pavimento del terrazzo a sbalzo sulle rocce sottostanti è in mattone paramano, sabbiato e posato a secco. Si è usato legno di recupero perché più caldo e carico di storia. La porta d’ingresso è provenzale, le ante che occultano il televisore sono le imposte di uno “stazzu”, l’armadio a muro è chiuso dalle vetrate di un vecchio albergo. L’intonaco è stato realizzato in grosso spessore, lisciato a spatola e pressato per evitare “cavillature”. Nel bagno si è usata una mescola di calce, sabbia, sapone di Marsiglia e cotto polverizzato, per la colorazione. Tocchi esotici dati da ricordi di viaggio spiccano sulla raffinata matericità dell’ambiente.

 

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